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Da Salvini stretta sugli autovelox: no ai 50 in vie larghe

Slavini si schiera contro gli Autovelox, proponendo una stretta

Dato il successo popolare riscosso da Fleximan, l’abbattitore di autovelox, e preso atto del proprio consenso in deciso calo, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha scelto di cavalcare l’onda. Non deve stupire. Da un politico populista come lui, c’era da attenderselo. Il sillogismo di base è semplice e caratterizza la politica salviniana da tempo: se qualcosa ha successo e io metto la mia faccia su quel qualcosa, allora sarò io ad avere successo. Naturalmente, lo vedremo. Quel che a noi importa, per questo approfondimento, è che il nuovo Codice della Strada preveda una norma ad hoc relativa all’installazione di autovelox, che pare proprio essere stata ispirata dalle gesta di Fleximan.

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Un’omologazione nazionale delle norme di installazione di autovelox

La proposta del vicepremier e segretario della Lega – che in quanto tale, dovrà ricevere l’avallo parlamentare – è quella di omologare, a livello nazionale, le norme che sottostanno all’installazione di autovelox. L’obiettivo annunciato è quello di poter disporre di regole ufficiali valide lungo l’intero Stivale, da Aosta a Trapani, evitando che i macchinari si trasmutino in uno strumento, neppure troppo occulto, per consentire ai comuni di fare cassa. Il Ministro vuole dunque evitare che qualche sindaco furbetto, a suo avviso, installi degli apparecchi per rilevare la velocità su rettifili o zone dove i limiti sono troppo restrittivi. Se poi questo significa guadagnare qualche consenso, tanto meglio.

La novità è datata 19 febbraio. Salvini l’ha inserita all’interno di un decreto ministeriale già all’esame della Conferenza Unificata. Essa vieta l’installazione di autovelox su strade il cui limite di velocità è di 50 km/h. Il vicepremier, presentando la sua proposta, ha argomentato dicendo:

Nel caso di stradoni molto larghi, lascio a voi giudicare se è per sicurezza o per fare alcune centinaia di multe al giorno. Stiamo lavorando per ridurre morti e feriti. Gli autovelox dovranno essere omologati a livello nazionale. I sindaci dovranno spiegare perché li mettono, dove e con quale motivazione. Non c’è assolutamente nulla di sbagliato se vengono messi per salvare vite vicino alle scuole, agli ospedali, nelle strade dove ci sono tanti incidenti ma se vengono moltiplicati, dalla sera alla mattina, su stradoni a due corsie per fare cassa, sono semplicemente un’altra tassa.”

Salvini vuole evitare la giungla di multe e ha deciso di combattere il fai da te selvaggio, come lo definisce. La mossa è in netta controtendenza con la decisione del sindaco di Bologna di abbassare i limiti di velocità in centro storico a 30 km/h – e con le altre amministrazioni che stanno pensando di farlo – e pare sottovalutare, e di molto, le situazioni locali. Spesso infatti l’installazione di autovelox si deve al fatto che si vada troppo veloci e i residenti si sentano poco sicuri sulle strade. La colpa è allora dell’automobilista, non certo dell’autovelox. Chissà se Salvini ha considerato questa possibilità o ha soltanto pensato al fatto che gli automobilisti poco prudenti sono un bel serbatoio di voti?

Non solo autovelox, le novità del Codice della Strada

Installazione degli autovelox: a un automobilista viene verbalizzata una multa
Non solo installazione degli autovelox: nel nuovo Codice della Strada ci saranno novità anche relativamente alle multe

Oltre a questa norma relativa all’installazione di autovelox, il vicepremier spinge anche sulla riorganizzazione delle motorizzazioni civili. È infatti auspicabile, secondo il leader leghista, ridurre i tempi delle revisioni e quelli necessari al conseguimento della patente. Nella giornata di oggi è in programma il controllo di tutti gli emendamenti al decreto di legge del nuovo Codice della Strada. Si prevede l’arrivo del testo in aula, alla Camera, per il primo marzo. Indipendentemente dalla giornata in cui il ddl giungerà in Parlamento, è lecito attendersi una accesa discussione tra maggioranza e opposizione. Non solo sui rilevatori elettronici di velocità.

Altri passaggi chiave dell’emendamento relativo al nuovo Codice sono l’istituzione di zone a traffico limitato anche fuori dai centri urbani, nel caso di esigenze connesse motivate e straordinarie. Ciò significa che potrebbero sorgere ZTL in prossimità di ambiti di rilevanza culturale, paesaggistica o naturalistica tutelati e protetti. La deputata leghista Elena Maccanti, parte della Commissione Trasporti e relatrice del provvedimento, ha annunciato anche un’ulteriore novità da tenere in considerazione:

“Nel caso in cui si prendano più multe nello stesso tratto stradale, in un periodo di tempo di un’ora, e su una distanza di competenza dello stesso ente, si pagherà una sola sanzione: quella più grave aumentata di un terzo.”

Educare alla strada

Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito, si è accodato alla misura contro l’installazione di autovelox che sta facendo da volano al nuovo Codice della Strada, annunciando novità relativamente all’educazione stradale tra i banchi. Secondo lui è necessario partire dalle scuole per insegnare il rispetto. Saranno dunque proposti corsi ove non se ne tengono e si potenzieranno quelli già in atto tra le pareti di numerosi istituti comprensivi italiani.

“La maggior parte delle vittime della strada è causata da persone alla guida sotto effetto di droghe o alcol. Come ministro ho fortemente voluto che la frequenza ai corsi di educazione stradale desse qualche risultato concreto.”

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