
Chi paga con metodi tracciabili saprà probabilmente che grazie a questi strumenti è possibile accedere ad un’opportunità molto interessante rappresentata dal cashback fiscale. Il termine inglese, traducibile più o meno come “denaro contante restituito” permette di ricevere dei rimborsi automatici parziali che possono sempre fare comodo. Qui di seguito analizzeremo il tema spiegandovi in che modo, più nel dettaglio, potete usufruire di questa opzione.
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Cos’è il cashback fiscale?

Il termine “cashback” è ormai familiare a molti consumatori: si tratta di un rimborso parziale in denaro concesso a chi effettua un acquisto, spesso offerto da banche, app o circuiti di pagamento. Tuttavia, il cashback fiscale è una misura con finalità più ampie e mirate, introdotta dallo Stato.
Questa forma di rimborso ha l’obiettivo di:
- Promuovere l’utilizzo di pagamenti elettronici;
- Contrastare l’evasione fiscale attraverso la tracciabilità delle transazioni.
- Incentivare comportamenti virtuosi da parte dei cittadini.
Il concetto è semplice: effettuando pagamenti tracciabili per determinate spese, è possibile ottenere una parte di quanto speso sotto forma di rimborso o deduzione/detrazione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi.
Il contesto normativo
Il cashback fiscale è stato introdotto in Italia nel 2020 come parte del Piano Italia Cashless, una serie di iniziative previste nella Legge di Bilancio 2020 e attivate in via sperimentale dal governo Conte II. Il programma prevedeva il rimborso del 10% delle spese effettuate con strumenti elettronici, con un tetto massimo per ogni singola transazione (150 euro per semestre) e un minimo di 50 operazioni per ottenere il rimborso.
La misura è stata poi sospesa nel 2021, ma ha lasciato una traccia significativa e continua a essere discussa in sede parlamentare per una possibile riforma e riattivazione. Inoltre, il cashback fiscale è oggi presente in forma indiretta attraverso detrazioni fiscali, crediti d’imposta e altri incentivi legati all’utilizzo di pagamenti tracciabili, in particolare nel settore sanitario, dell’istruzione, e dei lavori di ristrutturazione edilizia.
A proposito, il Ministero delle Finanze ha precisato in una comunicazione ufficiale che chiunque non avesse ricevuto il rimborso può controllare la corretta registrazione del proprio IBAN tramite l’app IO, accedendo con SPID o CIE e seguendo il percorso: Portafoglio → Cashback → Inserisci o verifica IBAN → Continua.
Come ottenere rimborsi sulle spese tracciabili
Anche se il programma nazionale di cashback è stato sospeso, esistono comunque diverse modalità per ottenere vantaggi fiscali sulle spese tracciabili. Vediamole nel dettaglio.
Detrazioni fiscali in dichiarazione dei redditi
Molte spese, se effettuate con strumenti tracciabili, possono essere portate in detrazione nella dichiarazione dei redditi. Ecco alcune delle principali:
- Spese sanitarie: visite mediche, analisi, acquisto di farmaci (previa presentazione del codice fiscale in farmacia);
- Spese scolastiche ed educative: rette scolastiche, mense, corsi universitari;
- Spese veterinarie: per animali domestici;
- Spese funebri;
- Assicurazioni sulla vita o contro gli infortuni;
- Interessi passivi sui mutui prima casa.
L’Agenzia delle Entrate prevede che le spese detraibili siano pagate con mezzi tracciabili, pena la decadenza del beneficio. Questo vuol dire che il pagamento in contanti non consente la detrazione, anche se la spesa di per sé sarebbe teoricamente detraibile.
Bonus fiscali e ristrutturazioni edilizie
Un altro ambito in cui il cashback fiscale è presente sotto forma di incentivo riguarda i bonus per lavori edilizi. Alcuni esempi:
- Bonus ristrutturazioni: detrazione del 50% sulle spese sostenute per interventi di ristrutturazione;
- Ecobonus e Superbonus: fino al 110% per interventi di efficientamento energetico;
- Bonus mobili: per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati a immobili ristrutturati.
In questi casi, è obbligatorio effettuare i pagamenti con bonifico parlante, che contiene specifici dati identificativi della transazione: causale del pagamento, codice fiscale del beneficiario della detrazione e partita IVA o codice fiscale del fornitore.
Spese universitarie e scolastiche
Le spese relative all’istruzione, dalle scuole dell’infanzia fino all’università, sono detraibili. Anche in questo caso, la tracciabilità del pagamento è fondamentale. Le ricevute delle spese pagate con carta o bonifico devono essere conservate insieme alla documentazione che attesta l’effettivo pagamento.
Come documentare le spese
Per ottenere il rimborso fiscale tramite detrazione, è importante conservare tutta la documentazione relativa alle spese sostenute:
- Ricevute e scontrini fiscali;
- Fatture elettroniche;
- Estratti conto bancari o delle carte di credito che attestino il pagamento;
- Bonifici parlanti nel caso dei lavori edilizi.
La documentazione dovrà essere esibita in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Cashback su portali di e-commerce: è tassabile?
L’Agenzia delle Entrate ha inoltre chiarito il trattamento fiscale del Cashback offerto da alcuni portali di e-commerce, in risposta all’interpello n. 338/2021.
Il caso riguarda una società che gestisce un sito internet dove pubblica offerte di prodotti e servizi venduti da terzi (i cosiddetti “Merchant”). Gli utenti, registrandosi al portale e acquistando tramite esso, possono ottenere un rimborso percentuale sull’importo speso: il Cashback.
Questo rimborso si attiva solo se:
- l’acquisto è fatto tramite il portale;
- il pagamento è andato a buon fine;
- il Merchant ha confermato l’operazione e pagato la commissione alla società.
Il Cashback non viene versato subito, ma solo al raggiungimento di una soglia minima (come ad esempio 10 euro). L’utente potrà ricevere l’importo in varie forme: bonifico, Paypal, buono acquisto o donazione.
È un reddito tassabile?

Secondo l’Agenzia, no: il Cashback non è considerato un reddito, ma uno sconto indiretto applicato dopo l’acquisto, anche se erogato da un soggetto diverso dal venditore. Di conseguenza, non è soggetto a tassazione, né la società deve effettuare ritenute fiscali.
Diverso è il caso dei premi per il “porta un amico” o simili: se una somma viene riconosciuta all’utente per aver fatto iscrivere altri utenti o per le loro spese, quella somma costituisce reddito imponibile.