
Un concetto base che conoscono quasi tutti gli investitori, compresi i neofiti, è quello legato alla necessità di variare il più possibile il proprio portafoglio, per massimizzare i profitti e limitare al massimo i rischi. Un portafoglio di investimenti diversificato ed efficace però richiede il giusto mix di stabilità e crescita: questo ideale equilibrio può essere raggiunto anche abbracciando strategie core-satellite, di cui parleremo in modo approfondito in questo articolo.
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Cos’è e perché funziona l’approccio core-satellite

La strategia core-satellite è un metodo di gestione del portafoglio che combina stabilità e potenziale di crescita, integrando investimenti passivi a basso costo con asset gestiti attivamente o più rischiosi.
Grazie a tale approccio, il proprio portafoglio investimenti può essere suddiviso in due elementi principali:
- Da un lato c’è il core, una componente che rappresenta la base solida del portafoglio, generalmente costituita da investimenti passivi, come fondi indicizzati o ETF, che replicano indici di mercato, garantendo ampia diversificazione a costi contenuti.Il satellite. Questa porzione, più limitata, punta a opportunità di crescita e include fondi gestiti attivamente, investimenti specifici per settore o titoli individuali, con l’obiettivo di superare le performance del benchmark.
- Dall’altro c’è il satellite: questa porzione, più limitata, punta a opportunità di crescita e include fondi gestiti attivamente, investimenti specifici per settore o titoli individuali, con l’obiettivo di superare le performance del benchmark.
Il “core”: la base stabile e diversificata del portafoglio
Di norma, il core assicura ai soggetti che hanno posto in essere la strategia rendimenti stabili e in linea con il mercato, mantenendo le spese complessive ridotte: ad esempio, potrebbe includere un ETF o un fondo indicizzato che segue l’S&P 500, offrendo una crescita costante che riflette l’andamento del mercato generale.
I “satelliti”: investimenti tattici per cercare un extra-rendimento
In parallelo, attraverso i “satelliti” è possibile allocare una frazione minore del portafoglio a investimenti ad alto rischio e alto rendimento, come fondi di mercati emergenti, settori in forte espansione o asset alternativi, come le materie prime. Questa combinazione garantisce stabilità al portafoglio, pur sfruttando opportunità per ottenere rendimenti superiori.
Come costruire la parte “core” in modo solido
Approfondiamo ora la parte core cercando di evidenziare in quale modo si può rafforzare in modo efficace. Come abbiamo anticipato, il “core” è la componente passiva del portafoglio, progettata per garantire una gestione stabile e diversificata degli asset, massimizzando le performance in linea con i propri obiettivi finanziari.
Solitamente, il core è composto da un giusto mix di attivi, come azioni e obbligazioni. Alcuni investitori scelgono di costruire il proprio core attraverso investimenti immobiliari passivi, mentre altri preferiscono seguire i principali indici di mercato a medio e lungo termine: questo tipo di risultato si ottiene generalmente tramite strumenti a basso costo e stabili, come ETF gestiti passivamente o fondi indicizzati, noti anche come “fondi azionari core”, che replicano ampi indici di mercato. Ricordiamo che, in generale, è importante scommettere su un investimento passivo che possa essere mantenuto nel tempo senza richiedere frequenti riequilibri o modifiche rilevanti.
Può a questo punto sorgere spontanea una domanda: ma dato che molti trader privilegiano strategie attive per massimizzare i profitti, possiamo davvero affermare che gli investimenti passivi possano offrire rendimenti significativi? La risposta a questa domanda è positiva: l’investimento passivo, come approccio principale, può effettivamente generare rendimenti notevoli e potenzialmente più stabili. Un esempio concreto è l’indice S&P 500, che negli ultimi 20 anni ha registrato rendimenti medi annui superiori al 7%.
Come scegliere i “satelliti” in modo intelligente
La scelta dei “satelliti” è cruciale per sfruttare al meglio il potenziale di crescita della strategia core-satellite, senza compromettere la stabilità del portafoglio. I satelliti sono investimenti più rischiosi e dinamici, selezionati per cogliere opportunità di extra-rendimento. Per sceglierli in modo intelligente, è necessario considerare alcuni fattori chiave:
- Obiettivi finanziari e tolleranza al rischio: i satelliti devono essere coerenti con i tuoi obiettivi di investimento e con la tua propensione al rischio. Ad esempio, un investitore giovane con un orizzonte temporale lungo potrebbe optare per satelliti più aggressivi, come fondi di venture capital o azioni di aziende tecnologiche in crescita, mentre un investitore più conservativo potrebbe preferire settori più stabili, come quello sanitario o delle utilities;
- Analisi fondamentale e di mercato: prima di selezionare un satellite, è essenziale condurre un’analisi approfondita. Per i fondi gestiti attivamente, vale la pena valutare il track record del gestore, la strategia del fondo e i costi (il TER, o Total Expense Ratio). Per i titoli individuali, analizza i fondamentali dell’azienda, come il rapporto prezzo/utili (P/E), la crescita degli utili e le prospettive del settore. Ad esempio, un satellite in un settore come l’intelligenza artificiale potrebbe essere promettente, ma richiede un’attenta valutazione dei trend di mercato;
- Diversificazione tra satelliti: anche nella componente satellite è importante evitare concentrazioni eccessive. Distribuire i satelliti su più settori (es. tecnologia, energie rinnovabili, mercati emergenti) o asset class (es. azioni, materie prime, criptovalute) riduce il rischio di perdite significative se un singolo investimento sottoperforma;
- Orizzonte temporale: i satelliti sono spesso più volatili, quindi è consigliabile mantenerli per un periodo sufficientemente lungo da permettere la realizzazione del loro potenziale. Evita di inseguire trend di breve termine, come mode speculative, che possono portare a decisioni impulsive.
Definire i pesi e i limiti per non rischiare troppo
Un aspetto fondamentale della strategia core-satellite è l’allocazione dei pesi tra la componente core e quella satellite, per garantire che il portafoglio rimanga equilibrato e non esposto a rischi eccessivi. Non esiste una regola universale ugualmente valida in qualunque scenario, ma alcune linee guida possono aiutare:
- Proporzione core-satellite: generalmente, il core dovrebbe rappresentare il 60-80% del portafoglio, mentre i satelliti il 20-40%. Gli investitori più prudenti possono limitare i satelliti al 10-20%, mentre quelli più aggressivi potrebbero arrivare al 40%, ma senza mai superare questa soglia per evitare squilibri;
- Limiti per singolo satellite: per ridurre il rischio, è consigliabile limitare ogni singolo satellite a un massimo del 5-10% del portafoglio totale. Questo evita che una perdita significativa in un investimento satellite comprometta l’intero portafoglio;
- Valutazione del rischio complessivo: usa metriche come la deviazione standard o il Value at Risk (VaR) per monitorare il rischio totale del portafoglio. Ad esempio, se i satelliti includono asset molto volatili, come criptovalute o small cap, il loro peso dovrebbe essere ulteriormente ridotto;
- Flessibilità e personalizzazione: i pesi possono variare in base all’età, agli obiettivi e al contesto di mercato. Ad esempio, in un mercato rialzista, si potrebbe aumentare leggermente il peso dei satelliti per cogliere maggiori opportunità, mentre in fasi di incertezza economica potresti rafforzare il core.
Vediamo a questo punto un esempio pratico: un portafoglio da 100.000 euro potrebbe avere 70.000 euro in ETF sull’MSCI World (core) e 30.000 euro suddivisi tra tre satelliti (10.000 euro ciascuno), come un fondo sui mercati emergenti, un’azione tecnologica e un fondo settoriale sull’energia rinnovabile. Questa struttura mantiene la stabilità del core, sfruttando al contempo il potenziale dei satelliti.

La gestione pratica: ribilanciamento e revisione dei satelliti
La componente satellite può essere ribilanciata con una certa frequenza, a seconda delle opportunità di investimento che si intende cogliere in determinati momenti. Prima di destinare fondi, riflettiamo sempre attentamente e valutiamo se il periodo è favorevole per investire in specifici asset. Decidiamo come distribuire i fondi satellite tenendo bene a mente le opzioni di investimento già illustrate in precedenza.
FAQ
Quanti satelliti è consigliabile avere?
Non esiste un numero fisso, ma generalmente si consiglia di avere tra 2 e 5 satelliti. Un numero inferiore potrebbe limitare la diversificazione, mentre un numero eccessivo può complicare la gestione e aumentare i costi. La scelta dipende dalla complessità che siamo disposto a gestire e dal nostro capitale. Per un portafoglio di medie dimensioni (es. 50.000-100.000 euro), 3-4 satelliti sono un buon compromesso.
Meglio un satellite value o growth?
Dipende dai nostri obiettivi e dal contesto generale di mercato. I satelliti value (azioni sottovalutate rispetto ai fondamentali) sono più adatti in mercati stabili o in ripresa, offrendo rendimenti più prevedibili ma potenzialmente più lenti. I satelliti growth (azioni di aziende in forte espansione) sono ideali in fasi di crescita economica, ma sono più volatili. Una strategia intelligente potrebbe essere combinare entrambi, ad esempio includendo un fondo value e un’azione growth, per bilanciare rischio e potenziale.
Quando è il momento di vendere un satellite?
Un satellite andrebbe venduto quando:
– Non soddisfa più gli obiettivi strategici (es. il settore non è più promettente);
– Ha raggiunto il target di rendimento prefissato, e il rischio di ulteriori investimenti supera i benefici;
– Sottoperforma costantemente rispetto al benchmark per un periodo prolungato (es. 1-2 anni), senza segnali di ripresa;
– Il contesto di mercato cambia drasticamente, rendendo l’investimento meno attraente;
– Prima di vendere, valutiamo sempre i costi di transazione e l’impatto fiscale, e consideriamo di reinvestire il capitale in un nuovo satellite o nel core.