Per comprendere il funzionamento di Opzione Donna e stabilire chi può richiedere e godere di pensione anticipata, è necessario consultare la recente circolare diffusa dall’Inps.
Approfondimenti
L’Inps ha presentato un documento che spiega dettagliatamente chi potrà far richiesta di Opzione Donna nel 2023, quali siano i requisiti per l’accesso alla pensione anticipata, quando si potranno percepire i pagamenti e in che modo inoltrare istanza. Vediamo insieme di che si tratta.
H2 Opzione Donna, cos’è, chi può richiederla e quali i requisiti
Opzione Donna rappresenta l’anticipo pensionistico destinato a diverse donne che, in seguito alla stretta predisposta dall’esecutivo della Meloni, esige dei requisiti piuttosto specifici per ottenere il pensionamento. Il governo ha comunicato come sia sua intenzione ampliarla e metterla a disposizione di un numero maggiore di soggetti. Nel mentre, in ogni caso, l’Inps ha reso noto all’interno di una circolare ufficiale quali siano gli elementi essenziali per l’accesso a Opzione Donna.
L’Ente ha chiarito come possano usufruire di Opzione Donna quante abbiano maturato i requisiti necessari entro il 31 dicembre 2022.
Quali sono i requisiti in questione?
- anzianità contributiva di 35 anni
- aver dispensato 35 anni di contributi
- un’età anagrafica di 60 anni.
Il requisito riguardante l’età anagrafica cala a 59 anni per quanti abbiano un figlio, e a 58 anni per quanti abbiano due o più figli.
H2 Opzione Donna, le condizioni
Non è tutto, nell’atto di presentazione della richiesta bisognerà essere in una delle condizioni qui segnalate:
assistenza da almeno sei mesi del coniuge o della parte dell’unione civile o di un parente di primo grado convivente con handicap in condizione di gravità, oppure di un parente o un affine di secondo grado convivente nella circostanza in cui i genitori, il coniuge o l’unito civilmente della persona con handicap grave abbiano raggiunto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti oppure siano deceduti o assenti;
Ossia, la lavoratrice per ricevere Opzione Donna dovrà convivere da almeno un semestre con un parente stretto – coniuge, parte di legame civile o parente di primo grado – che abbia una disabilità grave. Si ritiene “convivente” chiunque viva al medesimo indirizzo, non necessariamente nello stesso alloggio.
Potrebbe anche essere un familiare, anche acquisito, di secondo grado avente importante disabilità. In tale fattispecie, la persona avente disabilità non dovrà disporre di genitori o dei compagni (consorte, parte di unione civile) in grado di prendersene cura. Nello specifico, i genitori o compagni devono: avere più di 70 anni; oppure avere una patologia invalidante (determinante diminuzione o perdita della facoltà di muoversi in autonomia, richiedente quindi assistenza ininterrotta o ripetuti monitoraggi medico clinici, o anche richiedente l’intervento attivo del parente nel corso della terapia sanitaria); oppure essere deceduti o assenti.
presentare una diminuzione della capacità lavorativa, certificata dalle competenti Commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, uguale almeno al 74%;
A poter usufruire di Opzione Donna saranno anche quanti abbiano un’invalidità uguale o al di sopra del 74%, verificatasi per incidenti o per altre ragioni di salute. Questo diminuire della propria facoltà lavorativa dovrà essere in ogni caso verificato dalle autorità competenti.
essere lavoratrici dipendenti o licenziate da aziende per le quali è vigente, alla data del 1/1/2023 ovvero è attivato in data successiva, un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.
Ad accedere a Opzione Donna anche le dipendenti di una società in crisi – ossia un’azienda che abbia ufficialmente aperto nel 2023 un tavolo di confronto la gestione della crisi aziendale – e quelle lavoratrici che siano state licenziate da una realtà di questa tipologia, a patto che la separazione abbia avuto luogo quando il tavolo di confronto era attivo e non si sia ripreso a lavorare come dipendenti a tempo indeterminato nel mentre. Per le donne appartenenti a tale esempio, l’età entro cui poter accedere a Opzione Donna cala automaticamente a 58 anni, rispettando però i 35 anni di contribuzione.
H2 Opzione Donna, quando si percepisce l’assegno?
Per quanti fossero in possesso dei requisiti e avessero inoltrato richiesta per l’accesso all’anticipo pensionistico di Opzione Donna, il versamento della pensione avrà inizio dopo un anno esatto dal momento in cui sono maturati i suddetti requisiti, questo per le dipendenti.
Per le lavoratrici autonome, d’altro canto, l’attesa è di diciotto mesi dal momento di maturazione dei requisiti.
La decorrenza non può presentarsi precedentemente al 1° febbraio 2023 per le lavoratrici che percepiscono la pensione dall’assicurazione generale obbligatoria o dalle tipologie sostitutive della medesima. Non può presentarsi anteriore al 2 gennaio 2023 per le lavoratrici dipendenti che percepiscono la pensione dalle tipologie esclusive dell’assicurazione generale obbligatoria. Il versamento si può riscuotere anche in seguito alla prima decorrenza necessaria, a condizione che i requisiti siano maturati entro il 31 dicembre 2022.
H2 Opzione Donna e pensioni, come avviene la richiesta
Per accedere a Opzione Donna si dovrà inoltrare istanza all’Inps allegando la documentazione richiesta. Tra i moduli da inviare vi è l’’autodichiarazione relativa all’assistenza di una persona avente disabilità, in cui occorrerà introdurre anche le indicazioni inerenti la persona in essere.
Qualora la disabilità sia stata certificata con una sentenza, sarà necessario porre in allegato anche la sentenza. Il requisito della convivenza verrà poi verificato d’ufficio, controllando il domicilio e la residenza delle persone interessate.