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Curva dei rendimenti invertita: cosa significa per chi investe in obbligazioni e azioni

La curva dei rendimenti invertita segnala possibili recessioni e influenza portafogli obbligazionari e mercati azionari

La curva dei rendimenti invertita è uno degli indicatori macroeconomici più osservati e discussi dagli investitori di tutto il mondo. Quando si verifica una curva dei rendimenti invertita, cambia la relazione tipica tra il rendimento dei titoli di stato a breve e a lungo termine.

Normalmente, gli investitori si aspettano un compenso maggiore per immobilizzare il proprio capitale più a lungo, quindi i rendimenti delle obbligazioni a lunga scadenza sono superiori a quelli con scadenza più ravvicinata.

Una situazione in cui questo rapporto si inverte è un evento che ha storicamente preceduto non pochi rallentamenti economici, diventando un campanello d’allarme per l’economia globale. Questo articolo analizza in dettaglio cosa significa la curva dei rendimenti invertita per chi detiene un portafoglio di obbligazioni e azioni e quali strategie possono essere adottate.

Cos’è la curva dei rendimenti e come si legge

La curva dei rendimenti è una rappresentazione grafica che mette in relazione i rendimenti di un insieme di titoli di debito (solitamente obbligazioni governative, come i Treasury USA) con le loro rispettive scadenze. Sull’asse orizzontale si trovano le scadenze (da 3 mesi a 30 anni), e sull’asse verticale i rendimenti.

Generalmente, si osservano tre forme principali:

  • Curva normale: è inclinata positivamente, ovvero i rendimenti aumentano all’aumentare della scadenza (lungo termine > breve termine). Riflette un’aspettativa di crescita economica e inflazione stabile o in aumento.
  • Curva piatta: i rendimenti a breve e lungo termine sono molto simili. Può indicare un punto di transizione, dove l’economia potrebbe rallentare o dove la banca centrale ha aumentato i tassi a breve termine.
  • Curva invertita: i rendimenti a breve termine sono superiori ai rendimenti a lungo termine. È il segnale più anomalo e degno di nota.

L’analisi di questa curva, in particolare quando si presenta una curva dei rendimenti invertita, offre agli investitori informazioni fondamentali sulle aspettative del mercato riguardo i tassi di interesse futuri e l’andamento dell’economia.

curva dei rendimenti invertita
La curva dei rendimenti invertita è un indicatore predittivo fondamentale per gli investitori che segnala potenziali turbolenze economiche

Perché la curva può diventare invertita

La formazione di una curva dei rendimenti invertita non è un evento casuale, ma è il risultato di precise dinamiche di mercato e di specifiche aspettative economiche.

Aspettative di rialzo/ribasso dei tassi da parte delle banche centrali

Una delle cause principali di una curva dei rendimenti invertita risiede nelle azioni aggressive delle Banche Centrali. Quando le Banche Centrali, come la Federal Reserve negli Stati Uniti, aumentano rapidamente il tasso sui fondi federali per combattere l’inflazione (ovvero i tassi a breve termine), il mercato tende ad adeguarsi. Questo fa salire i rendimenti delle scadenze brevi (come i T-Bill a 2 anni). Se il mercato, d’altro canto, si aspetta che questi aumenti porteranno a un futuro rallentamento economico, prevede che la Banca Centrale dovrà tagliare i tassi in futuro per stimolare la crescita. Questa aspettativa di tassi più bassi in futuro mantiene i rendimenti a lungo termine (ad esempio il decennale) ancorati o addirittura li spinge verso il basso, creando l’inversione.

Fuga sul lungo termine come “porto sicuro”

Un altro fattore è la ricerca di asset a basso rischio. Quando gli investitori percepiscono l’arrivo di tempi difficili o di una recessione, spesso tendono a fuggire dagli asset più rischiosi come le azioni e cercano rifugio in titoli considerati più sicuri, come i titoli di stato a lunga scadenza. Questa massiccia domanda di obbligazioni a lungo termine ne fa salire il prezzo e, per la relazione inversa tra prezzo e rendimento, ne fa scendere il rendimento. Questo movimento di “flight to safety” contribuisce in modo significativo a rafforzare la condizione di curva dei rendimenti invertita.

Collegamento con timori di rallentamento/recessione

La curva dei rendimenti invertita è strettamente collegata ai timori di una imminente curva dei rendimenti invertita recessione. L’inversione è la manifestazione del fatto che gli operatori di mercato vedono un futuro economico meno roseo rispetto al presente. I tassi a lungo termine riflettono le aspettative di crescita economica e inflazione su quel periodo. Se i rendimenti a lungo termine scendono al di sotto di quelli a breve, il mercato sta implicitamente scontando un periodo di debolezza economica o, peggio, una contrazione. Lo spread 2-10 anni usa e segnali per i mercati, che misura la differenza di rendimento tra i Treasury a 2 e 10 anni, è storicamente l’indicatore più citato e affidabile in questo senso, con l’inversione (spread negativo) che preannuncia spesso turbolenze.

curva dei rendimenti invertita
L’inversione della curva dei rendimenti è causata da politiche monetarie restrittive e dalla ricerca di sicurezza da parte degli investitori sul lungo termine

Cosa storicamente ha significato per l’economia

L’indicatore della curva dei rendimenti invertita ha una storia di accuratezza notevole. Ogni recessione negli Stati Uniti dagli anni ’50 è stata preceduta da una curva dei rendimenti invertita, sebbene non ogni inversione abbia portato immediatamente a una recessione, e il ritardo tra l’inversione e l’inizio della contrazione economica non è fisso, variando da 6 a 24 mesi.

L’inversione non è la causa della recessione, ma il suo sintomo. Indica che le condizioni finanziarie a breve termine sono diventate così restrittive (a causa degli alti tassi a breve termine) da schiacciare il futuro potenziale di crescita. Per gli investitori, l’inversione non è un segnale di vendita indiscriminato, ma una potente indicazione che il rischio di rallentamento economico è aumentato significativamente, con ripercussioni sulla curva tassi e mercati azionari. I mercati azionari, in particolare, tendono a registrare i loro massimi storici prima dell’inversione completa o subito dopo, per poi affrontare una correzione significativa man mano che la recessione diventa realtà.

curva dei rendimenti invertita
L’inversione della curva ha preceduto storicamente la maggior parte delle recessioni, pur con tempistiche non fisse

Impatto pratico su un portafoglio obbligazionario

Quando si verifica una curva dei rendimenti invertita, l’approccio alla gestione del proprio portafoglio obbligazionario richiede attenzione strategica. La differenza tra curva normale piatta e invertita suggerisce che le performance delle diverse scadenze cambieranno radicalmente.

Duration: accorciarla, allungarla o diversificare le scadenze?

La duration è la misura della sensibilità del prezzo di un’obbligazione a una variazione dei tassi di interesse. Diventa centrale sapere come impostare la duration del portafoglio in fasi di curva invertita.

  1. Obbligazioni a breve termine: offrono rendimenti elevati grazie all’inversione (a volte più alti del lungo termine) con un rischio di prezzo relativamente basso. Possono essere attraenti per parcheggiare liquidità e ottenere un buon rendimento.
  2. Obbligazioni a lungo termine: in caso di recessione e successiva caduta dei tassi (perché la Banca Centrale interviene), le obbligazioni a lunga scadenza (alta duration) sono quelle che registrano il maggiore apprezzamento di capitale.
  3. Strategia mista: una strategia efficace consiste nel diversificare le scadenze (“barbell strategy”). Si può tenere una parte in breve termine per l’alto rendimento corrente e liquidità, e una parte in lungo termine per beneficiare dell’eventuale forte apprezzamento di capitale se l’inversione si risolve con un taglio aggressivo dei tassi. La decisione su cosa fare con le obbligazioni quando la curva è invertita dipende quindi dall’orizzonte temporale e dalla tolleranza al rischio dell’investitore.

Ruolo delle obbligazioni indicizzate all’inflazione

Le obbligazioni indicizzate all’inflazione (come i TIPS negli USA o i BTPi in Italia) sono titoli il cui capitale o le cui cedole vengono adeguate all’inflazione. In una fase di curva dei rendimenti invertita spesso preceduta da un’alta inflazione (il motivo dei tassi elevati a breve termine), queste obbligazioni possono svolgere un ruolo difensivo. Mantengono un potere d’acquisto stabile e, in caso di recessione con inflazione persistente (stagflazione), sono una delle poche classi di attivo a offrire protezione reale.

Differenze tra investitore prudente e investitore più aggressivo

  • Investitore prudente: Si concentrerà probabilmente su obbligazioni a breve scadenza (1-3 anni) o su money market funds. In un contesto di curva dei rendimenti invertita, questi offrono rendimenti elevati e minimizzano il rischio di prezzo legato a future variazioni dei tassi, preservando la liquidità.
  • Investitore aggressivo: potrebbe vedere l’inversione come un’opportunità tattica per allungare leggermente la duration, acquistando obbligazioni a più lunga scadenza. L’obiettivo è speculare sulla potenziale forte plusvalenza che si verificherebbe in caso di taglio dei tassi da parte della Banca Centrale per fronteggiare la recessione prevista.
curva dei rendimenti invertita
Quando si manifesta la curva dei rendimenti invertita, la gestione della duration e delle scadenze diventa un elemento chiave per il portafoglio

Come usare queste informazioni senza fare market timing estremo

La curva dei rendimenti invertita è un indicatore predittivo, non un cronometro esatto. Tentare di indovinare il momento esatto del picco del mercato o l’inizio della recessione è il market timing estremo, una strategia che storicamente si è rivelata perdente per la maggior parte degli investitori.

Aggiustare il rischio a margini, non stravolgere il portafoglio

Un approccio più saggio consiste nell’usare la curva dei rendimenti invertita come un segnale per una revisione tattica del portafoglio. Invece di vendere tutte le azioni, si può optare per una leggera riduzione dell’esposizione azionaria (ad esempio, passare dal 60% al 55%) e spostare il capitale su obbligazioni governative di alta qualità, approfittando anche dei rendimenti temporaneamente elevati offerti dal breve termine. Questo è un aggiustamento a margine, non uno stravolgimento, che aumenta la resilienza del portafoglio in vista di potenziali turbolenze.

Ribilanciamenti graduali e piani di accumulo

Per gli investitori che utilizzano i Piani di Accumulo Capitale (PAC), la strategia non dovrebbe cambiare drasticamente. Continuare a investire regolarmente permette di beneficiare del cost-average effect. Se i mercati azionari dovessero scendere a seguito dell’inversione e della successiva recessione, si acquisterebbero quote a prezzi più vantaggiosi. Per il portafoglio esistente, i ribilanciamenti graduali (riportare periodicamente l’asset allocation ai pesi target) sono la migliore difesa contro l’eccessiva emotività e l’eccessiva reazione al segnale di curva dei rendimenti invertita.

curva dei rendimenti invertita
Utilizzare i segnali della curva per aggiustare gradualmente il rischio del portafoglio senza stravolgere la propria strategia di investimento

Checklist periodica: cosa monitorare

Un investitore informato dovrebbe usare la curva dei rendimenti invertita come parte di una checklist più ampia. Ecco cosa monitorare, oltre all’inversione stessa:

  • Spread 2-10 anni USA: continuare a verificare se lo spread si sta appiattendo, invertendo o tornando normale.
  • Azione della Banca Centrale: osservare se la Banca Centrale sta ancora alzando i tassi o sta iniziando a dare segnali di potenziale taglio.
  • Indicatori economici reali: dati sull’occupazione, fiducia dei consumatori, indici PMI manifatturieri e dei servizi.
  • Utili aziendali: controllare le revisioni al ribasso degli utili previsti per le aziende, che sono spesso il segnale più diretto e tempestivo per i mercati azionari.

La curva dei rendimenti invertita è un potente strumento di informazione, ma non è l’unico. La sua interpretazione deve essere equilibrata e inserita in una visione di investimento a lungo termine, evitando reazioni impulsive.

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