
Investire fuori dall’Eurozona nel 2025 rappresenta un’opportunità allettante per diversificare il proprio portafoglio (e sappiamo quanto questo sia importante!) e per e accedere a mercati in crescita, ma comporta anche rischi significativi legati alla volatilità delle valute. Le fluttuazioni dei tassi di cambio sono in grado di erodere i rendimenti o, al contrario, amplificarli: ecco perché da questo punto di vista le strategie di copertura valutaria un elemento cruciale per qualunque investitore europeo. Vediamo dunque insieme, nel dettaglio, quali sono i passi migliori da compiere in questo contesto così tanto dinamico.
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Il quadro economico globale nel 2025

Il 2025 si presenta come un anno di transizione per l’economia globale. La ripresa post-pandemica, le tensioni geopolitiche e le politiche monetarie divergenti tra le principali banche centrali (Federal Reserve, Banca Centrale Europea, Banca del Giappone e altre) continuano a influenzare i mercati valutari. L’euro, pur mantenendo una relativa stabilità, è soggetto a pressioni derivanti dall’inflazione europea, dalle politiche della BCE e dalla forza del dollaro statunitense, che rimane la valuta di riferimento per molti investitori. Inoltre, valute di mercati emergenti come il renminbi cinese, la rupia indiana e il real brasiliano mostrano potenziale ma anche rischi legati a instabilità politica e volatilità economica.
In questo scenario, gli investitori europei che desiderano allocare capitali in mercati come Stati Uniti, Asia o America Latina devono affrontare il rischio di cambio, ovvero la possibilità che le variazioni nei tassi di cambio riducano i rendimenti reali degli investimenti. Per mitigare questo rischio, esistono diverse strategie di copertura valutaria che possono essere adottate, ciascuna con vantaggi e svantaggi. Scopriamole insieme qui di seguito, più nel dettaglio.
Perché coprire il rischio valutario?
La copertura valutaria (hedging) consiste nell’utilizzo di strumenti finanziari per ridurre o eliminare l’impatto delle fluttuazioni dei tassi di cambio sui rendimenti degli investimenti. Senza una copertura adeguata, un investitore europeo che acquista azioni negli Stati Uniti potrebbe vedere i suoi guadagni azzerati se il dollaro si deprezza rispetto all’euro. Al contrario, una copertura ben strutturata può stabilizzare i rendimenti e fornire maggiore prevedibilità.
Le strategie di copertura sono particolarmente rilevanti per gli investitori che operano in settori sensibili alle valute, come le materie prime, la tecnologia o i mercati emergenti. Tuttavia, la copertura non è priva di costi: richiede un’attenta pianificazione e può comportare commissioni o premi che riducono i margini di profitto. Di seguito, analizziamo le principali opzioni disponibili per il 2025.
1. Contratti a termine (forward contracts)
I contratti a termine sono uno degli strumenti più comuni per la copertura valutaria. Questi accordi consentono di fissare oggi un tasso di cambio per una transazione futura, eliminando l’incertezza legata alle fluttuazioni valutarie. Ad esempio, un investitore che prevede di ricevere dividendi in dollari tra sei mesi può stipulare un contratto forward per vendere quei dollari a un tasso prefissato, proteggendosi da un eventuale deprezzamento del dollaro.
- Vantaggi: i forward offrono certezza sul tasso di cambio e sono altamente personalizzabili in termini di importo e scadenza;
- Svantaggi: non consentono di beneficiare di un eventuale apprezzamento della valuta estera e possono comportare costi iniziali o margini richiesti dalle controparti finanziarie;
- Applicabilità nel 2025: i forward sono ideali per investitori con flussi di cassa prevedibili, come dividendi o pagamenti di obbligazioni estere. Tuttavia, richiedono una buona conoscenza del mercato valutario e l’accesso a intermediari finanziari affidabili.
2. Opzioni valutarie
Le opzioni valutarie offrono maggiore flessibilità rispetto ai contratti forward. Con un’opzione, l’investitore ha il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare o vendere una valuta a un tasso prefissato entro una certa data. Questo strumento è particolarmente utile in mercati volatili, poiché consente di proteggersi da movimenti sfavorevoli senza rinunciare ai potenziali benefici di un apprezzamento della valuta estera.
- Vantaggi: le opzioni limitano le perdite al premio pagato per acquistarle, consentendo al contempo di sfruttare movimenti favorevoli del tasso di cambio;
- Svantaggi: il costo del premio può essere significativo, specialmente per valute molto volatili come quelle dei mercati emergenti;
- Applicabilità nel 2025: le opzioni sono adatte per investitori che desiderano mantenere un’esposizione parziale al rischio valutario, ad esempio coloro che investono in mercati asiatici o latinoamericani, dove la volatilità è più pronunciata.
3. ETF e fondi con copertura valutaria
Per gli investitori retail che preferiscono soluzioni più semplici, gli ETF (Exchange Traded Funds) e i fondi comuni con copertura valutaria rappresentano un’opzione accessibile. Questi strumenti replicano l’andamento di un indice o un portafoglio di asset stranieri, ma neutralizzano il rischio di cambio attraverso strategie di hedging integrate.
- Vantaggi: gli ETF con copertura valutaria sono facili da acquistare e gestire, richiedendo meno competenze tecniche rispetto a forward o opzioni;
- Svantaggi: i costi di gestione possono essere più elevati rispetto agli ETF non coperti, e la copertura potrebbe non essere perfetta in caso di movimenti estremi del mercato.
- Applicabilità nel 2025: gli ETF con copertura valutaria sono ideali per investitori che desiderano esporsi a mercati come gli Stati Uniti o il Giappone senza preoccuparsi delle fluttuazioni di dollaro o yen. Ad esempio, un ETF sull’S&P 500 con copertura in euro protegge dai movimenti del cambio USD/EUR.
4. Conti multivaluta e gestione attiva
Un’altra strategia consiste nell’utilizzare conti multivaluta o affidarsi a gestori patrimoniali che adottano un approccio attivo alla gestione del rischio valutario. I conti multivaluta consentono di detenere asset in diverse valute, riducendo la necessità di conversioni frequenti. La gestione attiva, invece, implica l’intervento di un professionista che monitora i mercati valutari e adegua le coperture in base alle condizioni di mercato.
- Vantaggi: flessibilità e possibilità di adattamento a scenari mutevoli;
- Svantaggi: costi elevati per la gestione attiva e complessità nella gestione di conti multivaluta;
- Applicabilità nel 2025: questa strategia è consigliata per investitori con portafogli complessi o esposizioni significative a più valute, come quelle di mercati emergenti.
Fattori da considerare nel 2025

Prima di scegliere una strategia di copertura, gli investitori devono valutare diversi fattori:
- Orizzonte temporale: gli investimenti a breve termine possono beneficiare di contratti forward, mentre quelli a lungo termine potrebbero richiedere un mix di opzioni e ETF;
- Costi: le commissioni e i premi associati agli strumenti di copertura possono ridurre i rendimenti, quindi è essenziale confrontare i costi con i benefici attesi;
- Volatilità attesa: in un contesto di incertezza geopolitica o economica, come quello previsto per il 2025, strumenti più flessibili come le opzioni potrebbero essere preferibili;
- Esposizione geografica: le valute dei mercati emergenti sono generalmente più volatili rispetto a quelle dei mercati sviluppati, richiedendo strategie di copertura più robuste.