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Inflazione aprile 2023, balzo in Italia: cosa dicono le stime Istat

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Novità sul tema inflazione ad aprile 2023 in Italia. Secondo le stime dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) il mese scorso l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività ha registrato un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’8,2% su base annua (al lordo dei tabacchi). È interessante notare che la stima preliminare era dell’8,3%. Questo indica una leggera decelerazione dell’inflazione rispetto al mese precedente.

Le stime confermano l’accelerazione dell’inflazione in Italia, con un tasso annuale dell’8,2%, che rappresenta un significativo aumento dei prezzi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Fattori che influenzano l’Inflazione: aprile 2023

L’Istat ha evidenziato che l’accelerazione del tasso di inflazione è principalmente dovuta all’aumento dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, che sono saliti dal 18,9% al 26,6% su base annua. Questo aumento dei prezzi dei beni energetici ha contribuito in modo significativo all’aumento complessivo dell’inflazione.

Inoltre, i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona hanno registrato un aumento da 6,3% a 6,9%, mentre i prezzi dei servizi vari sono aumentati leggermente, passando dal 2,5% al 2,9%.

Tuttavia, tali effetti sono stati solo in parte compensati dalla flessione dei prezzi degli energetici regolamentati e dal rallentamento dei prezzi dei prodotti alimentari lavorati e non lavorati. I prezzi dei prodotti alimentari lavorati sono passati dal 15,3% al 14,0%, mentre i prezzi dei beni alimentari non lavorati sono diminuiti dall’9,1% all’8,4%.

L’accelerazione del tasso di inflazione aprile 2023 è principalmente dovuta all’aumento dei prezzi dei beni energetici non regolamentati

Aprile 2023: inflazione nel Settore Alimentare

All’interno del settore alimentare, si è osservata un’attenuazione della crescita dei prezzi sia per i prodotti lavorati che per quelli non lavorati. I prezzi dei prodotti alimentari lavorati sono aumentati del 14,0%, rispetto al 15,3% del periodo precedente. Allo stesso modo, i prezzi dei beni alimentari non lavorati sono aumentati dell’8,4%, in confronto al 9,1% del mese precedente.

L’indice del “carrello della spesa”, tuttavia, ha segnato ancora un significativo aumento dei prezzi. Ciò indica che i consumatori stanno affrontando un aumento dei costi dei beni alimentari, anche se in misura inferiore rispetto ai mesi precedenti.

La spesa per i beni alimentari scende leggermente, ma resta elevata in Italia

Inflazione aprile 2023: rivediamo i numeri nel dettaglio

L’inflazione ha continuato ad accelerare ad aprile, con una decelerazione sulla base tendenziale dei prezzi del “carrello della spesa”. Secondo i dati aggiornati Istat, l’indice ha registrato un aumento del 11,6%, rispetto al +12,6% di marzo. Nel settore alimentare, si è osservata un’attenuazione della crescita sia per i prezzi dei prodotti lavorati (passati dal +15,3% al +14,0%), sia per quelli dei beni non lavorati (dal +9,1% all’8,4%).

L’accelerazione dell’inflazione è stata principalmente determinata dall’aumento dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (+26,6% rispetto al +18,9% precedente) e, in misura minore, dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+6,9% rispetto al +6,3%) e dei servizi vari (+2,9% rispetto al +2,5%). Questi effetti sono stati parzialmente compensati dalla flessione più marcata dei prezzi degli energetici regolamentati (-26,7% rispetto al -20,3%) e dal rallentamento dei prezzi dei prodotti alimentari lavorati e non lavorati, dei servizi relativi all’abitazione e dei servizi relativi ai trasporti.

L’Istat precisa che l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, ha registrato un leggero rallentamento dal +6,3% al +6,2%, così come quella escludendo solo i beni energetici, che è passata dal +6,4% al +6,3%.

L’aumento congiunturale dell’indice generale è stato principalmente determinato dai prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+2,4%), dei beni energetici non regolamentati (+2,3%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,0%), dei prodotti alimentari lavorati, dei beni non durevoli e dei servizi vari (tutti e tre con un aumento del +0,5%); questi effetti sono stati solo parzialmente compensati dalla diminuzione dei prezzi degli energetici regolamentati (-19,6%).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) è aumentato dello 0,9% su base mensile, un aumento più accentuato rispetto a quello dell’indice nazionale dei prezzi al consumo (Nic), principalmente a causa della fine dei saldi stagionali che si sono protratti parzialmente fino a marzo.

L’Istat spiega che l’incremento dell’inflazione ad aprile 2023 è dovuto principalmente all’accelerazione dei prezzi delle divisioni di spesa che includono i prodotti energetici, come l’abitazione, l’acqua, l’elettricità e i combustibili (+16,9% rispetto al +15,1%), e dei trasporti (+5,1% rispetto al +2,6%). Si è osservata anche un’accelerazione più contenuta dei prezzi per ricreazione, spettacoli e cultura (+4,9% rispetto al +3,9%), dei servizi ricettivi e di ristorazione (+8,4% rispetto all’8,0%) e degli altri beni e servizi (+4,4% rispetto al +3,8%). Queste dinamiche sono state solo parzialmente compensate dalla decelerazione dei prezzi dei prodotti alimentari e bevande analcoliche (+12,1% rispetto al +13,2%), dei mobili, articoli e servizi per la casa (+7,4% rispetto al +7,8%) e delle comunicazioni (+0,4% rispetto al +0,9%).

L’inflazione acquisita per il 2023 si attesta al +5,3% per l’indice generale e al +4,5% per la componente di fondo. Questi dati evidenziano un’accelerazione dell’inflazione e mettono in luce l’impatto sui prezzi di diversi settori dell’economia.

Il prossimo aggiornamento dei dati sull’inflazione in Italia sarà diffuso dall’Istat il 31 maggio 2023

Implicazioni dell’Inflazione sull’Economia

L’aumento dell’inflazione può avere diverse implicazioni sull’economia. Da un lato, un certo livello di inflazione può essere considerato normale e indicativo di una crescita economica sana. Tuttavia, un’accelerazione eccessiva dei prezzi può ridurre il potere d’acquisto dei consumatori e aumentare i costi per le imprese, compromettendo la stabilità economica complessiva.

Un’alta inflazione può anche minacciare la stabilità finanziaria e aumentare la pressione sui tassi di interesse. La politica monetaria potrebbe dover essere adeguata per gestire l’inflazione e prevenire il rischio di un’esplosione dei prezzi.

Misurare e Controllare l’Inflazione

L’indice nazionale dei prezzi al consumo (NIC) è un indicatore chiave utilizzato per misurare l’inflazione. Esso tiene conto dei prezzi di una vasta gamma di beni e servizi rappresentativi dei consumi delle famiglie. Attraverso l’analisi dei dati sull’inflazione, gli economisti e le autorità possono valutare l’andamento dell’economia e prendere decisioni politiche appropriate.

Per controllare l’inflazione, le autorità possono adottare diverse misure, tra cui la regolamentazione dei prezzi, la politica monetaria, l’offerta di denaro e le politiche fiscali. Tuttavia, trovare il giusto equilibrio tra stimolare la crescita economica e mantenere l’inflazione sotto controllo può essere una sfida complessa.

È importante tenere presente che l’inflazione è un fenomeno soggetto a molteplici fattori, pertanto le stime e le analisi possono variare molto nel tempo.

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