x

x

Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

Occupazione al Sud: il 35% delle donne con figli piccoli non lavora

occupazione al sud

L’occupazione al Sud è un tema cruciale per l’economia italiana e per il futuro demografico del paese. Un report di Svimez ha fotografato la situazione attuale, rilevando come dato più critico, che la partecipazione delle donne al mercato del lavoro nel Mezzogiorno è ancora molto bassa rispetto al Centro-Nord, con gravi conseguenze per la crescita economica e la sostenibilità demografica. La carenza di servizi per l’infanzia e le infrastrutture scolastiche rappresentano ostacoli significativi per le donne con figli, che desiderano lavorare.

Occupazione al Sud: svantaggiate le madri

Secondo i dati forniti dallo Svimez sull’occupazione al Sud, solo il 35,3% delle madri con figli in età prescolare lavora nel Mezzogiorno, mentre la percentuale sale al 64% nel Centro-Nord. Questo divario significativo riflette la sfida che le donne affrontano nella conciliazione dei loro impegni tra famiglia e lavoro al Sud del nostro Paese. È interessante notare anche un dato più generale, in Italia, risulta che i genitori hanno tassi di occupazione più elevati rispetto ai figli maggiorenni, con il 67,8% dei genitori che lavora rispetto al 56,1% dei figli.

Occupazione al Sud: il tasso di occupazione è del 74,4% per i padri e solo del 36,7% per le madri

Bassa occupazione femminile al Sud: cause

La carenza di posti disponibili negli asili nido, gli elevati costi di accesso a tali servizi e la scarsa diffusione del tempo pieno nelle scuole dell’infanzia sono tra le principali cause della scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro nel mezzogiorno. Questi fattori influenzano negativamente le opportunità di lavoro per le donne in tutta Italia, ma sono particolarmente critiche man mano che si scende per lo Stivale. Lo squilibrio di genere tra genitori è più marcato nell’occupazione al Sud, con un tasso di occupazione del 74,4% per i padri e solo il 36,7% per le madri, rispetto al 88% e al 65,4% nel Centro-Nord, rispettivamente.

Impatto sull’economia italiana

I dati critici sull’occupazione al Sud e in particolare la bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro, rappresentano un ostacolo significativo per le prospettive di crescita dell’economia italiana, soprattutto considerando le tendenze demografiche negative attuali. Secondo le proiezioni demografiche dell’Istat, nel 2040 la popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni diminuirà di circa il 16% rispetto al 2022, con una riduzione di oltre il 9% della forza lavoro. Tuttavia, se il tasso di partecipazione femminile nel Mezzogiorno raggiungesse il livello medio dell’UE del 2022 entro i prossimi dieci anni, si potrebbe contenere la flessione delle forze di lavoro a poco più di un milione, anziché i due milioni previsti.

Inclusione, formazione ed efficientamento dei servizi per l’infazia tra le soluzioni per il basso tasso di occupazione femminile al Sud

Possibili soluzioni

L’occupazione al Sud rappresenta una sfida cruciale per l’economia italiana e per il futuro demografico del Paese. La bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro nel Mezzogiorno è un problema significativo che richiede interventi e soluzioni mirate. Di seguito alcuni esempi:

  1. Migliorare l’accessibilità e la qualità dei servizi per l’infanzia: È fondamentale aumentare il numero di asili nido e migliorare l’accessibilità economica per le famiglie. Inoltre, è importante sviluppare politiche che favoriscano la qualità dei servizi, garantendo personale qualificato e infrastrutture adeguate.
  2. Promuovere l’orario scolastico a tempo pieno: L’introduzione dell’orario scolastico a tempo pieno può facilitare la conciliazione tra lavoro e famiglia per le madri. Ciò consentirebbe loro di avere più tempo disponibile per svolgere un’attività lavorativa, sapendo che i loro figli sono impegnati in attività educative e di socializzazione.
  3. Sostenere l’imprenditoria femminile: Promuovere l’imprenditoria femminile nel Mezzogiorno può essere un’opportunità per le donne che desiderano lavorare ma che trovano difficoltà nell’accesso a impieghi tradizionali. Incentivi fiscali, sostegno finanziario e formazione specifica possono favorire lo sviluppo di nuove imprese guidate da donne.
  4. Favorire politiche di conciliazione lavoro-famiglia: È importante adottare politiche che permettano una migliore conciliazione tra lavoro e famiglia, come la promozione di orari flessibili, il telelavoro o la condivisione delle responsabilità familiari tra i genitori. Incentivare le aziende a implementare queste politiche può contribuire a creare un ambiente di lavoro più favorevole per le donne.
  5. Investire in formazione e riqualificazione professionale: Per favorire l’occupazione femminile, è essenziale investire nella formazione e nella riqualificazione delle donne. Programmi di formazione specifici, adattati alle esigenze del mercato del lavoro locale, possono aiutare le donne a sviluppare competenze richieste e ad accedere a nuove opportunità occupazionali.
  6. Combattere gli stereotipi di genere: È importante promuovere una cultura che combatta gli stereotipi di genere nel mondo del lavoro. Sensibilizzare l’opinione pubblica e le imprese sull’importanza dell’uguaglianza di genere e della valorizzazione delle competenze femminili può contribuire a creare un ambiente di lavoro più inclusivo e a promuovere l’occupazione femminile.

Per affrontare le sfide dell’occupazione al Sud e promuovere una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro, questi interventi dovrebbero essere supportati da politiche pubbliche a lungo termine, da un coinvolgimento delle comunità locali e da partenariati tra il settore pubblico e privato. Solo attraverso un approccio olistico e coordinato sarà possibile affrontare efficacemente questa sfida e creare opportunità occupazionali sostenibili per le donne nel Mezzogiorno.

Argomenti