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I ricchi sono meno ricchi? Ricchezza globale in calo dopo 15 anni

L'ultimo report di Capgemini parla di una diminuzione del patrimonio dei super ricchi nel mondo: scopri qui tutti i dettagli della ricerca.

Per 15 lunghi anni, la ricchezza a livello globale è cresciuta senza sosta. Poi, però, qualcosa è cambiato, in maniera evidente. A parlare del recente (drastico) cambio di tendenza è stato in tempi non sospetti Capgemini, che nel suo ultimo rapporto (il Global Wealth Report) ha spiegato come il numero dei miliardari nel mondo sia sceso nel 2022 del 3,3% rispetto all’anno precedente, raggiungendo la cifra di 21,7 milioni di persone. L’azienda, che supporta i business nel loro percorso di trasformazione digitale, ha analizzato l’attuale situazione e gli ultimi sviluppi a livello economico a livello globale, evidenziando tra le altre cose quali sono le sfide future che i grandi manager si ritroveranno presto a dover affrontare.

I ricchi sono sempre meno ricchi: cosa dicono gli ultimi dati

Secondo gli ultimi dati del Global Wealth Report, le persone più ricche al mondo stanno perdendo parte dei loro patrimoni. Ecco cosa sta accadendo.
Un ricco rapper americano.

Quello che le recenti analisi hanno dimostrato non è stata soltanto una riduzione consistente del numero dei miliardari, ma anche un calo importante dei loro asset, il cui valore è diminuito del 3,6%. Si parla pur sempre di numeri impressionanti: il valore totale degli asset dei più importanti manager e imprenditori in giro per il mondo si è attestato nel 2022 intorno agli 83 mila miliardi di dollari. Questi i risultati di un’approfondita indagine demoscopica, effettuata su un campione piuttosto ampio, ben 3.171 persone sparse in 23 Paesi.

Capgemini ha evidenziato inoltre delle spiccate differenze a livello regionale. La perdita di ricchezza, infatti, è stata particolarmente evidente nel Nord America, dove il valore del patrimonio complessivo dei miliardari è calato del 7,4%. Numeri in calo anche per l’area dell’Asia e del Pacifico, dove il calo è stato del 2,7%, e nella nostra Europa, dove la diminuzione registrata è stata del 3,2%. Non tutto il mondo, in ogni caso, può lamentarsi di quello che è accaduto negli ultimi mesi. La situazione è infatti diversa per quanto riguarda il Medio Oriente, l’America Latina e l’Africa, dove le proprietà dei miliardari hanno aumentato il loro valore, principalmente per effetto dell’incremento dei prezzi dell’energia conseguente allo scoppio della guerra in Ucraina.

In generale, però, emerge in maniera piuttosto evidente un elemento in particolare: le recenti instabilità geo-politiche (senza contare ovviamente la minaccia del cambiamento climatico) stanno imponendo un necessario cambio di rotta agli individui possessori di grandi patrimoni. Ci sono in modo specifico tre elementi da prendere in considerazione in questo rinnovato contesto: la conquista dei cosiddetti clienti affluent (gli investitori con un patrimonio superiore al milione di dollari), l’innovazione e la sostenibilità.

Il ruolo dei fattori ESG

Il quadro dipinto dal Global Wealth Report è quello di un mondo dove i ricchi sono sempre meno ricchi: ecco i dettagli dello studio.
Biglietti da 500 euro.

Con l’acronimo Environmental, Social and Governance si fa riferimento a tutte le attività dei business legate ai progetti ambientali, sociali e di governance aziendale. L’analisi di Capgemini, a proposito, ha evidenziato come solo una piccola quota dei super-ricchi (il 23%) ha dichiarato che i rendimenti migliori sono arrivati proprio da asset legati a fattori ESG. Allo stesso modo, una grossa fetta degli HWNI (cioè gli High Net-Worth Individuals, gli individui con un alto patrimonio netto) ritiene gli investimenti sostenibili una priorità assoluta per il business.

Capgemini dipinge in questo senso uno scenario piuttosto contradditorio. Da una parte, infatti, il 63% degli HNWI ha dichiarato di aver richiesto il punteggio ESG dei propri asset, mentre dall’altro sono poche le grandi società che ritengono prioritaria l‘analisi dei dati ESG (il 52%) e la tracciablità (31%). Stando al report di Capgemini, sembra che un numero ingente di top manager abbiano ancora bisogno di un maggior numero di dati concreti prima di potersi fidare e di investire tempo e risorse nei fattori ESG. Questa la situazione attuale dipinta dal report: il 41% dei manager fa degli ESG un criterio di investimento prioritario, mentre il 63% è generalmente interessato a questa informazione, pur non avendo ancora approfondito la questione.

Il report sui super ricchi ha messo in luce anche un altro importante aspetto, ovvero il fatto che molti relationship manager, quelli che quotidianamente costruiscono il rapporto con i clienti, non sono sufficiente formati a livello digitale. La ricerca di Capgemini ha infatti evidenziato come in mancanza di strumenti e competenze digitali adeguati i relationship manager faticano a fornire consulenze rapide, efficienti e adeguate ai loro stakeholder. Il report sottolinea che, mediamente, soltanto un’azienda su tre si definisce avanzata da un punto di vista digitale. Secondo il 45% degli intervistati, inoltre, stanno aumentando i costi per i relationship manager: la causa di ciò sarebbe da attribuire alla scarsa efficienza nella catena del valore della ricchezza.

Quali sono le conseguenze di relationship manager non formati a dovere da un punto di vista digitale? Chi è “rimasto indietro” a livello di preparazione digitale rischierà di perdere molto tempo per nulla, inficiando le attività di pre-sales e la relazione con i clienti. La soluzione può essere dunque fornire ai relationship manager un’unica interfaccia integrata, utile per garantire al cliente un’esperienza eccezionale. Da questo punto di vista, per migliorare la produttività si potrebbe pensare di creare una worsktation digitale da fornire al relationship manager. Rispetto a questi margini di miglioramento aziendale, Dario Patrizi, il Financial Services Director di Capgemini in Italia, ha dichiarato:

Le società di gestione patrimoniale si trovano a un punto di svolta critico poiché il macroambiente sta imponendo un cambiamento nella mentalità e nei modelli di business per guidare una crescita sostenibile dei ricavi. L’agilità e l’adattabilità saranno caratteristiche fondamentali per le persone che dispongono di un patrimonio netto elevato, in quanto la loro attenzione è orientata alla conservazione della ricchezza. Per rimanere rilevante, il settore dovrà rafforzare il valore, responsabilizzare i responsabili delle relazioni e sbloccare nuove opportunità di crescita. Il loro successo sarà legato alla risoluzione dei problemi relativi all’immaturità digitale nella catena del valore della ricchezza.

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