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Calo della fiducia dei consumatori: a maggio situazione preoccupante in Italia

calo della fiducia dei consumatori

Il calo della fiducia dei consumatori rappresenta una preoccupante tendenza nel contesto economico attuale. Questo fenomeno è stato evidenziato negli ultimi giorni da diverse fonti, tra cui l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) e diverse associazioni dei consumatori.

In calo anche il clima di fiducia delle imprese italiane, che diminuisce dopo due mesi consecutivi di crescita, con un generale peggioramento, più accentuato nel settore delle costruzioni.

Calo della fiducia dei consumatori: dati e analisi

Secondo l’ISTAT, il calo della fiducia dei consumatori si è accentuato a maggio, riportandosi ai livelli di marzo. Questo calo è attribuito all’aumento dei prezzi al dettaglio e all’inflazione, che hanno avuto un impatto negativo sulle aspettative dei consumatori.

Le famiglie sono costrette a fare rinunce e sacrifici, riducendo i consumi di beni di prima necessità e cercando offerte e sconti per contenere le spese. In particolare, l’Istituto nazionale di statistica stima una flessione sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 105,5 a 105,1), sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese che passa da 110,4 a 108,7.

Il calo della fiducia dei consumatori in Italia è in aumento, il dato preoccupa le associazioni di settore

Dopo la positiva ripresa dei mesi scorsi, legata soprattutto al calo delle bollette di luce e gas e alle ripercussioni sul tasso d’inflazione, l’indice sulla fiducia torna a diminuire”, ha spiegato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. “Risulta evidente che la crescita dei prezzi al dettaglio registrata nell’ultimo periodo, e listini in costante aumento per i beni più acquistati dalle famiglie, dagli alimentari al carrello della spesa, abbiano influito sul clima di fiducia e sulle aspettative dei consumatori. Un segnale preoccupante, perché si riflette sulla propensione alla spesa dei cittadini, e ribadiamo ancora una volta la necessità di un intervento del Governo attraverso misure specifiche tese a calmierare i listini al dettaglio”.

Clima di fiducia delle imprese

L’andamento del clima economico si è rafforzato passando da 119,0 a 119,8, tuttavia il clima personale, sia attuale che futuro, ha mostrato una diminuzione, rispettivamente da 100,9 a 100,1 e da 113,3 a 112,6. Nel contesto delle imprese, la fiducia si è deteriorata in tutti i settori analizzati. Nella manifattura, l’indice è sceso da 102,8 a 101,4, mentre nel settore delle costruzioni è passato da 164,2 a 159,4. Nei servizi di mercato, si è verificata una diminuzione da 105,5 a 104,1, mentre nel commercio l’indice è sceso da 112,9 a 111,6.

Analizzando le componenti degli indici di fiducia, sia nella manifattura che nelle costruzioni tutte le variabili hanno registrato un andamento negativo.

Focalizzandoci sui settori, nella manifattura si è riscontrato un aumento della fiducia solo nel comparto dei beni di consumo, mentre nel settore delle costruzioni tutti i settori presi in considerazione hanno evidenziato un peggioramento dell’indice. Per quanto riguarda i servizi di mercato, sia il trasporto e magazzinaggio che l’informazione e comunicazione hanno registrato un aumento dell’indice di fiducia. Nel commercio al dettaglio, il peggioramento della fiducia è emerso solo nella grande distribuzione, mentre nel settore tradizionale l’indice è in risalita.

Nel settore delle costruzioni tutti i settori presi in considerazione hanno evidenziato un peggioramento dell’indice

Implicazioni sociali ed economiche

Il calo della fiducia dei consumatori ha ripercussioni significative sia sul piano sociale che su quello economico. Le famiglie, soprattutto quelle meno abbienti, si trovano a fronteggiare aumenti dei prezzi che mettono a rischio il loro tenore di vita. Ciò crea disuguaglianze e ingiustizie nel Paese. Inoltre, il calo della fiducia dei consumatori, come spiegato da Rienzi, può influire negativamente sulla propensione alla spesa, rallentando l’economia nel suo complesso.

Per fare un esempio pratico, come si legge nell’ultima nota del MIMIT, il controllo sui prezzi dei prodotti per l’infanzia e per la cura della persona relativo a marzo 2023, ha mostrato che la media nazionale dei prezzi rispetto a dicembre 2022 per alcuni prodotti per l’infanzia, soprattutto pannolini e seggiolini auto, è più alta di quanto ci si aspettasse (visto anche il calo dell’IVA su alcuni prodotti per la cura personale dal 22 al 5%). Inoltre, la situazione è risultata non uniforme su tutto il territorio nazionale. Infatti, a livello territoriale per gli stessi prodotti, si rilevano variazioni fortemente eterogenee dei prezzi e le prime stime di aprile non sono migliori. Il settore dei prodotti per l’infanzia pesa in modo particolare sulle famiglie che hanno appena avuto figli, come ha di recente segnalato l’osservatorio nazionale Federconsumatori, che ha rilevato importanti rincari nelle spese necessarie a mantenere un figlio nel primo anno di vita.

Misure per affrontare il calo della fiducia dei consumatori

Non solo il Codacons, ma le associazioni dei consumatori in generale, come Federconsumatori e Confesercenti, hanno sottolineato l’importanza di interventi da parte del governo e delle aziende per affrontare questa situazione. È necessario adottare misure strutturali che possano sostenere le famiglie con minori possibilità di spesa. Una possibile soluzione potrebbe essere la creazione di Osservatori Territoriali per monitorare i prezzi e intervenire tempestivamente in caso di scorrettezze. Inoltre, è importante combattere fenomeni speculativi, per reperire fondi destinati a tali interventi.

Analisi del contesto economico

È essenziale considerare anche il contesto economico generale che ha portato a un calo della fiducia dei consumatori. Secondo Confindustria, l’Italia sta registrando una crescita economica moderata, trainata principalmente dal settore dei servizi. Tuttavia, l’industria e il settore delle costruzioni mostrano una situazione meno solida. Inoltre, l’inflazione persiste e i prestiti alle imprese diminuiscono, creando ulteriori sfide per l’economia. Il Codacons evidenzia che l’inflazione prevista nei prossimi anni potrebbe bruciare circa 10 miliardi di euro di potere d’acquisto delle famiglie, mettendo a rischio la capacità di spesa e la ripresa economica. Il calo della fiducia dei consumatori rappresenta una sfida significativa per l’economia e la società. È necessario un intervento tempestivo da parte del governo e delle aziende per affrontare questa situazione.

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