![Vendere online senza partita iva: normative e limiti](https://affarifinanza-it.storage.googleapis.com/wp-content/uploads/2024/03/vendere-online-senza-partita-iva-4-1024x614.jpg)
Come vendere online senza partita Iva e senza violare la Legge? Investire in un’attività online comporta lo stesso impegno di un corso di formazione per il lavoro e può essere un piccolo investimento su prodotti fatti a mano, ma quali sono i rischi? Se per aprire un’attività di rivendita o lavorare con una licenza per taxi la partita Iva è assolutamente indispensabile, ci sono delle piccole entrate che non hanno bisogno di una partita Iva, a patto che il commercialista le dichiari come Altre entrate in sede di dichiarazione dei redditi. Come funziona il tutto? Per evitare controlli a tappeto, ecco una guida pratica per non sbagliare!
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Quanto si può vendere senza partita IVA, i limiti
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Senza addentrarci in soluzioni facili che prospettano milioni di euro senza pagare tasse, è importante sapere che puoi vendere senza partita Iva se è un’attività occasionale. Cosa vuol dire? Se ogni tanto realizzi un ricamo e lo vendi su Internet, allora la partita Iva non ti serve. Se, però, cominci ad avere successo e le richieste ti portano a trasformare l’hobby in un’attività continuativa, allora scatta l’obbligo della partita Iva. Le due caratteristiche principali che deve avere la tua attività sono:
- Non professionale. Vuol dire che non sei un ricamatore o un sarto esperto e qualificato, ma che svolgi un’attività per passione senza strumenti professionali. Possiamo fare l’esmepio pratico di una persona che realizza ogni tanto dei cuscini con la macchina da cucire che ha a casa.
- Non organizzata. Non hai orari di lavoro, l’obbligo di realizzazione (cioè una commissione da parte di qualcuno) e un’organizzazione tipica di un’azienda alle spalle.
A livello normativo ci sono due categorie che hanno queste caratteristiche, cioè chi ha un hobby e gli artisti (o creativi). La differenza tra chi ha un hobby e chi è un artista è semplice: l’hobbista crea qualcosa ogni tanto assemblando degli elementi, mentre l’artista crea da zero qualcosa che non esisteva prima (come un disegno a titolo di esempio). Dato che è qualcosa di occasionale, il tuo prodotto – per così dire – non deve avere un valore di mercato superiore ai 250 euro. In più, c’è un limite di ricavo complessivo, cioè con questa attività non puoi superare i 5.000 euro all’anno. Quando ti rendi conto che le attività si accumulano, che devi organizzare gli ordini e continui a riceverne, allora l’attività diventa abituale e la partita Iva ti serve. Se non ce l’hai in un contesto di questo tipo ti prendi dei rischi.
Come faccio a vendere online senza partita IVA
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Per vendere online senza partita Iva non serve ricorrere a una truffa, ma seguire poche e semplici regole:
- Crea un account su siti di annunci o su canali di vendita di prodotti handmade, come può essere Etsy (a titolo di esempio). Così potrai iniziare a vendere ciò che hai già realizzato come hobby senza creare un sito tuo.
- Organizza le spedizioni. Puoi usare diversi servizi di spedizione che ti permettono la totale tracciabilità di quello che invii per poter dare un riferimento a chi sceglie le tue creazioni.
- Procurati un blocco di bolle. Infatti, anche se non emetti fattura, hai l’obbligo di mettere da parte tutti i pagamenti che ricevi. Una copia va nel pacco che andrà spedito e un’altra devi tenerla per presentarla dal commercialista per dichiarare le entrate.
- Crea una pagina social per mostrare le tue creazioni.
- Ottieni la marca da bollo se l’ordine supera i 77,47 euro.
Si pagano le tasse su quanto guadagni con il tuo hobby? Sì, ma non paghi l’Iva. Cosa vuol dire? Quanto ricavi dalla vendita delle tue creazioni è sempre reddito, seppur extra. Così rientra nei tuoi redditi e lo Stato deve sapere di quali importi si parla per poter procedere con il pagamento di eventuali imposte. Gli altri redditi concorrono nel conteggio di ISEE e di altra documentazione utile per capire se hai diritto a bonus. Forse non lo sai, ma senza partita Iva puoi anche vendere in un mercatino. Infatti hai bisogno di chiedere la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà e il tesserino degli hobbisti. Il primo si richiede al Comune, mentre il secondo alla Regione, con costi variabili. Ricorda di chiedere a chi organizza il mercato se servono altri documenti.
Cosa rischio se vendo online senza partita IVA
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Se rientri nei limiti che abbiamo appena visto, non rischi nulla. La situazione si complica se superi i limiti previsti e c’è una tornata contro gli evasori da parte della Guardia di Finanza. Infatti non puoi vendere in nero, cioè mettere in vendita qualcosa e non dichiarare quanto hai guadagnato. La procedura meno grave che ti può capitare è che le autorità ti sequestrano tutto e ti danno una multa perché non hai tutte le iscrizioni del caso. Le Forze dell’Ordine possono intimarti di registrare per forza la partita Iva e di pagare le tasse non pagate e dovute in base agli importi che sono emersi durante i controlli. Questo può avvenire anche se metti molti annunci sui marketplace, perché tanti annunci provano un’attività continuativa, così soggetta a partita Iva.
Quanto si può guadagnare online senza partita IVA e normative di riferimento
![Quanto si può guadagnare online senza partita IVA e normative di riferimento](https://affarifinanza-it.storage.googleapis.com/wp-content/uploads/2024/03/vendere-online-senza-partita-iva-1-1024x614.jpg)
Come abbiamo visto, non puoi superare i 5.000 euro all’anno e i 250 euro su singolo prodotto. Quali sono le normative di riferimento? La prima è la norma n. 114/98, che dà una definizione di chi crea qualcosa per hobby e non opera con la partita Iva per questo. Il legislatore era già intervenuto sulla questione con l’art.5 del DPR 633/72, dando così la definizione di cos’è un’attività abituale e cosa no. Infine, è importante dare un’occhiata alla circolare n.7 del 30 aprile 1977, che indica le imposte relative a chi opera senza partita Iva. Puoi scegliere di offrire dei servizi dietro compenso – senza arrivare ai 5.000 euro all’anno – utilizzando lo strumento della collaborazione occasionale.