Le tasse SAS fanno parte dei calcoli contabili necessari per il corretto funzionamento della tua società e per evitare problemi negli anni successivi con l’Agenzia delle Entrate. I calcoli sono necessari per dimostrare che i bilanci sono in regola e per capire nel dettaglio quanto sta guadagnando il singolo socio in base al suo ruolo. Infatti, nelle società SAS i soci non sono tutti uguali, ovvero non c’è un ruolo paritario tra soci. Ci sono soci che rispondono personalmente di quanto avviene e soci che, invece, non hanno responsabilità ma non hanno nemmeno potere decisionale su come sta funzionando la società e sulle strategie di investimento e di produzione per queste importanti realtà. Cosa c’è da sapere davvero sul calcolo tasse SAS e quali sono le questioni da sapere prima di aprire una società di questo tipo? In questa guida troverai le risposte alle tue domande!
Approfondimenti
Come si calcolano le tasse di una SAS
Il calcolo tasse SAS non prevede calcoli complicati in Excel, ma per richiedere un finanziamento è necessario avere i bilanci in regola e farsi due conti su Excel per capire se ci sono margini. Se la società ha bisogno di emettere delle obbligazioni per poter accedere a prestiti bancari, oppure serve dare la possibilitàè di accesso a nuovi investitori dopo aver firmato un mutuo per la sede della società, il calcolo delle tasse diventa essenziale, nonostante il Governo ha pensato di ridurre il peso delle tasse sulle aziende con una Flat Tax incrementale.
Nel calcolo ricorda le novità sul NADEF, anche per capire se la tua società ha la possibilità di estinguere anticipatamente un mutuo dopo averla costituita come SAS invece che come SNC. Quali sono i calcoli da fare per chi deve pagare le tasse e ha una SAS? La Società in Accomandita Semplice deve pagare l’IRAP al 4,25%, mentre per l’IRPEF i calcoli si fanno più complicati, perché ogni socio paga in base al proprio ruolo all’interno della società. Nel calcolo ricorda di inserire la tassa CCIAA pari a 130 euro, oltre all’INPS del 24% e all’Inail.
La SAS si paga anche al momento della chiusura: per questo alcune imprese decidono di diventare aziende zombie e di non dichiarare il fallimento. Tra le tasse che si pagano alla fine della vita della società ci sono 156 euro di bolli, 200 euro di imposta di registro, i 90 euro della Camera di Commercio e i costi notarili, che possono non essere da poco.
Quanto paga di IRPEF una SAS
Il calcolo tasse SAS si effettua dividendo tra accomandanti e accomandatari. Gli accomandanti sono i soci che rispondono solo delle loro quote e pagano le tasse di conseguenza, mentre gli accomandatari sono i veri responsabili dell’impresa e pagano di più, con il vantaggio di prendere le decisioni per l’azienda. Il primo calcolo delle tasse si applica sugli utili della società, ai quali viene applicata una tassa del 24% riferita all’INPS. A questa tassa c’è da aggiungere in bilancio anche l’IRAP, pari al 3,9% dell’utile.
Una volta divisi gli utili, la percentuale dell’IRPEF è variabile dal 23% al 43% in base agli scaglioni, ovvero da quanto si guadagna. I soci accomandanti, però, non pagano l’INPS, ma procedono con il versamento delle tasse sui rendimenti relativi alle loro quote. Gli accomandatari, invece, pagano l’INPS e pagano l’IRPEF a scaglioni, con particolare riferimento agli importi superiori ai 28 mila euro. Infatti, sotto questa cifra si applica l’aliquota del 23%, su 28 mila euro si applica l’aliquota del 25% e a seguire si applicano le aliquote dal 35% al 43% in base alla propria situazione reddituale. Per poter evitare le aliquote più alte, è importante tenere delle quote di partenza basse, che consentano di non arrivare al limite dei 28 mila euto.
Quando conviene fare una SAS
La SAS conviene nonostante il calcolo delle tasse su questo tipo di società perché i costi di partenza sono più bassi rispetto a società più complesse. In più, le piccole e medie imprese possono avvantaggiarsi con una SAS per ottenere una contabilità più semplice. Infine, diventa semplice ottenere degli investimenti esterni senza troppe ingerenze se chi investe nell’azienda ha un ruolo non decisionale, che viene garantito anche legalmente con la differenza tra accomandante e accomandatario.
Nonostante gli obblighi fiscali e di registrazione, la società non è obbligata ad avere un capitale di partenza o dei fondi comuni per iniziare. Il bilancio non è obbligatorio, ma può essere utile per ottenere ulteriori finanziamenti o per capire come vanno gli ivnestimenti nel corso degli anni, o ancora per un riferimento pratico per il calcolo delle tasse. In ogni caso, ti consigliamo di avviare la società con la consulenza di un commercialista abilitato di fiducia, che si occupi anche del calcolo delle tasse per la tua società e della divisione degli utili in base al tipo di socio.