1,6 miliardi di dollari: ecco la spaventosa cifra che Michael Burry, tra i più celebri e chiacchierati manager di fondi speculativi statunitensi, ha puntato sul crollo della borsa di Wall Street. Sono in molti, compresa l’agenzia Sure Dividend, a pensare che non potrebbe non avere tutti i torti. D’altra parte, era stato lo stesso Burry (insieme ad un gruppo di altri investitori) ad intuire quello che sarebbe successo nel 2008, con lo scoppio della bolla immobiliare e la crisi dei mutui subprime che avrebbe condotto alla crisi economica mondiale. Una storia incredibile, la sua, raccontata in modo magistrale nella pellicola The Big Short del 2015, con protagonista Christian Bale.
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Alla luce degli ultimi sviluppi finanziari, sembra che Burry abbia voluto rimettere mano a quella strafottenza che l’ha sempre caratterizzato per sfidare il sentire comune e per andare alla ricerca di nuovi enormi profitti, in un contesto economico più delicato che mai. Ecco, dunque, tutte le ultime news da Manhattan a riguardo.
L’attuale “Grande scommessa” di Michael Burry
Di recente, Burry ha iniziato a focalizzare la sua attenzione sugli indici azionari Nasdaq 100 e S&P 500. In base ad alcuni documenti appartenenti alla Security Exchange Commission che sono stati di recente pubblicati e riportati dai media USA, Burry starebbe muovendo le sue pedine attraverso il suo hedge fund Scion Asset Management. Un fondo, quest’ultimo, che nel 2008 ha ottenuto il rendimento record del 489,34% e che starebbe dunque investendo oltre 1,6 miliardi di dollari in opzioni put contro fondi ETF legati per l’appunto allo S&P 500 e al Nasdaq 100. Stando alle rilevazioni dell’istituto di vigilanza della Borsa statunitense, questa cifra fa riferimento al 90% del portafoglio della società di Burry.
Ma perché investire proprio in opzioni put? Il motivo è piuttosto semplice: questo tipo di strumento sfrutta una situazione in cui mercati sono al ribasso, guadagnando valore una volta che i titoli scendono. Si tratta insomma di una strategia che permette agli investitori di vendere i loro titoli ad un prezzo predeterminato, mentre i loro venditori si impegnano a comprarli a quel determinato costo. In questo contesto, i profitti arrivano al possessore di un’opzione put nel momento in cui il prezzo dell’opzione stessa è minore rispetto alla differenza tra il prezzo di esercizio e il prezzo dell’azione alla scadenza.
Alla luce dei fatti, e della sua importante scommessa, risulta evidente come Burry sia convinto dell’imminente inversione di tendenza di Wall Street, e questo nonostante sia lo S&P 500 sia il Nasdaq 100 siano cresciuti nel corso dell’ultimo anno in modo significativo (rispettivamente del 16% e del 38%). In apparenza, dunque, soprattutto per chi non è esperto al settore, la mossa di Michael Burry potrebbe apparire molto azzardata, per non dire sconsiderata. Basti pensare, a proposito, che già lo scorso gennaio il manager aveva invitato i suoi 1,4 milioni di follower su Twitter a vendere, per poi ritornare sui suoi passi appena un paio di mesi dopo, ammettendo di essersi sbagliato.
La strategia sulle banche regionali e sulla Cina
L’operazione monster riportata qui sopra non è stata nemmeno l’unica mossa recente degna di nota da parte di Burry. Il suo fondo ha infatti deciso di liberarsi delle sue azioni in diverse banche regionali: ha ad esempio venduto le sue 150.000 quote della First Republic Bank (FRC), così come le holding nella Huntington Bank PacWest (PACW) e della Western Alliance (WAL). Non è chiaro, in ogni caso, se queste vendite abbiano avuto luogo prima o dopo l’acquisizione della First Republic Bank da parte di JP Morgan lo scorso maggio. Burry ha anche cambiato strategia rispetto alle sue azioni cinesi, vendendo le sue quote di JD.com (JD) e di Alibaba (BABA) nel secondo trimestre del 2023.
Vale inoltre la pena sottolineare quali sono i player più importanti sul mercato sui quali Burry ha deciso di puntare in modo particolare in quest’ultimo periodo. Circa il 6% del portfolio azionario di Scion Assset Management è incentrato sul settore della sanità e su quello dei viaggi, ma anche dell’automotive e dell’energia: nel secondo trimestre dell’anno, Burry ha infatti scommesso sulle azioni del gruppo Expedia, oltre a quelle di Mgm Resorts, di Cvs, di Warner Bros Discovery e di Stellantis.
Le ultime reviews di Sure Dividend danno ragione a Burry
Per quanto le recenti mosse di Michael Burry possano apparire fin troppo rischiose, c’è una grossa fetta di analisti USA che in realtà lo supporta e che sembra fidarsi di lui ciecamente, forse proprio alla luce della straordinaria intuizione che ebbe prima dello scoppio della crisi del 2007-2008.
Il già citato Sure Dividend, media di settore che si occupa di fornire su dividenti e investimenti, ha di recente rivelato in una delle sue reviews che gli investitori che hanno seguito le strategie di investimento della Scion Asset Management di Burry sono riusciti ad ottenere un rendimento annualizzato del 56% negli ultimi tre anni. Sul suo sito, inoltre, Sure Dividend definisce Burry senza troppi giri di parole come “una leggenda vivente del mondo della finanza”. Qualcosa di buono, insomma, dovrà pure averlo fatto.