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OPEC e il taglio della produzione di petrolio

OPEC ha annunciato la proroga dei tagli alla produzione di petrolio, che proseguiranno fino al 2024 inoltrato. Ecco le conseguenze.

Il ferale annuncio risale ai primi di giugno del 2023. L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio, anche conosciuta con l’acronimo OPEC, ha confermato l’arrivo di una serie di tagli alla produzione di petrolio che avranno un impatto significativo sull’industria petrolifera globale almeno fino alla fine del 2024. Si sta parlando, più nel dettaglio di 3,6 milioni di barili a livello globale in meno, ma in realtà l’organizzazione starebbe prendendo in considerazione un ulteriore taglio di 1 milione di barili, come riportato anche da La Stampa.

La decisione è stata presa congiuntamente in un meeting a Vienna da OPEC+, l’organo che include non soltanto l’OPEC di per sé ma anche alcuni membri aggiunti, tra cui spicca il nome della Russia. Cosa succederà ora? Quali saranno le conseguenze? Vediamolo insieme.

I dettagli numerici del taglio della produzione di petrolio a livello globale

L'annuncio del taglio della produzione di petrolio prolungato fino al 2024 avrà conseguenze mondiali, vediamo quali.
Un distributore di benzina.

Andando più nello specifico, il cartello dei produttori di petrolio ha confermato un tetto produttivo di 40,46 milioni di barili al giorno che perdurerà (come minimo?) fino al 31 dicembre 2024. Rispetto allo scorso mese di maggio 2023 si parla di una diminuzione di ben due milioni di barili giornalieri, ai quali è necessario aggiungere altri 1,6 milioni di barili in meno (una quantità, quest’ultima, decisa dall’Arabia Saudita in funzione della sua spare capacity, ovvero della sua capacità aggiuntiva di produzione). Per quanto riguarda la Russa di Vlamidir Putin, invece, si parla della proroga di un taglio corrispondente a 500 barili giornalieri in meno.

Nello stesso meeting internazionale, inoltre, i Paesi membri dell’OPEC si sono anche impegnati a ritrovarsi ogni sei mesi (il prossimo incontro è fissato il 24 novembre, sempre a Vienna) per ridefinire gli obiettivi e proseguire con il monitoraggio del settore petrolifero.

Quali sono le motivazioni dietro al taglio del petrolio da parte dell’OPEC?

Quali saranno le conseguenze per quanto riguarda il taglio della produzione di petrolio annunciata da OPEC? Vediamole insieme.
Impianto per l’estrazione di petrolio.

La principale motivazione dietro questa scelta, di per sé piuttosto drastica, è legata alla necessità da parte dei Paesi produttori di frenare il crollo dei prezzi del greggio, una diminuzione sempre più accentuata negli ultimi anni e che ha iniziato a preoccupare, e non poco, i Governi di tutto il mondo. Il taglio già era stato confermato la scorsa primavera, ma alla luce del mutato contesto internazionale, l’organizzazione si è trovata costretta, per riprendere in mano la situazione, a prolungare le misure intraprese.

Ci potrebbero però essere anche altre ragioni dietro al taglio della produzione di greggio. Il primo annuncio a riguardo, quello di aprile, era rivolto (come riporta Borse.it) soprattutto ai venditori allo scoperto, ovvero a tutti coloro che in passato avevano scommesso sul crollo dei prezzi del petrolio sulla scia della crisi del settore bancario. L’obiettivo dell’OPEC, dunque, era quello di impedire agli short-seller di continuare a scommettere “contro” questo mercato. La strategia, nell’immediato, ha anche funzionato piuttosto bene: l’avvertimento destinato a questi investitori lanciato alla fine di marzo aveva lasciato spiazzati i mercati e aveva fatto aumentare i futures sul petrolio fino all’8%. Il problema è che gli effetti di scelte simili possono essere molto pesanti per le tasche delle fasce meno abbienti della popolazione.

Quali saranno le implicazioni? Ecco i possibili scenari

I tagli alla produzione di petrolio dell’OPEC avranno certamente implicazioni positive per i produttori locali di petrolio e gas, che godranno evidentemente di maggiori profitti. Per quanto riguarda l’economia mondiale, tuttavia, la decisione dell’organizzazione avrà anche conseguenze di tutt’altra risma, tra le quali segnaliamo:

  1. L’aumento delle tensioni politiche: la scelta dell’OPEC andrà ad inficiare ulteriormente la qualità dei rapporti tra Stati Uniti e Arabia Saudita in modo particolare. Bisogna ricordare, per esempio, che già a luglio del 2022 Joe Biden si era recato nel Paese arabo per convincere il regno a pompare più greggio. A ottobre, inoltre, l’Arabia Saudita aveva scelto di tagliare la sua produzione di due milioni di barili proprio poche settimane prima delle elezioni di medio termine USA. Gli equilibri legati al greggio (non che sia una novità) sono anche di natura geopolitica, e non soltanto economica.
  2. L’aumento dell’inflazione: il taglio della produzione dei barili porterà di conseguenza ad un aumento dei prezzi del petrolio. A cascata, questo incremento comporterà costi più elevati per i consumatori e per le industrie che dipendono dal petrolio come principale fonte di energia. La conseguente riduzione della domanda di greggio dovrebbe insomma portare ad un inasprimento dell’inflazione che le banche stanno cercando da tempo di combattere. Come riporta Wall Street Italia, alcuni analisti di Goldman Sachs a proposito hanno dichiarato: “L’OPEC+ ha un potere di determinazione dei prezzi molto significativo rispetto al passato. Il taglio a sorpresa di oggi è coerente con la loro nuova dottrina di agire preventivamente perché possono farlo senza perdite significative di quote di mercato“ . L’unico modo per risolvere il problema, ancora una volta, sarà l’applicazione di una modalità restrittiva, con il tanto temuto aumento dei tassi di interesse.

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