Alla fine gli Usa ce l’hanno fatta ad evitare la “catastrofe”, sospendendo il tetto del debito grazie all’intervento del Congresso americano che ha accettato l’agognata sospensione evitando agli Usa un default che avrebbe prodotto un effetto domino in tutto il mondo. Il Senato americano ha approvato un disegno di legge, già precedentemente approvato dalla Camera dei Rappresentanti, che scaturisce da una lunga trattativa tra Joe Biden e i Repubblicani. In questo mondo, gli Usa potranno onorare i loro debiti almeno fino all’inizio del 2025.
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L’ultimo giorno utile per salvare l’economia americana era l’1 giugno. L’intervento del Congresso americano ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tutto il mondo, anche perchè un’eventuale bancarotta della prima potenza mondiale avrebbe causato un disastro a livello economico praticamente in ogni latitudine del pianeta. Come ogni economia, anche quella statunitense vive a credito, ma deve rispettare una soglia massima di esposizione. Spetta al Congresso decidere di alzare o abbassare questa soglia in base alle necessità.
I repubblicani, che detengono la maggioranza alla Camera dei rappresentanti guidati dal leader, Kevin McCarthy, hanno tenuto a lungo sotto scacco il presidente Joe Biden, minacciando il default. Per lungo tempo la Casa Bianca è stata teatro di riunioni e negoziati interminabili che, per fortuna, si sono conclusi con l’attesa fumata bianca. Il testo dell’accordo sospende per due anni il tetto del debito che attualmente ammonta a 31.400 miliardi di dollari. L’accordo scadrà dopo le elezioni presidenziali del 2025. Joe Biden ha accolto questo accordo come “una grande vittoria per il popolo americano”, adoperandosi per promulgarlo rapidamente.
La prima potenza mondiale, dunque, ha davvero corso il rischio di finire in default e di non poter onorare i propri debiti. Questo succede soprattutto in quei paesi dove una legge fissa un tetto del debito che necessita di essere rivisto al rialzo per evitare il fallimento. Il tetto indica proprio il livello massimo che il debito americano può raggiungere e scaturisce da decisioni politiche. Anche nel 2021 il Congresso Usa era stato chiamato in causa per elevare la soglia del debito fino a 31.400 miliardi di dollari.
Se il Congresso non avesse deciso di sospendere il tetto del debito le conseguenze sarebbero state molto gravi per l’economia statunitense e, di riflesso, per quella mondiale. L’amministrazione non avrebbe potuto pagare neanche gli stipendi dei dipendenti e i debiti esistenti. Ma ne sarebbero stati colpiti in maniera gravissima anche coloro che detengono titoli di debito Usa che sarebbero diventati praticamente carta straccia “inesigibile”, vista l’impossibilità degli Stati Uniti a ripagarli. Lo stesso segretario al Tesoro Usa, Janet Yellen, aveva prospettato questo terribile scenario, intervenendo a Niigata in Giappone, nel corso di un summit fra i ministri delle finanze e i banchieri centrali del G7.
Il default degli Usa avrebbe scatenato una rapidissima recessione globale che avrebbe fatto precipitare il mondo in una spirale di povertà e di insolvenza. Anche la stessa leadership economica globale degli Stati Uniti sarebbe stata messa seriamente in discussione, causando sconvolgimenti geopolitici dalle conseguenze imprevedibili.
Negli ultimi giorni, poco prima che il Congresso decidesse di sospendere il tetto del debito, si era anche ipotizzato che, come extrema ratio, Biden avrebbe fatto appello al 14esimo emendamento istituito nel 1868 che stabilisce che la validità del debito pubblico degli Stati Uniti, autorizzato dalla legge “non può essere messa in discussione”. Una mossa estrema che avrebbe scatenato ulteriori polemiche politiche e avrebbe infervorato il dibattito tra Repubblicani e Democratici.
Il limite del debito Usa venne già raggiunto nel mese di gennaio 2023. Da allora il Tesoro si è prodigato in manovre contabili straordinarie per riuscire ad ottemperare ai debiti contratti del Paese. I repubblicani hanno fatto molte pressioni su Biden per accettare la sospensione del tetto, chiedendo nuove misure economiche come i tagli alla spesa federale. Mentre i democratici hanno cercato di spingere il Congresso ad accordare l’aumento del limite del debito senza effettuare modifiche di ordine politico o economico. Davanti al pericolo di default, anche i mercati finanziari hanno reagito in maniera decisa con l’aumento dei credit default swap che hanno superato i livelli raggiunti nel 2011 quando il debito pubblico americano venne declassato dalle agenzie di rating.
L’accordo «bipartisan» raggiunto dal Congresso ha evitato quello che sarebbe stato il primo default della storia statunitense. Oltre a far scivolare l’economia globale in recessione, negli Usa si sarebbero persi otto milioni di posti di lavoro in caso di bancarotta. Dopo l’accordo, Biden ha tessuto le lodi dello speaker della Camera, Kevin McCarthy, e dei leader di Camera e Senato, elencando poi i successi ottenuti dal paese sotto la sua guida, ricordando il calo del costo dei farmaci e il piano per i semiconduttori.