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Finanza Green: scopri come guadagnare e salvaguardare l’ambiente allo stesso tempo

Investire in finanza green significa avere un occhio di riguardo non solo al guadagno ma anche all'ambiente.

Tutti gli esperti concordano ormai da anni su un punto: il cambiamento climatico non è più un’opinione, è un fatto incontrovertibile. A partire dalla Seconda Rivoluzione Industriale le attività umane, e in modo particolare l’uso e l’abuso di combustibili fossili hanno causato un aumento vertiginoso del livello di gas serra nell’atmosfera e, di conseguenza, un incremento incontrollato delle temperature. Per decenni si è pensato soltanto al profitto a discapito dell’unica vera risorsa insostituibile a nostra disposizione, che non è certo il denaro ma il nostro Pianeta Terra. Questo significa che dovremmo tornare all’Età della pietra? No, evidentemente: esistono infatti senza ombra di dubbio degli strumenti di finanza green che ci permettono di guadagnare e, al contempo, di salvaguardare l’ambiente. Ecco tutto quello che c’è da sapere nel merito della questione.

Senza un pianeta sano non ci può essere crescita economica

Va da sé che in un mondo devastato dalla crisi climatica, dalla siccità, dagli eventi atmosferici estremi (come uragani e inondazioni) e dalla relativa scarsità delle risorse naturali e alimentari, il concetto stesso di guadagno sia da ridimensionare. Non è possibile crescere da un punto di vista economico se assistiamo quotidianamente alla perdita dei medesimi ecosistemi che contribuiscono allo sviluppo agricolo e/o della filiera alimentare in generale.

In un contesto simile (e la situazione purtroppo sembra sia destinata a peggiorare nel corso del tempo, se non facciamo nulla) è necesario fare investimenti che siano per quanto possibile sostenibili e che, di conseguenza, impattino il minimo possibile sull’ambiente e gli ecosistemi. Fondamentale in questo quadro di finanza green è l’impegno da parte di tutti gli individui singoli e soprattutto dei Governi verso la neutralità climatica, una condizione certamente ambiziosa nella quale l’economia è effettivamente ad impatto zero. Si tratta, in parole povere, di una situazione nella quale le attività umane si basano principalmente sullo sfruttamento di fonti di energia alternative ai combustibili fossili come il gas, il petrolio e il carbone, principali responsabili delle emissioni dei deleteri gas serra.

Finanza Green: cosa sono i fattori ESG

Quando ci si riferisce alla finanza sostenibile si parla essenzialmente di una triade di fattori che vanno presi in considerazione, i fattori ESG: si tratta nello specifico di politiche ambientali (Environmental), Sociali (Social) e di Governo societario (G). Le prime fanno riferimento alla mitigazione degli effetti dell’inquinamento sull’ambiente e mettono al centro l’importanza del mantenimento della biodiversità e la promozione dell’economia circolare (ovvero: il riciclo e il riutilizzo dei materiali per altri scopi). Le inziative sociali lottano contro le disuguaglianze con azioni mirate a livello di formazione, inclusione, di rispetto di diritti umani e più in generale al benessere della collettività. Con il governo societario, infine, ci si assicura che le politiche di stampo sociale e ambientale entrino a far parte dei processi decisionali delle aziende, con particolare riferimento alla composizione dei membri dei consigli d’amministrazione e alla remunerazione dei dirigenti.

Finanza green: l’esempio dei bond “verdi” e gli altri strumenti utili

Da questo punto di vista, investire in green bond potrebbe essere una soluzione piuttosto interessante. Tali strumenti finanziari, di nascita relativamente recente, sono obbligazioni legate a progetti che hanno un impatto positivo sull’ambiente, com’è il caso dell’efficienza energetica, dello sviluppo di risorse di energia rinnovabili o ancora dell’uso sostenibile dei terreni per l’agricoltura e l’allevamento. Le possibilità in questo senso sono pressoché infinite: si parla del finanziamento di pale eoliche, dell’installazione di pannelli solari su abitazioni e aziende, passando per le iniziative contro l’inquinamento dell’aria e delle preziosissime falde acquifere. La Commissione Europea, a proposito, ha presentato nel 2016 l’importante pacchetto “Energia pulita per tutti gli europei”, attraverso il quale ha stabilito che a partire dal 2021 sarà necessario investire 177 miliardi di euro all’anno per avvicinarsi agli ambiziosi obiettivi stabiliti per il 2030 riguardo a clima ed energia. Sono, per il resto, quattro i criteri per certificare come “verde” un bond: secondo International Capital Market Association chi emette il titolo deve indicare in modo chiaro dove saranno destinati i proventi; i progetti ad esso legati devono rientrare in una serie di categorie; ci deve essere massima trasparenza nella comunicazione dei proventi; infine è fondamentale fornire dei report approfonditi rispetto all’avanzamento dei lavori finanziati.

Il mercato dei green bond, va sottolineato, è in continua espansione, e questo proprio alla luce della crescente necessità da parte di istituzioni e aziende di ripulirsi in qualche modo la coscienza dopo tanti anni di eccessi, dimostrando di non essere delle semplici macchine da soldi ma anche realtà in grado di avere un impatto positivo sul mondo e sui loro dipendenti. Non è un caso da questo punto di vista che di recente molte prestigiose banche e società di rating abbiano iniziato a loro volta a lanciare indici di riferimento per valutare le performance dei green bond (si pensi ad esempio al Bank of America Merrill Lynch Green Bond Index o al Barclays MSCI Green Bond Index). In parallelo si sono mosse anche le Borse (è il caso di Oslo, Londra e Stoccolma), che hanno introdotto listini dedicati ai bond verdi.

Gli strumenti a disposizione di chi voglia investire in un mercato sempre più ecosostenibile, ad ogni modo, non si limitano ai green bond: pensiamo ad esempio anche ai green loan, ovvero prestiti concessi da alcuni istituti finanziari “illuminati” per aziende attivamente impegnate in progetti di sostenibilità ambientale. Un esempio può essere rappresentato dalle realtà imprenditoriali che, per evitare sprechi energetici ed emissioni eccessive, puntano a riqualificare le proprie strutture con pannelli fotovoltaici o altri strumenti puliti per la produzione di energia. Si tratta di scelte non banali: in gioco c’è il futuro delle prossime generazioni.

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