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TARI: chi è tenuto a pagarla tra inquilino e proprietario?

rifiuti domestici

Nella Legge di stabilità 2014, la n. 147 del 27-12-2013, era stata introdotto all’interno dell’Imposta Unica Comunale IUC anche una tassa interamente comunale, la TARI, destinata a finanziare i costi di servizio dello smaltimento della spazzatura sul suolo cittadino. La tassa, che è andata a sostituire la TARES, presenta alcuni elementi che vale la pena approfondire: vediamo insieme quali.

Quali sono gli elementi che compongono la TARI?

Chi deve pagare la TARI, la tassa comunale sui rifiuti, tra inquilino e proprietario di casa? Scopri qui tutti i dettagli in merito.
Rifiuti a terra

I cittadini non sono in alcun modo tenuti a occuparsi del calcolo: sarà infatti responsabilità di ogni singolo Comune occuparsi della questione, inviando al cittadino residente l’avviso di pagamento. La TARI è basata sulla superficie calpestabile, cioè sui metri quadrati netti misurati al filo interno delle murature della relativa abitazione. Per quanto riguarda le utenze domestiche la tassa viene dunque calcolata rispetto al numero di occupanti dell’abitazione e alle sue dimensioni; inoltre, per il suo calcolo vengono presi in considerazione come punto di riferimento le precedenti imposte pagate (la TARES, o TARSU), a meno che nel frattempo non siano state apportate modifiche particolari all’abitazione.

La norma che disciplina le tariffe della TARI applicabili è il Decreto n. 158 del Presidente della Repubblica 27/04/1999: esse possono essere essenzialmente divise in due categorie, ovvero le utente domestiche (ovvero i luoghi adibiti alle abitazioni civili) e quelle non domestiche (le superfici commerciali, gli uffici eccetera). Entrambe le suddette categorie sono soggette ad una specifica tariffa, e a proposito il Decreto di cui sopra specifica:

La tariffa è composta da una quota determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio, riferite in particolare agli investimenti per le
opere e dai relativi ammortamenti, e da una quota rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito, e all’entita’ dei costi di gestione, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio.

Secondo quanto riportato nell’art 19 del Decreto Legislativo 30/12/1992, n. 504 a tali tariffe andrà aggiunta anche l’addizionale provinciale, pari al 5% dell’imposta, destinata alle attività della Provincia dedicate alla protezione e alla conservazione dell’ambiente naturale.

Come si calcola la TARI?

Abbiamo visto che esistono due scenari possibili, ovvero quello in cui la tassa venga applicata a superfici domestiche e quello in cui l’imposta sia legata a spazi adibiti ad attività commerciali o in generale lavorative. Il calcolo finale della TARI, dunque, cambia a seconda dei casi.

Per quanto riguarda le utenze domestiche per calcolare la TARI sarà dunque necessario moltiplicare la superficie calpestabile dei locali per la parte fissa unitaria, aggiungendo la parte variabile che è legata al numero delle persone che abitano all’interno dell’immobile. A tale cifrà andrà poi dunque aggiunto il 5% di tassa provinciale sopra indicata. Nel caso delle superfici commerciali bisognerà invece moltiplicare la superficie calpestabile dei locali per la parte fissa unitaria della categoria merceologica di appartenenza (definita dal Decreto del Presidente della Repubblica 27/04/1999, n. 158), poi sarà necessario moltiplicare la superficie calpestabile per la tariffa variabile determinata dal Comune; fatto questo bisognerà sommare le due cifre ottenute e a queste aggiungere il 5% provinciale di cui sopra.

Le cifre calcolate andranno di norma pagate in due distinte rate , le cui scadenze sono definite dai singoli Comuni. Il pagamento potrà essere effettuato con il bollettino prestampato o in alternativa attraverso il modello F24 inviato per posta insieme all‘avviso di pagamento.

Chi deve pagare la TARI tra proprietario e inquilino?

TARI è l'acronimo di Tassa Rifiuti: chi la deve pagare tra inquilino e proprietario della casa? Scopri qui la risposta a questa domanda.
Un cestino della carta.

Una volta chiarite le modalità di calcolo e di pagamento della TARI rispondiamo ad una domanda piuttosto annosa: nel momento in cui un immobile sia stato affittato, a chi spetterà il pagamento della tassa sui rifiuti? Sarà responsabilità del proprietario di casa o dell’inquilino?

In questo senso la l’art. 643 della Legge di Stabilità 2014 parla chiaro. La normativa stabilisce infatti che per determinare chi dovrà pagare la tassa su una casa in affito sarà necessario controllare il contratto di locazione: tutto dipende dalla durata di occupazione dell’immobile. Nello specifico, se la durata del contratto è inferiore ai 6 mesi la tassa sarà pagata dal proprietario di casa, ma nulla vieta di scegliere di assegnare un addebito forfettario della quota all’inquilino all’interno del canone di locazione: se invece l’inquilino rimarrà ad abitare nella casa per più di 6 mesi l’obbligo di pagamento della TARI spetterà sempre e solo a quest’ultimo.

È importante ricordare in questo caso che se ci fosse una nuova occupazione dell’immobile o qualunque altra variazione dei dati precedentemente dichiarati sarà obbligatorio presentare un’apposita dichiarazione TARI al Comune dove si trova l’immobile. Senza tale dichiarazione, il Comune potrebbe sempre desumere la tassa dalla presenza di arredo oppure dall’attivazione di una qualunque utenza (luce, gas, internet etc). In questo secondo scenario, dunque, il rischio è di dover pagare molto più di quanto non si dovrebbe.

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