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La gestione separata INPS: Cosa è e come funziona per i lavoratori autonomi

Donna che usa la calcolatrice e un computer per calcolare contributi per gestione separata Inps

I cittadini che fanno parte di una determinata categoria professionale devono iscriversi alla gestione separata Inps. Dal 1995 si tratta di un particolare fondo pensionistico ideato per chi lavora in maniera autonoma e per chi non ha una specifica cassa professionale di riferimento. Per alcuni lavoratori, dunque, vige l’obbligo di iscrizione mediante il portale di riferimento dell’Istituto. Ecco come ci si iscrive, chi deve iscriversi alla gestione separata e come si calcolano i contributi

Come iscriversi alla gestione separata: la guida

Per potersi iscrivere alla gestione separata non serve richiedere l’aiuto di un consulente, ma è possibile farlo in totale autonomia. I metodi per farlo sono principalmente due: online o allo sportello.

Con la prima modalità, è necessario accedere al sito dell’Inps, cercare “gestione separata” e procedere con l’iscrizione. Si può decidere se ci si sta iscrivendo per sé o per un altro soggetto. Nel primo caso serve controllare i dati e decidere se iscriversi come parasubordinati o con partita Iva. A questo punto serve inserire la data in cui si inizia l’attività, le varie attività tra cui è possibile scegliere quella propria di riferimento, il numero della Partita Iva e i dati aggiuntivi. Cliccando su “invia”, a questo punto il sistema genera un protocollo di conferma. Il consiglio è quello di stampare la ricevuta e lo storico delle operazioni effettuate in caso di controlli o segnalazioni.

Oltre alla modalità online appena descritta, è possibile effettuare l’iscrizione compilando il modulo presente negli uffici Inps e presentare la domanda allo sportello. Questa soluzione potrebbe essere la più consona per i meno esperti del web. 

Come verificare l’iscrizione alla gestione separata

Per verificare l’iscrizione alla gestione separata, bisogna loggarsi al sito dell’Inps tramite, ad esempio, lo Spid o la carta di identità elettronica. A questo punto nella barra di ricerca si dovrà scrivere “fascicolo previdenziale del cittadino” nella scheda di prestazione. Cliccando, ci saranno tutti i dati del proprio cassetto previdenziale, tra cui la gestione separata. Invece, per artigiani o commercianti bisognerà cercare “cassetto previdenziale commercianti”. 

Se un lavoratore è iscritto alla gestione separata, può vedersi erogate diverse prestazioni tra cui in primis le pensioni e la disoccupazione, ma anche la malattia e la maternità. Si tratta, infatti, di una importante tutela previdenziale

Chi deve iscriversi alla gestione separata

Come anticipato, ci sono delle categorie che devono iscriversi alla gestione separata. A stabilire quali categorie sono inserite c’è l’art.2, comma 26, Legge n.335/1996 (la cosiddetta riforma Dini). Tra queste si ricordano:

  • Professionisti senza una cassa previdenziale professionale (liberi professionisti come, ad esempio, i consulenti di marketing o gli amministratori di condominio). In questo caso i professionisti devono iscriversi entro 30 giorni dal momento dell’apertura della partita iva. 
  • Lavoratori con contratti di co.co.co (collaborazione coordinata e continuativa)
  • Amministratori locali
  • Percettori di borse di studio e assegnisti di ricerca
  • Volontari di servizio civile
  • Venditori a domicilio 
  • Spedizionieri doganali non dipendenti
  • Medici con contratto di formazione specialistica
  • Lavoratori autonomi occasionali con reddito superiore a 5 mila euro
  • Lavoratori con ex voucher (lavoro occasionale accessorio).

In sostanza, si tratta di tutti quei lavoratori che non sono iscritti a nessun albo o elenco professionale e che operano in settori diversi. 

Come si calcolano i contributi previdenziali per chi è in gestione separata

Tutte queste categorie viste nel paragrafo precedente sono obbligate a versare i contributi all’Inps. Per ogni tipo di lavoratore sono previste delle specifiche soglie di versamento: cambiano, infatti, le modalità di calcolo e di versamento. Ad esempio, per i lavoratori parasubordinati il contributo sarà così diviso tra committente (per 2/3) e collaboratore (1/3). Serve ricordare, inoltre, che il committente è tenuto a versare i compensi entro il 16 di ogni mese tramite il modello F24.

Invece, per i liberi professionisti il contributo è calcolato mediante la differenza fra ricavi e costi. Nello specifico, con un modello F24 entro il 30 giugno il lavoratore pagherà il saldo dell’anno precedente e un acconto per l’anno in corso. Mentre entro il 30 novembre il secondo acconto per l’anno in corso. 

Le aliquote della gestione separata

In base alle categorie di lavoratori, cambiano ovviamente le aliquote di riferimento. Di seguito si indicano le principali:

  • Pensionati: aliquota al 24% (per percepire la pensione alla gestione separata serve avere 57 anni)
  • Collaboratori: aliquota al 33%
  • Lavoratori autonomi: aliquota al 25%.

Sia per il calcolo dei contributi sia per conoscere le aliquote di riferimento è bene chiedere il consulto di un Caf di fiducia o del proprio commercialista. Per quanto riguarda, invece, massimali e minimali di reddito, per il 2023 il massimale è pari a 113.520 euro, mentre il minimale è di 17.504.

In conclusione, in base alla norma vigente per alcune categorie di lavoratori autonomi è obbligatorio iscriversi al fondo pensionistico della gestione separata Inps.

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