
Se una donna lavora come dipendente di un’azienda e resta incinta, a partire dal giorno in cui partorisce ha diritto per legge ad un congedo di maternità di un totale di cinque mesi. E per quanto invece riguarda le giornaliste, content creator, architette, avvocate etc. che lavorano da libere professioniste in partita Iva? Come funziona in questi casi? In questo articolo analizzeremo tutto quello che oggi devono sapere le donne freelance che vanno in maternità rispetto alla gestione separata INPS.
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Chi ha diritto alla maternità nella gestione separata

Vediamo innanzitutto cosa dice attualmente l’INPS rispetto ai soggetti che hanno diritto alla maternità nella gestione separata.
Requisiti minimi di contribuzione e iscrizione
La Gestione Separata INPS è il regime previdenziale per i lavoratori autonomi senza una cassa professionale specifica (come social media manager, copywriter o consulenti di vario tipo) e per i collaboratori parasubordinati (con contratti a progetto o collaborazioni coordinate e continuative). Per accedere all’indennità di maternità nel 2025, devi soddisfare due requisiti principali:
- Essere iscritta alla Gestione Separata INPS: non è necessario essere iscritte ad altre forme previdenziali obbligatorie (ad esempio, casse professionali come quella degli avvocati) né essere pensionata.
- Avere almeno un mese di contribuzione versata: nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo di maternità, deve risultare accreditata o dovuta almeno una mensilità di contributi con l’aliquota piena, che include lo 0,72% destinato alla tutela della maternità. Questo requisito è stato semplificato nel 2019, passando da tre mensilità a una sola.
Questi requisiti rendono l’indennità accessibile anche a chi ha iniziato a lavorare da poco o ha redditi bassi, purché sia in regola con i versamenti contributivi.
Periodo coperto dall’indennità
L’indennità di maternità, come già anticipato in precedenza, copre un periodo di 5 mesi, che di solito si divide in 2 mesi prima del parto e 3 mesi dopo. Tuttavia, resta un certo spazio di manovra: si può infatti scegliere di prendere 1 mese prima e 4 dopo il parto, oppure tutti i 5 mesi dopo la nascita, se le condizioni di salute lo permettono. Per le lavoratrici autonome con un reddito annuo inferiore a 8.972,04 euro (valore aggiornato al 2025), la Legge di Bilancio 2022 ha introdotto un’estensione a 8 mesi totali, aggiungendo 3 mesi ai 5 standard.
Forse non tutti sanno, tra l’altro, che l’indennità spetta anche in caso di adozione o affidamento preadottivo, per 5 mesi a partire dall’ingresso del minore in famiglia (o in Italia, per adozioni internazionali). In caso di interruzione di gravidanza dopo il terzo mese, si ha diritto a 30 giorni di indennità. Per gravidanze a rischio, è anche possibile richiedere l’indennità anticipata: attenzione però perché in questi casi serve un certificato medico specifico dall’ASL.
Come fare domanda
La richiesta va presentata digitalmente all’INPS tramite il servizio online dedicato, che offre alle donne interessate le seguenti funzionalità:
- Informazioni: illustra le tutele disponibili per le diverse categorie di lavoratori in caso di nascita, adozione o affidamento;
- Manuali: permette di consultare e scaricare le guide per l’uso della funzione “Inserimento domanda”, specifiche per ogni categoria di lavoratrice o lavoratore;
- Inserimento domanda: consente di compilare e inviare la richiesta di congedo parentale per le varie categorie di lavoratrici e lavoratori;
- Cancellazione domande: dà la possibilità di eliminare una domanda già inserita;
- Verifica domande: permette di controllare lo stato delle domande presentate e inviate all’INPS.
Si vedano ora i documenti richiesti per la formulazione della richiesta.
Documentazione da presentare all’INPS
Per richiedere l’indennità di maternità, devi preparare alcuni documenti fondamentali:
- Certificato medico di gravidanza: deve essere rilasciato da un medico del Servizio Sanitario Nazionale (o convenzionato) e inviato telematicamente all’INPS prima dell’inizio del congedo (almeno 2 mesi prima della data presunta del parto);
- Dati del bambino: entro 30 giorni dal parto, bisogna comunicare all’INPS la data di nascita e le generalità del figlio;
- Documentazione contributiva: non serve allegarla, perché l’INPS verifica direttamente i contributi versati nei 12 mesi precedenti;
- Per gravidanze a rischio o adozioni, serve documentazione aggiuntiva, come un certificato medico dell’ASL o i documenti legali relativi all’adozione/affidamento.
La domanda va presentata dopo il parto (o l’ingresso del minore in famiglia per adozioni) e non oltre 1 anno dalla fine del periodo indennizzabile, altrimenti si perde il diritto acquisito.
Tempistiche e canali digitali disponibili
Ecco un riepilogo rispetto alle tempistiche e a tutti i canali, compresi quelli alternativi, dove si può trasmettere la domand:
- Portale INPS: per farlo è necessario effettuare l’accesso con le proprie credenziali (SPID, CIE o CNS) al servizio dedicato “Indennità di maternità/paternità per lavoratrici e lavoratori iscritti alla Gestione Separata” su www.inps.it;
- Contact Center INPS: chiamando il numero 803 164 (gratuito da fisso) o 06 164 164 (da mobile, a pagamento);
- Patronati: gli enti di patronato offrono assistenza gratuita per compilare e inviare la domanda.
Il tempo di lavorazione è di circa 55 giorni dalla presentazione, ma è consigliabile inviare tutto il prima possibile per evitare ritardi. Se una madre avesse bisogno di flessibilità (ad esempio, spostare i mesi di congedo), dovrà per forza indicarlo nella domanda telematica, specificando il periodo di riferimento.
A quanto ammonta l’indennità (e come si calcola)
Qui di seguito tutte le info utili per calcolare il denaro che spetta ad ogni contribuente che faccia richiesta dell’indennizzo.
Calcolo sul reddito percepito
L’indennità di maternità è pari all’80% del reddito medio giornaliero percepito nei 12 mesi precedenti l’inizio del congedo. Ecco come si calcola:
- Reddito di riferimento: per le libere professioniste, si considera il reddito dichiarato ai fini fiscali. Per le collaboratrici parasubordinate, si usano i redditi soggetti a contribuzione INPS;
- Formula: reddito annuo ÷ 365 × 80% = indennità giornaliera. Questa cifra viene moltiplicata per i giorni del periodo indennizzabile (di solito 5 mesi, ovvero 150 giorni);
- Importo minimo: se il reddito è basso, l’INPS garantisce un’indennità minima, calcolata sull’80% di un reddito base fissato annualmente (per il 2025, stimato intorno a 5.961,28 euro per 5 mesi, come riferimento ENPAP, ma soggetto a variazioni INPS)
In caso di reddito inferiore a 12 mesi, l’indennità si basa sul periodo effettivo di contribuzione. L’importo è erogato direttamente dall’INPS tramite bonifico bancario o postale.
Cumulabilità con altri aiuti
Ci sono buone notizie per chi volesse cumulare questo indennizzo con altri aiuti: è infatti possibile approfittare di questa occasione, anche se con una serie di limitazioni. Nello specifico, ecco gli aiuti con cui è cumulabile:
- Assegno Unico Universale: è possibile ricevere l’Assegno Unico per i figli senza che influisca sull’indennità di maternità, purché si soddisfino i requisiti ISEE;
- Assegno di maternità dello Stato: se si ha diritto a questo assegno (per madri con redditi bassi), l’importo viene ridotto in base all’indennità di maternità ricevuta. Ad esempio, se l’assegno è 2.360,66 euro e l’indennità di maternità è 1.500 euro, si riceve solo la differenza (860,66 euro);
- NASpI (indennità di disoccupazione): se si è disoccupate, è obbligatorio scegliere tra questa e l’indennità di maternità.
Facciamo a questo punto un breve riepilogo di tutto quello che è necessario sapere nel merito della questione.
Reddito medio | Indennità giornaliera | Durata della copertura | Modalità pagamento |
10.000 € | circa 21,92 € | 5 mesi (o 8 se reddito < 8.972,04 €) | Bonifico da parte dell’INPS |
20.000 € | circa 43,84 € | 5 mesi (o 8 se reddito < 8.972,04 €) | Bonifico da parte dell’INPS |
30.000 € | circa 65,75 € | 5 mesi | Bonifico da parte dell’INPS |

FAQ
Devo sospendere l’attività per ricevere il sussidio?
No, le freelance iscritte alla Gestione Separata INPS possono continuare a lavorare durante il congedo di maternità e ricevere comunque l’indennità, senza l’obbligo di astensione richiesto invece alle lavoratrici dipendenti.
Posso ricevere la maternità anche per adozione?
Come anticipato in precedenza, la risposta in questo caso è affermativa: l’indennità spetta anche per adozioni o affidamenti preadottivi, per 5 mesi a partire dall’ingresso del minore in famiglia (o in Italia per adozioni internazionali). Affinché l’indennizzo venga correttamente erogato, è però obbligatorio presentare la documentazione legale relativa all’adozione o affidamento insieme alla domanda.