La prima riunione del 2023 non ha sorpreso i più attenti: la manovra era già nell’aria, si attendeva solo l’ufficialità. A partire dall’8 febbraio, la Banca Centrale Europea alza i tassi d’interesse di mezzo punto percentuale:
Approfondimenti
- il tasso sui rifinanziamenti principali arriva al 3%;
- il tasso sui depositi arriva al 2,50%;
- il tasso sui prestiti marginali arriva al 3,45%.
Mentre a partire da marzo, ci si aspetta un aumento di ulteriori 50 punti e una possibile evoluzione della politica monetaria è attesa non prima di un’attenta valutazione. Ma il comunicato parla chiaro e non lascia scampo a incomprensioni:
«Mantenere i tassi d’interesse su livelli restrittivi, farà diminuire nel corso del tempo l’inflazione frenando la domanda e metterà inoltre al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative d’inflazione. In ogni caso, anche in futuro le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento saranno guidate dai dati e rifletteranno un approccio in base al quale tali decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione».
La scelta del Consiglio arriva in vista delle previsioni dei prossimi trimestri: la presidente della Bce Christine Lagarde ha ribadito come l’incertezza politica, la guerra e l’alta inflazione contribuiranno a frenare ancora la crescita della moneta europea, in vista di una ripresa non tanto vicina. L’obiettivo è quello di creare politiche fiscali per aumentare la produttività e abbattere il peso del debito: un invito, quello lanciato da Lagarde, affinché i governi adottino al più presto tutte le misure possibili per arginare la crisi, ora che è meno acuta. E i governi stessi hanno ben accolto le parole della presidente, che ha ribadito come l’inflazione sia ora più “bilanciata”, lasciando da parte i rischi al rialzo tanto dibattuti durante i consigli direttivi del 2022.
Una decisione quella della Bce che ha portato a un netto miglioramento delle Borse Europee: Piazza Affari sale dell’1,3% seguita da Parigi (+0,6%), Londra (+0,85%), Madrid (+1,9%) e Francoforte (+1,3%); l’Euro invece rallenta, tornando a quota 1,1 con il dollaro a 1,098.