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Crisi in pausa: l’Europa alla ricerca di una trasformazione nell’industria verde

ambiente protetto e riserva naturale

In un contesto mondiale reso problematico dal conflitto tra Russia e Ucraina e dall’inflazione, l’economia dell’Ue ha dato una grande prova di resilienza grazie ad un mercato del lavoro che sembra migliorare di mese in mese e alla riduzione delle strozzature nell’approvvigionamento di materie prime. Fattori preponderanti che hanno dato un contributo decisivo alla crescita moderata registrata nel primo trimestre del 2023, che ha fugato i dubbi e le paure di una possibile recessione.

Il buon inizio d’anno ha migliorato le prospettive di crescita dell’economia dell’UE all’1,0% nel 2023 e all’1,7% nel 2024. Sono tante le incognite ancora da sciogliere sul modo con cui l’Europa si “orienterà” politicamente, ad un anno di distanza dalle prossime elezioni del Parlamento Ue e con tanti paesi dell’Unione che attendono i risultati delle imminenti elezioni politiche. 

Mentre la guerra fra Russia e l’Ucraina è ancora in corso e i nodi legati all’immigrazione e al cambiamento climatico sono ben lungi dall’essere sciolti, l’Ue non ha abbassato la guardia sui temi cruciali della competitività e della sostenibilità. Quasi settimanalmente gli Stati membri dell’UE annunciano nuovi tipi di sostegno per le industrie ritenute fondamentali per la competitività e la resilienza, come quelle per microchip, batterie e forniture mediche

L’importanza di riportare il Green Deal al centro del dibattito politico

La strategia di sicurezza economica della Commissione Europea formalmente avviata il 20 giugno, è imperniata sull’importanza della valutazione del rischio in settori strategici come la sicurezza informatica, l’evoluzione tecnologica e le catene di approvvigionamento. Al contempo, organizzazioni imprenditoriali, settori influenti come l’agricoltura e il gruppo politico del Partito Popolare Europeo stanno reclamando a gran voce una pausa normativa sulla legislazione ambientale

L’agenda del Consiglio europeo che pone in risalto molti temi macroeconomici cruciali, sta pian piano relegando ad un ruolo di secondo piano il Green Deal europeo che non figura esplicitamente fra i temi principali che verranno discussi prossimamente in seno al Consiglio europeo, nonostante la gamma di questioni urgenti relative alla sua attuazione che l’UE deve affrontare per non lasciare indietro la sua agenda sul clima.

In un sondaggio realizzato nei 27 Stati membri dell’UE effettuato nella primavera del 2023 dai ricercatori associati di ECFR, è emerso come molte aziende siano favorevoli ad un’agenda verde legislativa ambiziosa, mentre le organizzazioni imprenditoriali si stanno concentrando su quelli che considerano oneri normativi proibitivi. Secondo la maggior parte degli intervistati in 20 Stati membri la situazione economica generale sarà uno dei fattori chiave che determinerà la politica climatica del proprio governo nel 2023-2024.

In realtà l’Ue spera che le cose vadano diversamente e cioè che l’impegno dell’UE e degli Stati membri nei confronti della loro agenda per il clima e l’ambiente rappresenti uno dei fattori chiave per la competitività. La chiusura di alcuni dei principali dossier in sospeso, come il rendimento energetico degli edifici, la legge sull’industria a zero emissioni e le riforme del mercato dell’elettricità, rappresentano dei passi in avanti cruciali. E in futuro sono previste iniziative da parte della Commissione europea in fatto di ecocompatibilità del trasporto merci, riduzione dell’impronta climatica dei prodotti e la realizzazione di sistemi alimentari più sostenibili.

Decarbonizzare per diventare competitivi 

Un studio effettuato dalla Commissione europea rivela come delle buone normative ambientali possano rappresentare la chiave di volta verso l’innovazione. Gli studi del Cambridge Institute for Sustainable Leadership, sostenuto da molte aziende leader, hanno evidenziato la forte connessione tra legislazione ambientale e competitività. Rimanere sulla rotta del Green Deal sarà fondamentale  per consentire all’economia dell’UE di competere in un mondo in via di decarbonizzazione.

La strategia REPowerEU, lanciata nel 2022 e quella per la sicurezza economica. sono imperniate proprio sulla decarbonizzazione ritenenuta un elemento fondamentale dell’agenda economica dell’UE. Acquisire quote di mercato globali nel ramo delle tecnologie verdi emergenti potrebbe consentire alle imprese europee di godere di una posizione di vantaggio rispetto agli altri competitors. Se questo non avverrà, le aziende europee rischiano di perdere la sfida per la competitività sostenibile. 

La pausa “ambientale” invocata da Macron

Mentre i leader politici dei principali paesi europei sono ben consapevoli dell’esigenza di seguire passo passo l’agenda del Green Deal, i leader populisti pongono sullo stesso piano il clima e l’economia, evidenziando i rischi e le preoccupazioni nazionali relative all’andamento dei prezzi dell’energia, i posti di lavoro che si perderebbero nel settore del carbone, i requisiti per la silvicoltura e l’agricoltura o il costo delle ristrutturazioni edilizie. 

Lo stesso appello lanciato dal presidente francese, Emmanuel Macron, con cui è stata invocata una “pausa normativa” è emblematico e rivela come questo approccio possa diventare molto dannoso, vanificando gli sforzi già intrapresi per attuare il Green Deal. Dopo la crisi di approvvigionamento scatenata dalla guerra in Ucraina, dovrebbe diventare più pressante il desiderio di fare a meno dei combustibili fossili

Gli stessi eventi meteorologici che hanno colpito molti paesi dell’UE dovrebbero incentivare e dare un nuovo slancio all’azione per il clima. Così come la nuova competitività verde che si profila negli Stati Uniti dovrebbe indurre anche la comunità imprenditoriale europea ad abbracciare la tecnologia verde senza tentennamenti e senza dubbi di sorta.