Le azioni “callable” rappresentano una tipologia di titoli azionari che consentono all’emittente (la società che emette le azioni) il diritto, ma non l’obbligo, di riscattare o “richiamare” le azioni a un prezzo predeterminato prima di una data specificata. Ciò significa che l’emittente può riacquistare le azioni dagli investitori a un prezzo “call” specifico, che di solito è fissato a un premio superiore al prezzo di mercato o al valore nominale delle azioni al momento dell’emissione.
Approfondimenti
Le azioni “callable” sono da considerare alla stregua di azioni privilegiate richiamabili, poiché le azioni ordinarie in genere non hanno queste prerogative. Le azioni privilegiate richiamabili offrono all’emittente la flessibilità di riscattare anticipatamente le azioni ricorrendo determinate condizioni, ad esempio quando la loro posizione finanziaria migliora o quando l’emittente è in condizione di emettere nuove azioni privilegiate a un tasso di dividendo inferiore.
Per gli investitori, le azioni “callable” comportano un rischio di reinvestimento, poiché potrebbero dover reinvestire i proventi delle azioni richiamate a rendimenti inferiori se le condizioni di mercato sono cambiate rispetto a quando avevano originariamente effettuato l’investimento. Le azioni callable possono anche mostrare un comportamento dei prezzi più complesso a causa della possibilità di rimborso anticipato, che può limitare i benefici delle risalite del prezzo delle azioni quando le condizioni di mercato sono in rapido miglioramento.
Quando si investe in azioni callable, è fondamentale per gli investitori comprendere le disposizioni call e valutare i potenziali rischi e benefici che sono connessi al rimborso anticipato. Le azioni privilegiate callable sono in grado di offrire tassi di dividendo più elevati rispetto alle azioni privilegiate non callable con qualità creditizia simile per compensare gli investitori per i rischi maggiori derivanti proprio dall’opzione “call” che viene concessa alla società emittente.
Azioni “callable”: alcuni esempi pratici
Per fare un esempio pratico che possa mettere il lettore in condizione di capire come funzionano le azioni privilegiate callable, dovremmo supporre che una determinata società “X” emetta azioni privilegiate richiamabili con un valore nominale di 100 euro e un tasso di dividendo annuo del 6%. Questo vuol dire che annualmente queste azioni, pagherebbero per ogni 100 euro investiti, un dividendo di 6 euro.
Le azioni privilegiate hanno una clausola di “call” che consente alla società “X” di richiamare le azioni privilegiate dopo sei anni, a partire dalla prima data di call, ad un prezzo call di 105 euro. Se le condizioni di mercato per la società “X” dovessero migliorare, ad esempio, sei anni dopo l’emissione di queste azioni privilegiate, la stessa azienda sarebbe in condizione di emettere nuove azioni privilegiate ad un tasso di dividendo inferiore (ad esempio il 4%), in modo tale da ridurre i costi per i dividendi da corrispondere agli azionisti.
In questo caso effettuerebbe l’operazione richiamando la azioni emesse sei anni prima ad un tasso superiore, per immettere sul mercato azioni meno onerose dal punto di vista dei dividendi da pagare, proprio esercitando la clausola “call” e riscattando le azioni privilegiate richiamabili in circolazione.
Secondo la disposizione della call, la società “X” pagherebbe il prezzo della call di 105 euro per riscattare ciascuna azione privilegiata prima del periodo di pagamento dei dividendi indefinito. Gli investitori si accolleranno così il rischio di reinvestimento perché dovranno trovare un nuovo investimento per i proventi delle azioni privilegiate richiamate, tenendo anche conto dei nuovi tassi di dividendo del mercato che sono inferiori rispetto a quando hanno inizialmente investito nelle azioni privilegiate della società “X”.
Pertanto, in base all’esempio che abbiamo illustrato, la società “X” ha esercitato la propria facoltà di
ritirare anticipatamente le proprie azioni privilegiate in circolazione e di ridurre le spese per i dividendi, mentre gli azionisti privilegiati si sono accollati il rischio di reinvestire i proventi con rendimenti inferiori a causa del rimborso anticipato. Questo ipotetico scenario rivela in modo chiaro quali sono le prerogative e le caratteristiche principali e i potenziali rischi associati all’investimento in azioni “callable”:
I rischi per gli investitori
Dal punto di vista dell’investitore che decide di investire in un titolo “callable” a tasso fisso, va sottolineato il beneficio che gli viene concesso di ottenere rendimenti più elevati dei tassi di mercato se il titolo non viene richiamato. Ma se l’emittente dovesse decidere di esercitare l’opzione “call”, andrebbe incontro ad una perdita in conto capitale, maggiore del vantaggio ottenuto fino a quel momento per i rendimenti.
Un titolo “callable” ha una sensibilità ai tassi di interesse che è molto simile a quella di ogni titolo a tasso fisso ed è compresa tra quella di un titolo con scadenza analoga e quella di un titolo con scadenza che coincide con il momento in cui viene richiamata. Nel caso di discesa dei tassi di interesse, le probabilità che il titolo venga richiamato sale in maniera esponenziale.
L’acquirente del callable bond, in genere, ripone la fiducia sulla stabilità dei tassi nel prossimo futuro e per questo motivo decide di effettuare un investimento su un titolo “callable”. Ma qualora i tassi dovessero scendere, il prezzo del callable bond performerebbe di meno rispetto a quello di un titolo a reddito fisso ordinario di pari scadenza, poiché sulla valutazione del titolo callable incombe inesorabilmente la “spada di Damocle” del rischio-rimborso. Per le sue caratteristiche e i rischi connessi, l’acquisto di titoli “callable” è altamente sconsigliato se effettuato da investitori di “primo pelo”.