La sostenibilità rappresenta il più auspicabile futuro dell’economia mondiale. Quali sono allora nel settore Greentech e per questo 2023 le maggiori tendenze da prendere in considerazione?
Approfondimenti
A offrire un quadro generale Termo, società italiana leader nel comparto Greentech: dalla digitalizzazione all’autoproduzione energetica, dalle rinnovabili domestiche agli impulsi governativi per far fronte al pericolo della povertà energetica
Greentech 2023, quali le sfide
Restringimento delle emissioni, produttività sostenibile, efficientamento dei consumi e affidamento alle risorse rinnovabili divengono sempre più protagonisti nel panorama energetico mondiale.
Assieme all’emergenza climatica, il divampare della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina e la crisi che ne è conseguita hanno riportato Governi e istituzioni di fronte alla necessità di valutare seriamente un approccio all’amministrazione energetica votato all’ottimizzazione e alla coscienza.
Per incamminarsi con consapevolezza in uno scenario in costante evoluzione, è fondamentale però afferrare interamente le dinamiche. In questa prospettiva Termo, società italiana leader nel settore del Greentech, ha individuato i 5 trend che contraddistingueranno il 2023 e non solo.
A tracciare il percorso Gabriele Basile, CEO di Termo. Attualmente il mercato si starebbe orientando molto rapidamente verso un doppio driver essenziale: la riqualificazione energetica e la riduzione dei consumi. L’exploit dei costi energetici ha affrettato un iter già in corso, mettendo in evidenza l’urgenza di attuare strategie concrete per il raggiungimento degli obiettivi ambientali ed economici condivisi dai diversi Paesi.
Sempre per Basile, in Italia, la battaglia che dovrà affrontare il Governo
sarà quella di definire i mezzi per supportare la transizione energetica (dal PNRR a strumenti come lo sconto in fattura, le detrazioni fiscali, eccetera). Per le aziende, sarà indispensabile abbracciare una cultura orientata alla responsabilità.
Greentech 2023, le tendenze 2023, il pericolo della povertà energetica
Renovation Wave e case green: il pericolo della povertà energetica in un panorama normativo proibitivo. Sul suolo europeo circa il 35% degli immobili conta più di mezzo secolo di vita e oltre il 75% del parco immobiliare è ritenuto inefficiente in prospettiva energetica. Ragion per cui, già nel 2020 l’Ue ha dato il via alla cosiddetta Renovation Wave, una politica di lunga gittata che invita gli Stati membri a pianificare di azioni e incoraggiamenti destinati alla riqualificazione degli immobili e all’efficientamento energetico.
Per di più, per centrare l’obiettivo delle zero emissioni entro il 2050, gli enti comunitari stanno lavorando a nuove potenziali disposizioni che statuiscano l’aggiornamento delle classi energetiche degli immobili ai nuovi standard di efficienza.
La discussione infiamma e interessa ciascuno degli Stati membri dell’Ue, con gli Esecutivi in prima linea per la stesura di norme che siano in grado provvedere a un effettivo supporto a imprese e cittadini.
Il pericolo della povertà energetica non è una chimera: considerando la precarietà economica e la crescita dei costi energetici, i consumatori che non avranno la possibilità di disporre di beni e servizi energetici minimi (che in Italia sfiora l’8,5% dei nuclei familiari) saranno sempre più. Parimenti, paradossalmente solamente coloro che avranno la facoltà di investimenti da offrire alla riqualificazione di immobili e sistemi sarà in grado di abbassare i consumi.
In Italia, a seguito delle innumerevoli variazioni arrecate alla normativa in tema di Ecobonus e Superbonus 110%, nei mesi a venire sarà fondamentale che il Governo faccia chiarezza, definendo direttive che spalanchino le porte a un insieme di incentivi realmente accessibile, efficiente e soprattutto saldo nel medio lungo termine.
Per gli addetti ai lavori, la sfida del 2023 sarà orientarsi con abilità in un panorama normativo enormemente articolato e mutevole, per assistere i fruitori finali, assicurando loro il raggiungimento delle agevolazioni.
Greentech 2023, energia rinnovabile e riduzione dei consumi
Rinnovabile “veloce” per dare una risposta alla crisi. Le energie rinnovabili potrebbero rappresentare l’alternativa definitiva e a lungo termine alla crisi climatica ed economica planetaria. Ciò nonostante, se la crisi sta procedendo a passo spedito, causando una crescita dei costi a dir poco esponenziale, stesso discorso non vale per quelle tecnologie che immaginano la realizzazione di iter strutturati e incentrati su fonti di energia rinnovabili: installazioni eoliche e importanti parchi fotovoltaici, per dirne una, potrebbero esigere diverso tempo per ricevere prima approvazione e poi essere edificati, senza considerare eventuali impedimenti ambientali che possono occorrere in fase di realizzazione.
Assieme alle strategie pluriennali e decennali per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, allora, nel corso di quest’anno andranno attestandosi alternative di minore apporto sistemico, ma maggiormente dinamici in quanto a messa in opera: impianti geotermici o fotovoltaici domestici e per PMI, che potrebbero essere concepiti e montati in brevissimo tempo, recando benefici immediati per i fruitori finali.
Precedenza alla moderazione dei consumi e all’autoproduzione. Non solo produzione di energia tramite fonti rinnovabili, per istituzioni, società e fruitori importante anche il discorso intorno agli esiti immediati dell’abbassamento dei consumi.
L’impennata dei costi palesa l’impellenza di un miglioramento nella gestione energetica quotidiana, perfezionando l’immagazzinamento e i dispendi: nel 2023 l’installazione di nuove apparecchiature e le azioni di ristrutturazione avranno come premessa l’abbassamento immediato dei consumi.
I fruitori finali potranno indirizzarsi su caldaie a condensazione e pompe di calore ibride o elettriche a elevata efficienza, che propongano le migliori prestazioni in quanto a funzionalità energetica e incidenza ambientale. Non è tutto, proseguirà la diffusione di tecnologie abilitanti l’autoproduzione di energia elettrica come i pannelli fotovoltaici, basandosi su di una dinamica che consenta la produzione della medesima energia che viene consumata, ottimizzando così le spese.
Greentech 2023: la digitalizzazione passepartout della transizione energetica
Per realizzare quanto sinora detto essenziale un valido supporto tecnologico, in grado di agevolare e uniformare gli iter per ciascuna delle parti in gioco: imprese, istituzioni e clienti finali.
In prima battuta, per un veloce adeguamento alla complessità legislativa di oggi sarà fondamentale per le imprese un rinnovamento degli iter burocratici obsoleti introducendo esperienze fondate sui moderni dispositivi e programmi digitali (supporti paperless per l’amministrazione della documentazione, firma digitale, SPID). Anche le istituzioni dovranno effettuare investimenti nella digitalizzazione e velocizzazione dei processi. In seconda istanza, si adotteranno sempre più tecnologie smart, in grado di unire la domotica alla gestione termica ed energetica. Il monitoraggio diverrà il nuovo leitmotiv per la realizzazione di edifici intelligenti: l’Internet of Things consentirà di fatto ai fruitori di esaminare i consumi in maniera granulare, così da agire sui singoli dispositivi laddove sia indispensabile, abbassando consumi e spese.