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Conti correnti, costi in aumento: rincari fino al 30%

Un uomo firma un conto corrente

Nonostante l’inflazione, piaga che ha complicato gli ultimi mesi, se non gli ultimi anni, a molti, dal punto di vista finanziario, sia in calo, la bolla degli aumenti dei conti correnti non sembra destinata a scoppiare in tempi brevi. Quelli che ne pagheranno lo scotto maggiore saranno i giovani. Un’analisi di Altroconsumo, mirata a indagare questo fenomeno, ha confrontato gli indicatori di costo complessivo di 297 conti correnti di cui possedeva le caratteristiche all’interno del proprio database e ha messo in luce il fatto che le loro spese di gestione siano in deciso aumento.

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L’analisi sui conti correnti

Altroconsumo ha operato focalizzandosi esclusivamente sul periodo compreso tra il termine di gennaio 2023 e l’inizio di marzo 2024 (le rilevazioni prese in esame arrivano fino al giorno 15) e analizzando gli indicatori di costo complessivo dei cc di cui disponeva i dettagli nei suoi sistemi informatici. Dopo aver raccolto e incolonnato i dati relativi agli ultimi 14 mesi si sono recuperati quelli relativi al periodo precedente, fino al 31 gennaio 2023. A questo punto, la matematica ha fornito dati poco incoraggianti.

I giovani fino a 35 anni, infatti, pagheranno anche 95 euro in più (come picco massimo rilevato) di esborso annuo. Unico dato positivo, tra i quasi 300 ottenuti, è quello relativo a Isybank, il nuovo servizio esclusivamente online varato proprio in queste settimane dal gruppo Intesa, che si è presentato al pubblico con un’offerta davvero ghiotta: una promozione che azzera completamente i costi per i suoi clienti minori di 35 anni quando sottoscriveranno il contratto denominato Isyprime. Si tratta della proposta d’ingresso, quella più basilare e priva di alcune comodità accessorie, ma comunque più che valida per gran parte della clientela in target.

La ricognizione di Altroconsumo sui conti correnti, ad ogni modo, non indica aumenti soltanto per la fascia d’età finora evidenziata, che resta quella che dovrà affrontare l’esborso maggiore, il quale per i conti aumentati di più potrà arrivare a toccare il 30%, bensì sottolinea anche come i pensionati vedranno un innalzamento delle proprie spese bancarie sul cc (fino al 6%). In aggiunta, saranno toccate anche le famiglie, che si troveranno a dover fronteggiare aumenti fino al 9% per la gestione annuale del loro conto corrente.

Rincari sia sui conti correnti tradizionali sia sulle gestioni da remoto

Conti correnti: una donna verifica il suo estratto conto
I conti correnti sono in aumento per tutti, ma soprattutto per i giovani

Di fatto, chi più chi meno, tutte le categorie di risparmiatori sono state toccate da questa catena di rincari. I costi legati al conto corrente sono aumentati per tutti: giovani, famiglie e pensionati. Non si salva davvero nessuno. Ciò vale anche per la tipologia di contratto sottoscritto in filiale. Sia che si faccia uso di un cc tradizionale, sia che si sia optato per uno più moderno e integralmente governato da applicazione o computer, ci si ritroverà a dover mettere in conto un aumento delle spese.

Resta comunque un vantaggio legato alla selezione della gestione agile e completamente online per il proprio conto corrente, ovvero il fatto che numerose di queste proposte consentono al risparmiatore di ridurre in maniera sensibile, quando non proprio azzerare, le spese vive legate all’operatività del cc, legandolo soltanto a canone e bollo. Per i contratti tradizionali, ciò non è possibile. Nessun operatore, infatti, mette al momento a disposizione una simile opportunità. Chi è legato a conti correnti di questo tipo dovrà rassegnarsi all’aumento, che in alcuni casi sarà considerevole.

Stando alle informazioni rese note da Altroconsumo, il cc tradizionale più economico è quello che si può stipulare in Monte dei Paschi di Siena (MPS), il cui indicatore di costo complessivo annuale si attesta sui 92 euro.

La grana dei tassi d’interesse

Si segnalano aumenti non irrilevanti anche per quanto riguarda i tassi di interesse. Relativamente a quelli attivi, sono praticamente azzerati, mentre per quanto concerne i passivi, la loro media percentuale risulta essere a due cifre e attestarsi intorno al 18%. In sostanza, gli istituti creditizi riconoscono pochissimo interesse sulla somma depositata ma si fanno pagare molto caro il debito, qualora il conto finisse in rosso. La decisione presa dalle banche, quindi, è stata quella di non aumentare la remunerazione del danaro dei propri clienti e di aumentare il costo dei conti correnti, facendo leva sull’inflazione. Tutte hanno dunque scommesso sulla fedeltà dei propri correntisti.

Il periodo non è quindi dei migliori, per il risparmiatore. Sfortunatamente, il conto corrente è pressoché essenziale per chiunque e si tratta di un servizio del quale difficilmente è possibile fare a meno. Aumentare le spese relative al cc significa procurarsi un modo di aumentare i propri guadagni in maniera certa, dal momento che molti accetteranno di buon grado l’aumento dell’esborso, in cambio della stessa comodità di sempre. Chiudere un conto per aprirne un altro in un istituto più vantaggioso comporta la messa in atto di alcune operazioni che non tutti sono disposti a compiere. Occorre infatti ricercare altri cc, informarsi, mettere a paragone diverse possibilità, attivarsi in prima persona e non essere comunque certi di trovare qualcosa di meglio di quanto già si abbia. Per tal motivo, una decisione come questa difficilmente non pagherà, dal punto di vista dell’istituto di credito.

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