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BCE e la corsa all’aumento del costo del denaro

Gli ultimi mesi del 2022 hanno fatto da apripista a uno scenario che già nella prima decade del 2023 si sarebbe presentato: l’aumento dei tassi d’interesse e del conseguente costo del denaro per l’ottenimento del mutuo. La causa scatenante di questo fenomeno è senz’altro da associare alle manovre economiche pilotate dalla BCE, di cui IRS (tasso fisso) e EURIBOR (tasso variabile) fanno da protagonisti: sono questi gli indici che misurano il costo del denaro sul mercato finanziario in base agli scambi del capitale su scala Europea tra le varie banche.

Quali sono i tassi d’interesse attuali?

La Bce ha deciso che il costo del denaro aumenterà ancora a partire dal 2 febbraio per le operazioni di rifinanziamento bancario al 3%, ai massimi dal 2008. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale salgono rispettivamente al 3,00%, al 3,25% e al 2,50%, con effetto a partire dall’8 febbraio 2023. Si tratta di una misura economica ampiamente attesa dal mercato finanziario e che va a sommarsi ai 5 rialzi consecutivi già decisi nel corso del 2022 visto che poco più di sei mesi fa, i tassi in area euro erano fermi sullo zero. Una rincorsa decisa con il solo scopo di piegare un’inflazione che a gennaio nell’eurozona ha cominciato a dare qualche segnale di rallentamento raggiungendo l’8,5% (ma in Italia siamo ancora al 10,1% anno su anno), un valore che peraltro è ben lontano da quell’obiettivo del 2% che disegna la rotta delle politiche monetarie dell’Istituto di Francoforte. È bene essere consapevoli anche del fatto che i tassi d’interesse aumentano o diminuiscono in base alla durata del mutuo, pertanto più lungo sarà il periodo e più alto sarà il tasso applicato dall’istituto bancario di riferimento. Il tasso applicato dalla BCE fa riferimento ai mutui a tasso variabile e costituisce il tasso ufficiale del costo del denaro applicato nell’Eurozona.

Spread e guadagni bancari

Tuttavia, non basta tener conto dei tassi d’interesse poiché anche lo Spread, che fa riferimento al margine di guadagno personale di ogni banca, influisce massivamente sull’aumento o sul calo di ogni singola stipula di mutuo. Ciò nonostante, l’osservatorio nazionale dei mutui documenta una tendenza nel richiedere un mutuo a tasso fisso sempre più elevata da parte soprattutto dei giovani under 36, viste le agevolazioni fiscali inerenti l’acquisto prima casa anche se non si dispone prontamente di liquidità. Le previsioni sui mutui per l’anno 2023, dunque, fanno capo a una costante incertezza che deriva dalle variazioni quotidiane dei tassi sopra indicati; resta ben inteso, però, che la domanda di mutuo non calerà, piuttosto aumenterà, al fine di non rinunciare al sogno tanto atteso dell’acquisto della propria casa.

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