Il Consiglio dei ministri del 27 settembre 2023 ha approvato la Nadef 2023, la nota di aggiornamento al Def il documento di economia e finanza che ogni anno il governo emana. La linea del ministro dell’Economia Giorgetti è quella dello scorso anno, ovvero di una politica di bilancio seria, responsabile e prudente che ha caratterizzato il primo anno del governo Meloni a causa della crescita dell’inflazione.
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La Nafed 2023 deve fare i conti con una politica economica molto restrittiva derivante dalle conseguenze del conflitto in Ucraina e l’aumento dei tassi di interesse decisi dalla Bce. Ad aggravare ancor di più il quadro sono gli effetti del superbonus sui conti pubblici che ancora gravano sulla facoltà di spesa dello stato che hanno fatto salire il deficit al 5,2% del Pil. Le varie difficoltà hanno portato il governo a tagliare le previsioni di crescita del Pil di quest’anno e del 2024. Con i vari interventi programmatici che il governo vuole inserire nella legge di bilancio prossima si stima che il debito sarà di circa 13 miliardi.
A differenza delle previsioni inserite nel Def in cui il Pil nel 2023 sarebbe cresciuto dell’1%, la crescita prevista è solo dello 0,8% e la previsione per il 2024 è scesa dall’1,5% all’1,2%. Il governo nella nota di aggiornamento mostra di avere meno risorse di quelle previste in primavera.
Nadef 2023: obiettivi del governo
Il compito della Nadef, la nota di aggiornamento, è quello di delineare le previsioni economiche per il triennio 2024-2026. Secondo quanto emerge, la priorità del governo è sostenere i redditi medio-bassi con interventi atti a sostenere le famiglie e la natalità come il taglio del cuneo fiscale.
I principali obiettivi posti dal governo nella Nadef 2023 sono: il taglio al cuneo fiscale sul lavoro anche nel 2024; prima fase della riforma fiscale a cui il governo non intende rinunciare; il sostegno alle famiglie e alla genitorialità punto forte della politica di Meloni per contrastare il calo demografico del Paese; il rinnovo dei contratti pubblici soprattutto al settore della sanità. Per quanto riguarda le opere pubbliche la maggiore attenzione e priorità è destinata agli investimenti del PNRR su cui l’Italia ha tempi molto stretti e su cui si trova ancora indietro sulla tabella di marcia.
Nadef 2023: le preoccupazioni degli investitori
Il rallentamento che subirà la crescita del Pil dell’Italia fino al 2024 non preoccupa molto gli investitori. Secondo l’agenzia di rating S&P infatti il nostro Paese tornerà a crescere nel 2025 dell’1,3%. Ciò che preoccupa di più è il debito pubblico aggravato dalle conseguenze del Superbonus e questo rende l’Italia sensibile alle condizioni del mercato. Ma rassicurare gli investitori è stata proprio la priorità del ministro Giorgetti che ha agito di prudenza e buon senso nella Nadef 2023 volendo dare un messaggio di credibilità all’esterno sin dalle prime mosse economiche in cui è stato coinvolto questo governo appena insediato nella scorsa legge di bilancio.
Nonostante la prudenza però il deficit e il debito pubblico dell’Italia potrebbero continuare a preoccupare gli investitori dato che le condizioni economico-finanziarie del Paese non hanno prospettive più rosee. La crisi in Medio-Oriente ha aggravato un quadro già di per sé ostico e complesso. L’Italia potrebbe rischiare un declassamento nel rating internazionale. Intanto si attendono le valutazioni delle altre agenzie di rating che fanno seguito all’aggiornamento del documento di economia e finanza.
La Fitch ha già lanciato l’allarme sui conti pubblici italiani per le nuove stime contenute nella Nadef approvata il 27 settembre sul significativo allontanamento degli obiettivi di bilancio. Quello che preoccupa l’agenzia americana è il calo del debito pubblico. Un punto a favore però per il governo italiano secondo Fitch è che il governo Meloni e la sua maggioranza è più stabile rispetto ad amministrazioni precedenti, cosa che rende più affidabile e credibile un governo anche per gli investitori. Le difficoltà però permangono e in attesa del parere anche di Moody’s il governo ha iniziato a lavorare sulla legge di bilancio dopo il passaggio della Nadef 2023 alle camere.
Nadef: perché è importante
La Nadef gioca un ruolo cruciale per il bilancio programmatico del governo e anche per il suo futuro politico. La nota di aggiornamento infatti oltre alle stime per le spese che l’esecutivo intende mettere in atto, sono una fotografia dello stato di salute del paese. Ogni anno il 27 settembre il governo deve approvare il documento programmatico finanziario che poi passa all’esame delle camere. La nadef 2023 aggiorna il Def 2023 ovvero il perno centrale della politica economica.
La nota, aggiustando le stime della primavera, è fondamentale perché su essa si basa l’elaborazione della legge di bilancio. La revisione dei conti e delle stime fatte è necessaria per pianificare la politica economica nel medio termine. Inoltre, la Nadef tiene conto degli avvertimenti e delle raccomandazioni che arrivano dall’Ue, le politiche finanziarie degli stati membri devono rispettare gli standard comunitari. La Nadef 2023 mostra un andamento al ribasso da parte del governo Meloni proprio a causa del peggioramento della situazione economica e geopolitica in cui si trova anche il nostro paese. Molti provvedimenti che erano stati preannunciati dal Def non sono stati confermati per far quadrare i conti sollevando le critiche da parte delle opposizioni e dell’opinione pubblica.