In Europa si stanno diffondendo le zone a basse emissioni, le cosiddette LEZ (Low emissions zones). Ma cosa sono le zone a basse emissioni e perché potrebbero essere la soluzione per il futuro delle nostre città? Si tratta di aree urbane in cui è vietato o limitato l’accesso a veicoli con motori a combustione interna. Sono una misura di contrasto all’inquinamento atmosferico che ha un impatto negativo sulla salute umana e sull’ambiente.
Approfondimenti
Anche se in Italia ne abbiamo ancora poche, in Europa si stanno diffondendo vari tipi di zone a basse emissioni, in alcune vi è il divieto di accedere con tutti i tipi di veicoli con motori a combustione interna. Un’altra possibilità è quella di limitare l’accesso ai veicoli più inquinanti, in base all’età del veicolo o alle sue emissioni.
Perché sono utili le zone a basse emissioni?
Le zone a basse emissioni sono soluzioni efficaci per ridurre l’inquinamento atmosferico nelle città contribuendo a migliorare la qualità dell’aria, a ridurre i rischi per la salute e a migliorare l’ambiente urbano. Uno studio dell’Agenzia Europea dell’Ambiente ha stimato che le zone a basse emissioni possono ridurre le emissioni di particolato fine (PM2,5) fino al 40%.
Infatti, le zone a bassa emissione riducono le emissioni di polveri sottili, biossido di azoto e ozono. Questi sono i principali inquinanti atmosferici. Le Pm10 o Pm2.5 sono particelle talmente sottoli che entrano nel nostro corpo attraverso le sue difese e causano danni ai nostri cuori e ai polmoni.
Ecco alcuni dei vantaggi di queste zone:
- Riducono l’inquinamento atmosferico: le zone a basse emissioni possono contribuire a ridurre le emissioni di inquinanti atmosferici, tra cui particolato fine, ossidi di azoto e ossidi di carbonio. Questo può migliorare la qualità dell’aria e ridurre i rischi per la salute.
- Riducendo le emissioni di gas serra: queste zone possono contribuire a ridurre le emissioni di gas serra, che contribuiscono al cambiamento climatico.
- Migliorano la qualità della vita: infine, possono contribuire a migliorare la qualità della vita nelle città, rendendole più vivibili e salutari.
Dove si trovano le zone a basse emissioni
Dal 2019 ad oggi le zone a bassa emissione sono aumentate del 40% e si trovano in 320 città europee. Si stima che entro il 2025 ci sarà quasi un raddoppiamento. Si tratta di un’ottima ed efficace strategia per combattere lo smog in modo repentino e permettere quindi ai cittadini di respirare un’aria un po’ più pulita. A Londra, ad esempio, le emissioni di CO2 generate dai trasporti sono state ridotte del 13% nei sei mesi in cui è stata attivata l’Ultra Low-Emission Zone (ULEZ).
Come sempre, anche su questo argomento il nostro Paese è fanalino di coda del resto dell’Ue come segnala il report del progetto Clean Cities. In Italia, queste zone sono già state implementate in alcune città, tra cui Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino. E altre città stanno pianificando di introdurre le Lez in futuro. Però oltre a non essere controllate adeguatamente, le LEZ a differenza delle altre città europee, non stanno progettando di diventare ZEZ, ovvero zero emissions zones, zone a emissioni zero entro il 2030. Infatti, tra il 2030 e il 2035 alcuni Stati (Paesi Bassi, Francia, Regno Unito e Paesi Scandinavi) cambieranno le loro zone a basso consumo in zone a zero emissioni.
In Italia, i sistemi per monitorare l’applicazione di questi divieti sono inefficaci e spesso mancano i controlli. Manca un quadro normativo complessivo che metta d’accordo autorità locali e nazionali.
L’Ue con il Fit for 55, piano del Green Deal europeo, ha proibito la produzione di veicoli inquinanti entro il 2030. Per questo, le città europee si stanno adeguando e portando avanti cercando di ridurre il più possibile l’inquinamento nelle città con le zone a basse emissioni: aree in cui i veicoli ad alte emissioni devono pagare di più per circolare e le zone a zero emissioni: luoghi in cui i veicoli ad alte emissioni non possono entrare. Ciò significa che ad accedervi saranno solamente veicoli elettrici a batteria o a celle a combustibile a idrogeno.
Le zone a bassa emissione sono conosciute anche come:
Umweltzonen (Germania),
Milieuzones (Paesi Bassi),
ZCR, Zone à Circulation Restreinte (Francia)
Clean Air Zones (Inghilterra)
ZTL ambiente (Italia).
Tuttavia, le ZBE presentano anche alcuni potenziali svantaggi:
- Possono essere costose da implementare: l’implementazione di queste zone può richiedere investimenti significativi, sia per l’installazione di infrastrutture che per la comunicazione e la sensibilizzazione dei cittadini.
- Possono creare disagi ai cittadini: i cittadini potrebbero dover cambiare abitudini di mobilità creando alcuni disagi all’inizio.
In conclusione, le zone a basse emissioni così come le zone a emissioni zero sono una soluzione promettente per le nostre città, ma è importante valutare attentamente i loro potenziali vantaggi e svantaggi prima di implementarle. Sicuramente sarà una transizione non semplice che potrà creare vari disagi e cambiamenti nella viabilità ma è un modo efficace ed immediato per contrastare l’eccesso di inquinamento dovuto al numero sempre crescente di auto. Il traffico e le emissioni generate dalle auto rendono l’aria delle nostre città irrespirabile in particolar modo dove vi sono molte industrie e i livelli di inquinamento sono molto alti.
Implementare queste zone riducendo le strade in cui i veicoli a combustione possono accedere e transitare è un’ottima azione di contrasto che può nell’immediato dare un contributo nel rendere l’aria delle città più pulite. L’Italia deve mettersi in carreggiata soprattutto per le città più inquinate.