L’importanza del settore terziario è cresciuta in maniera notevole negli ultimi decenni, e non a caso l’Istat ha riscontrato un numero di persone che investono la propria forza lavoro in attività riguardanti i servizi, pari al 60% della popolazione totale europea. Questo settore, infatti, costituisce esattamente il 75% del Pil solo in Italia; per questo si parla oggi di terziarizzazione dell’economia.
Approfondimenti
Il settore terziario, al suo interno, è costituito da due macro aree funzionali: una dedicata alla vendita (commercio, assicurazioni, agenzie ecc.) e l’altra invece destinata alle imprese (ricerca, sanità privata ecc.), ambedue complementari e di supporto al settore primario e secondario.
Il suo esponenziale sviluppo deriva certamente dalla celerità con cui la tecnologia e quindi le telecomunicazioni hanno preso piede nella quotidianità di ogni essere umano, portandolo a non poterne più fare a meno: sono fortemente cresciuti anche i servizi dedicati ai cittadini, alla cura della persona, all’istruzione.
Un’attenta analisi del business trends del 2022, ha evidenziato che settori in cui si è verificato un maggiore incremento sono stati quelli del food delivery, della sostenibilità e della digitalizzazione.
Tuttavia, il mercato del settore terziario italiano non ha raggiunto gli standard previsti dalla comunità europea, sia per una ingente ritardo nell’uso della tecnologia impiegata nelle innovazioni dei processi, sia per una concorrenza assai elevata dei progetti da sviluppare.
Ma, sebbene il nostro Paese abbia sempre affrontato percorsi differenti dalle altre Nazioni, la capacità economica del settore terziario italiano ha fatto in modo che venisse apportato un valore aggiunto alla qualità della vita degli italiani al fine di renderla più “smart” e quindi intelligente. Infatti, come sottolineato dalla Confcommercio, l’attività capolista resta sempre quella dei servizi, seguita da quella del turismo e poi della finanza.
