La gestione finanziaria, soprattutto per le Pmi, con particolare riferimento all’analisi dei flussi di cassa, è cruciale per la crescita e l’evoluzione di un’azienda. L’attività di routine di monitoraggio degli incassi e dei pagamenti può essere utile, ma non consente di tenere sotto controllo tutte le spese. Alcune voci come le commissioni bancarie, spesso possono sfuggire e spiazzare l’imprenditore, ma anche il piccolo correntista.
Approfondimenti
Capita frequentemente che non si presti la dovuta attenzione ai costi bancari poiché considerati difficili da monitorare dal punto di vista operativo. La maggior parte dei costi non sono altro che commissioni per le disposizioni di pagamento, bonifici SEPA, girofondi, Ri.ba, ect. . Tali oneri variano a seconda dell’istituto di credito con cui è stato aperto il conto corrente. Se in determinati casi il loro calcolo può apparire banale e agevole, in altri casi può risultare più complesso poiché la banca potrebbe richiedere delle commissioni diverse in base all’operazione effettuata.
La diversificazione degli oneri rende il monitoraggio dei conti ancora più complesso, anche perchè tante aziende si interfacciano solitamente con una pluralità di istituti bancari e quindi è molto più facile incorrere in errori e sviste. Spesso si devono fronteggiare aumenti dei costi delle commissioni bancarie senza esserne pienamente consapevoli.
I vantaggi e i limiti dell’Home Banking
Nell’epoca attuale la tecnologia ha reso più facile l’utilizzo e il monitoraggio dei conti correnti grazie all’home banking. Tutti gli istituti di credito offrono la possibilità ai propri clienti di compiere operazioni a distanza, compresa l’apertura e la chiusura del conto stesso, ma il monitoraggio delle spese continua a rimanere molto complicato. Ecco perchè è opportuna un’adeguata pianificazione ed ottimizzazione da parte del correntista e la verifica costante di eventuali variazioni unilaterali delle condizioni contrattuali che potrebbero comportare importanti aggravi dei costi periodici.
I software aggiornati per monitorare i conti correnti
Oggi le aziende hanno alcune risorse preziose per monitorare facilmente i conti correnti e le spese di gestione. Si tratta di strumenti software sviluppati ad hoc per la gestione della tesoreria con particolare riferimento al monitoraggio delle commissioni bancarie. I software sono stati creati per memorizzare le regole di tutte le banche con cui un’impresa intesse delle relazioni commerciali, dando così la possibilità al reparto amministrativo di monitorare il comportamento degli istituti di credito, verificando costantemente se le condizioni vengono rispettate o meno.
In presenza di incongruenze rispetto alle condizioni prestabilite, il software agisce bloccando automaticamente la procedura e informando tempestivamente l’utente delle eventuali anomalie riscontrate. Questi software hanno la capacità di monitorare costantemente il rispetto delle condizioni sugli oneri bancari, consentendo all’azienda di intervenire al fine di chiedere una rinegoziazione degli accordi bancari. Il fatto di poter contestare tempestivamente un rincaro degli oneri bancari consente all’azienda di accrescere la propria forza contrattuale, traendo dei vantaggi economici.
I costi e le spese da sostenere
Quasi tutti i conti correnti, salvo poche eccezioni, prevedono dei costi fissi da sostenere mensilmente e alcune spese variabili legate all’effettuazione di particolari operazioni. Chi utilizza il fido accordato dalla banca, si ritroverà anche a dover corrispondere i costi per il finanziamento ricevuto (interessi debitori).
Vi sono determinati costi che incidono sul conto corrente e che possono variare in base agli accordi intrapresi con l’istituto bancario o alla tipologia di conto. Tutti i conti prevedono il pagamento di un canone periodico o a forfait su base mensile oppure trimestrale o semestrale. Questi costi coprono un certo numero di operazioni o in determinati casi prevedono operazioni illimitate. Fra i costi da sostenere ci sono anche le spese di registrazione che la banca, in determinati casi, offre consentendo di effettuare determinate operazioni gratuite.
Se il limite delle operazioni consentite viene superato, si pagherà un determinato importo per ogni operazione eccedente. Molti istituti bancari fanno pagare delle commissioni per eseguire determinate operazioni, come i bonifici, i prelievi con il bancomat, il pagamento di utenze o per l’emissione di assegni. Alcuni istituti di credito fanno pagare anche delle spese annuali per la carta bancomat. Fra gli altri costi da sostenere vi sono anche le spese per l’invio dell’estratto conto che può essere richiesto mensilmente o trimestralmente o che in determinati casi può essere richiesto anche semestralmente o annualmente.
I titolari di conto corrente che possiedono dei titoli, dovranno anche soggiacere al pagamento delle spese per la custodia titoli. Se il conto raggiunge la punta massima di scoperto, il titolare dovrà anche pagare una commissione di massimo scoperto trimestrale. Anche per la chiusura del conto corrente è previsto il pagamento delle spese di estinzione definitiva. Si tratta di costi che per legge non dovrebbero essere più applicati, ma molti istituti di credito continuano a farle pagare ugualmente, ecco perchè bisogna sempre verificare con attenzione.
I correntisti sono anche soggetti al pagamento di imposta di bollo sull’estratto conto se il saldo medio annuale è superiore ai 5 mila euro. L’imposta ha un costo fisso di euro 34,20. Mentre i conti correnti con un saldo medio inferiore non devono pagare nulla.