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Banche centrali verso nuovo regime: cosa aspettarsi da un aumento dei tassi

BCE e FED hanno deciso di rialzare i tassi d'interesse.

Nella giornata di giovedì 4 maggio, la Banca Centrale Europea ha deciso di alzare ancora i tassi di interesse di un quarto di punto. Si tratta del più piccolo aumento da quando è stata avviata la politica del rialzo dei tassi iniziata nel mese di luglio 2022, dopo che i dati delle ultime settimane hanno evidenziato un raffreddamento dell’inflazione core e le banche hanno bruscamente ritirato i prestiti.

La decisione segue quella della Federal Reserve americana che ha deciso anch’essa di aumentare i tassi di interesse di un quarto di punto, portando il tasso di riferimento nei 20 paesi che utilizzano l’euro al 3,25%. Si tratta del settimo rialzo da luglio nel tentativo di tenere sotto controllo l’inflazione che rimane ancora alta anche se dall’inizio del 2023 ha rallentato in maniera vistosa. 

Le dichiarazioni di Christine Lagarde

Nel suo intervento, la presidente della BCE, Christine Lagarde, ha parlato di ulteriori rialzi dei tassi nei mesi a venire: “Abbiamo più terreno da coprire e non ci fermeremo”, ha dichiarato la Lagarde nella giornata di giovedì ai giornalisti, aggiungendo che i tassi di interesse non sono ancora “sufficientemente restrittivi”.

Secondo la presidente della BCE, nonostante i dati confortanti sull’inflazione delle ultime settimane, rimangono forti pressioni sui prezzi sottostanti. I continui aumenti dei tassi si stanno riflettendo con grande forza sui finanziamenti e sulle condizioni monetarie dell’area dell’euro, mentre l’impatto del rialzo dei tassi sull’economia reale rimane incerto.

L’aumento dei prezzi e dei tassi di interesse ha messo a dura prova l’economia dell’area dell’euro, che ha evitato solo di poco una recessione nei primi tre mesi dell’anno. Anche se ancora lontana dai suoi massimi, l‘inflazione nell’area euro è salita al 7% ad aprile, dal 6,9% di marzo, secondo una prima stima effettuata nei primi giorni di maggio. Buone notizie sono giunte dal mercato del lavoro dove la disoccupazione è scesa al 6,5% a marzo.

Ma l’inflazione core, che esclude i prezzi volatili di cibo ed energia, è inaspettatamente scesa al 5,6% ad aprile, inviando un segnale positivo secondo il quale, gli aumenti dei prezzi sebbene ancora elevati, potrebbero rallentare nei mesi a venire. L’obiettivo della BCE rimane quello di riportare l’inflazione al tasso fisiologico del 2%. Secondo le dichiarazioni della Lagarde, la lotta contro l’inflazione è ben lungi dall’essere vinta nonostante i segnali confortanti. 

Infatti esisterebbero  ancora significativi rischi al rialzo per le prospettive di inflazione, citando anche gli aumenti dei salari e la guerra in Ucraina, che rendono ancora pieni di incognite sia i mercati dell’energia che quelli dei generi alimentari. Non vanno neanche sottovalutate le recenti tensioni sui mercati finanziari che potrebbero contribuire a far scendere ancora di più il costo della vita.

Le banche nell’area dell’euro, a causa della minore propensione al rischio, hanno “sostanzialmente” reso ancora più restrittivi i criteri per l’estensione del credito, ha affermato la BCE in un rapporto recente, anche se gli effetti dell’aumento dei tassi di interesse sull’economia reale rimangono ancora poco chiari. “Non stiamo ancora vedendo gli impatti completi che desideriamo – ha dichiarato la Lagarde –  per raggiungere l’obiettivo del 2%”. 

Rialzo tassi interesse, quali conseguenze per le aziende italiane?

Il rialzo dei tassi di interesse sta già avendo, da diversi mesi, delle pesanti conseguenze sull’economia italiana, rallentando gli investimenti delle imprese che hanno minore liquidità a disposizione. Infatti, il costo del denaro più elevato sta inducendo molte aziende italiane ad accantonare dei progetti e a dover rinviare alcune soluzioni per aumentare la produzione. 

Chi aveva in programma di ampliare il proprio organico, sta rinviando le assunzioni a tempi migliori mentre si stanno riducendo progressivamente i finanziamenti per le scorte di magazzino. In questa fase è inevitabile un certo immobilismo da parte delle aziende che rinviano il lancio di nuovi prodotti e riducono le sperimentazioni su altri settori di mercato.

Le mosse della Federal Reserve

Il giorno prima dell’aumento di un quarto di punto dei tassi di interesse da parte della Bce, anche la Federal Reserve ha votato all’unanimità per aumentare i tassi di interesse di un quarto di punto. Per la Banca centrale americana si è trattato del decimo rialzo dei tassi da quando la stessa ha deciso di avviare la sua strategia contro l’inflazione iniziata nel mese di marzo 2022. Una decisione dettata dalla persistente fragilità del settore bancario americano innescata in parte da tassi di interesse più elevati e in seguito al crollo di tre banche regionali.

L’aumento di un quarto di punto ha portato il tasso complessivo dal 5 al 5,25%, il livello più alto in oltre 15 anni. Dopo la decisione di aumentare per la decima volta il tasso di interesse, la Fed ha ribadito l’impegno della banca centrale di ridurre l’inflazione, anche se molti analisti hanno già preconizzato un’imminente pausa nei rialzi dei tassi.

Per quanto riguarda i tempi di quella pausa, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha dichiarato nella sua conferenza stampa post-riunione che la banca centrale “affronterà la questione nella riunione di giugno”. Powell ha anche dichiarato che, anche se la decisione di aumentare i tassi è stata largamente condivisa dal board, sono molto forti le pressioni affinchè non vi siano ulteriori rialzi nei mesi a venire.

Le dichiarazioni di Klaas Knot

Mentre la Fed potrebbe arrestare la corsa dei tassi, la BCE invece potrebbe proseguire il rialzo come ha avuto modo di dichiarare recentemente anche il presidente della banca centrale olandese e membro del consiglio direttivo, Klaas Knot. Essendo ancora molto elevata la componente core, fino a quando i prezzi sottostanti rimarranno su questi livelli, la banca centrale proseguirà sulla stessa strada, magari mantenendo incrementi di un quarto di punto per volta. 

Le parole pronunciate dal banchiere olandese, di fatto, non sono altro che una conferma della narrativa Bce e di quanto già affermato nella conferenza stampa dalla presidente Lagarde, secondo la quale, il ciclo restrittivo non si è ancora concluso. 

La decisione di intervenire ulteriormente sui tassi d’interesse, puntando al rialzo, da parte di BCE e FED è molto seguita da operatori finanziari e investitori, poiché influenza direttamente il costo del denaro e dunque anche le possibilità da parte di aziende e liberi professionisti di accedere a ingenti prestiti. Questi ultimi al momento hanno bloccato investimenti e fasi di sviluppo in attesa di un segnale in controtendenza da parte delle Banche Centrali.

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