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I buoni pasto sono detraibili? Detraibilità e deducibilità nel 2023

I buoni pasto sono detraibili?

I buoni pasto sono detraibili? Questa è una domanda comune che molti datori di lavoro si pongono. La risposta è sì, i buoni pasto sono detraibili ai fini delle imposte dirette e sono soggetti a un’aliquota IVA ridotta, totalmente detraibile. Questo rappresenta un vantaggio significativo sia per i datori di lavoro che per i dipendenti.

La detraibilità e la deducibilità sono concetti di grande interesse nell’ambito fiscale, e spesso possono creare confusione. Pertanto, cerchiamo di fare chiarezza su cosa significano questi termini e come possono applicarsi ai buoni pasto, sia per le grandi aziende che per le PMI, le ditte individuali e i freelance.

Deducibilità e detraibilità dei buoni pasto

La deducibilità riguarda la possibilità di sottrarre un certo importo dal reddito complessivo prima di calcolare l’imposta da pagare. Questo riduce la base su cui viene calcolata l’imposta, come ad esempio l’IRPEF o l’IRES. In pratica, i buoni pasto possono essere considerati come una spesa aziendale che viene sottratta dal reddito imponibile, riducendo quindi l’imposta da pagare.

La detraibilità dell’IVA, invece, si riferisce alla possibilità di sottrarre l’IVA pagata sugli acquisti effettuati, dall’IVA dovuta sulle vendite. Questo beneficio è riservato agli operatori economici e consente loro di non subire l’imposta sulle operazioni che svolgono.

I buoni pasto sono detraibili? La risposta è chiara, essi offrono un vantaggio fiscale significativo. Possono essere detraibili dal 75% al 100% dal reddito imponibile ai fini delle imposte dirette. Ciò significa che l’importo speso per l’acquisto dei buoni pasto può essere sottratto dal reddito aziendale, riducendo l’imposta da pagare. Inoltre, i buoni pasto sono soggetti a un’aliquota IVA ridotta, e l’IVA pagata su di essi può essere completamente detratta, riducendo così l’imposta dovuta sulle vendite.

I buoni pasto sono detraibili? Possono essere detraibili dal 75% al 100% dal reddito imponibile ai fini delle imposte dirette

I buoni pasto sono detraibili? Normativa

I buoni pasto sono un beneficio molto diffuso tra le aziende che non dispongono di una mensa aziendale per i propri dipendenti. La normativa che ne regola l’erogazione e la tassazione è importante da conoscere per le aziende di tutte le dimensioni e per rispondere alla domanda “i buoni pasto sono detraibili?”.

I buoni pasto sono considerati un’aggiunta alla retribuzione e rientrano nella categoria dei flexible benefits o fringe benefits. Le regole per l’erogazione e la tassazione dei buoni pasto sono principalmente definite nel Decreto n°122 del 7 giugno 2017, nell’articolo 51 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) e nei Contratti Collettivi di categoria (CCNL). Questa normativa si applica a tutte le tipologie di imprese, con alcune eccezioni per le imprese individuali e i liberi professionisti.

Il Decreto 122/2017 stabilisce chi ha diritto ai buoni pasto, gli esercizi presso i quali possono essere utilizzati e le caratteristiche che i buoni devono avere. L’articolo 51 del TUIR specifica le soglie di esenzione dalla tassazione per i buoni pasto cartacei ed elettronici, soglie che sono state modificate dalla Legge di Bilancio 2020.

Le regole per l’utilizzo dei buoni pasto prevedono che siano utilizzati per ricevere un servizio sostitutivo di mensa di valore pari al buono, che siano documenti di legittimazione per gli esercizi convenzionati e che non siano cedibili, commercializzabili o convertibili in denaro. Possono essere utilizzati per acquistare generi alimentari pronti al consumo nei supermercati e per usufruire di pasti in attività di ristorazione. Hanno una data di validità e non possono essere utilizzati oltre quella data.

L’erogazione dei buoni pasto offre vantaggi sia per l’azienda che per il dipendente, anche dal punto di vista fiscale. I buoni pasto sono esenti da oneri fiscali e previdenziali fino a determinate soglie di valore, che variano a seconda che siano cartacei o elettronici. La normativa consente di erogare i buoni pasto a tutti i tipi di lavoratori, inclusi i collaboratori, i dirigenti e i soci d’azienda non dipendenti. Le aziende possono dedurre al 100% il costo dei buoni pasto, indipendentemente dal loro valore, e si applica un’IVA agevolata al 4% che può essere completamente detratta.

I buoni pasto sono detraibili? Partita IVA senza dipendenti

Iniziamo esaminando la situazione dei titolari di partita IVA, come i lavoratori autonomi, i liberi professionisti o gli imprenditori individuali, che acquistano buoni pasto per sé stessi.

Per questi soggetti, i buoni pasto sono molto convenienti non solo come soluzione pratica per la pausa pranzo, ma anche come strumento per semplificare e risparmiare nella gestione delle spese.

I titolari di partita IVA senza dipendenti che acquistano i buoni pasto per usufruirne personalmente possono dedurre, ai fini delle imposte dirette, fino al 75% dei costi per l’acquisto dei buoni stessi. Tuttavia, per i titolari di reddito di lavoro autonomo, questa deducibilità è limitata a un importo non superiore al 2% dei compensi percepiti nel periodo d’imposta. Ciò significa che la deduzione massima consentita sarà calcolata in base ai redditi dichiarati. Infine, per quanto riguarda l’IVA, i liberi professionisti possono detrarre integralmente l’IVA addebitata sui buoni pasto, poiché l’aliquota IVA applicata ai buoni pasto è ridotta e completamente detraibile.

I buoni pasto sono detraibili? Sì, e anche l’aliquota IVA applicata ai buoni pasto è ridotta e completamente detraibile

Deducibilità dei buoni pasto: esempio

Ad esempio, se un libero professionista ha percepito compensi per un importo di 50.000 euro nel periodo d’imposta, il limite massimo per la deducibilità dei buoni pasto sarà pari a 1.000 euro (2% di 50.000 euro). Quindi, l’importo massimo che il professionista potrà dedurre sarà il 75% di questa cifra, ossia 750 euro.

I liberi professionisti possono beneficiare della deducibilità dei buoni pasto fino al limite massimo stabilito dalla normativa fiscale, che dipende dal tipo di attività svolta e dall’importo dei compensi percepiti nel periodo d’imposta. La detraibilità dell’IVA addebitata sui buoni pasto rappresenta un ulteriore vantaggio fiscale per i liberi professionisti.

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