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FAO: aumento dell’indice dei prezzi delle materie prime alimentari dopo un anno di calo

Bancarella frutta e verdura

Il BEN, l’indice di riferimento per i prezzi alimentari globali relativo al mese di aprile, per la prima volta nel 2023, ha fatto registrare un aumento dei prezzi. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) tiene traccia costantemente delle variazioni mensili dei prezzi dei prodotti alimentari comunemente scambiati. Nel mese di aprile è stato registrato un valore medio di 127,2 punti, con un incremento dello 0,6% rispetto al mese precedente. A far lievitare i prezzi è stato soprattutto l’aumento del costo di alcuni generi di prima necessità come carne, zucchero e riso, mentre hanno fatto registrare una flessione i prezzi di mais, grano, latticini e oli vegetali. 

L’indice è del 19,7%, un dato inferiore rispetto al mese di aprile 2022, ma che rimane comunque superiore del 5,2% rispetto all’aprile 2021. Preoccupa soprattutto il costo della carne, che ad aprile 2023 è impennato dell’1,3%. In evidenza soprattutto l’aumento del prezzo della carne di maiale e quello del pollame, condizionato soprattutto dall’abbattimento di interi allevamenti a causa dell’influenza aviaria. In crescita anche il prezzo della carne bovina, cresciuto a causa del calo delle forniture di bestiame, in special modo negli Usa.

Aumenta lo zucchero e preoccupa il grano

Cresce in modo esponenziale anche il prezzo dello zucchero che, sulla base dei dati riportati nell’indice FAO, ha fatto registrare una crescita del 17,6% rispetto al mese precedente, toccando livelli record che non si vedevano da ottobre 2011. La causa di questi aumenti corposi sarebbe da ricondurre alle ridotte aspettative di produzione in India, Tailandia e Cina. 

Nel suo report, la FAO ha anche rivisto al rialzo le previsioni sulla produzione mondiale di grano per il 2023. La produzione globale, al momento, è fissata a 785 milioni di tonnellate. Un dato che è il secondo mai registrato in assoluto. In un commento rilasciato da Maximo Torero, capo economista della FAO, il dirigente ha evidenziato quanto sia importante, in questo momento, “monitorare molto da vicino l’evoluzione dei prezzi e le ragioni degli aumenti dei prezzi”. 

Torero ha anche spiegato che le economie potrebbero riprendersi dai rallentamenti nei prossimi mesi e che la domanda dovrebbe crescere  esercitando una pressione al rialzo sui prezzi alimentari”. C’è invece preoccupazione per l’aumento dei prezzi del riso, mentre non è affatto scongiurato il rischio che i prezzi di grano e mais potrebbero registrare nuovi picchi. 

Il rapporto FAO sulle crisi alimentari 2023 

Un nuovo rapporto della FAO ha evidenziato come il numero di persone che combattono la fame acuta e soffrono di malnutrizione ha raggiunto dei picchi che non si vedevano da sette anni a questa parte. Il Rapporto globale sulle crisi alimentari 2023 ha evidenziato come 258 milioni di persone in 58 paesi stanno affrontando livelli elevati di insicurezza alimentare. Queste condizioni di malnutrizione e insicurezza sarebbero peggiorate soprattutto con la pandemia di Covid-19 e con l’invasione dell’Ucraina. Anche le condizioni meteorologiche estreme e i conflitti armati stanno rendendo ancora più complicato l’approvvigionamento di generi di prima necessità. 

Secondo l’ultimo rapporto FAO, i paesi che in assoluto sono i più affamati al mondo sono Repubblica Democratica del Congo, l’Etiopia, la Nigeria, l’Afghanistan, lo Yemen, il Myanmar, la Repubblica araba siriana, il Sudan, l’Ucraina e il Pakistan. 

Recentemente la FAO ha pubblicato un report dal titolo “Contributo degli alimenti di origine animale alla sana alimentazione per il miglioramento della nutrizione e della salute” che contiene un’analisi completa in cui si illustrano in maniera chiara i benefici e i rischi legati al consumo di alimenti di origine animale di terra. Il report trae le proprie considerazioni sulla scorta degli oltre 500 articoli pubblicati sulle riviste scientifiche e su 250 documenti. Secondo il rapporto FAO, alimenti come carne, uova e latte rappresentano una fonte preziosa di macronutrienti come proteine, grassi e carboidrati. Questi micronutrienti sono molto difficili da ottenere da alimenti a base vegetale. Si tratta di preziosi supporti che abbondano di proteine di alta qualità e di nutrienti come ferro, calcio, zinco, selenio e vitamina B12, oltre a composti bioattivi come carnitina, creatina, taurina. Sono composti considerati fondamentali per alcune funzioni legate alla salute. 

Elementi che non possono mancare nelle diete dei bambini, degli adolescenti e delle donne in gravidanza. A livello globale, sono circa 372 milioni i bambini che nell’Asia meridionale e orientale, nel Pacifico e nell’Africa subsahariana si nutrono con alimenti poveri di ferro, vitamina A e Zinco. Lo stesso dicasi per 1,2 miliardi di donne in età fertile che soffrono di malnutrizione e carenze.

I rischi legati al consumo di alimenti di origine animale

Nel rapporto pubblicato dalla FAO si parla anche dei rischi per la salute derivanti dal consumo di alimenti di origine animale. Secondo la tesi della FAO, consumare anche bassi livelli di carne rossa trasformata, può far lievitare il rischio di mortalità e malattie croniche, oltre ad aumentare il rischio di sviluppare cancro al colon-retto e malattie cardiovascolari. Non esisterebbero invece correlazioni significative tra il consumo di uova, carne bianca o latte con lo lo sviluppo di malattie coronariche, ipertensione e ictus. 

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