Tanti italiani hanno sentito parlare per la prima volta del TTF in coincidenza con il rialzo dei prezzi del gas che si verificò nel 2022 e che costrinse i ministri dell’Energia dell’Unione Europea a concordare un tetto massimo del prezzo del gas per cercare di calmierare i prezzi che avevano spinto le bollette energetiche sempre più in alto causando un’inflazione da record.
Approfondimenti
Il TTF si trova in Olanda ed è il più grande hub del gas in cui vengono negoziati i contratti legati proprio al gas naturale. Il TTF di Amsterdam venne istituito nel 2003 per facilitare e promuovere il commercio del gas su un mercato unico. Grazie alla liberalizzazione del mercato dell’energia, il TTF ha acquisito un ruolo sempre più influente nel commercio del gas, diventando il primo hub europeo. In questo articolo vedremo come funziona il trading di gas in Europa e nei principali hub di scambio.
Dove avviene il trading del gas naturale?
Il trading del gas naturale avviene in borsa o OTC. Il TTF rappresenta senza dubbio il principale mercato virtuale di riferimento per lo scambio del gas in Europa, con sede ad Amsterdam. In questo contesto gli scambi dei titoli che riguardano il gas naturale sono più accessibili a tutti i partecipanti al mercato e garantiscono la massima trasparenza. Sono inoltre soggetti a regolamenti finanziari e di mercato per prevenire eventuali abusi o distorsioni del mercato.
Soprattutto negli ultimi due decenni, i prezzi del gas in Europa si sono spostati verso l’hub pricing, dove il prezzo del gas naturale viene valutato sulla base alla legge della domanda e dell’offerta. Si stima che nel 2021, circa il 77% dei volumi di gas sono stati commercializzati proprio presso gli hub. Soprattutto nell’Europa nord-occidentale, i prezzi hub tendono a dominare la scena, mentre il commercio del gas nei paesi mediterranei tende a prendere come riferimento l’indicizzazione del petrolio.
In Europa sono complessivamente 30 i centri di scambio di titoli legati al gas, ma non tutti sono molto attivi, secondo una statistica pubblicata dall’Oxford Institute for Energy Studies. I mercati che scambiano la maggiore quantità di volumi di gas naturale sono proprio il Title Transfer Facility di Amsterdam e il National Balancing Point (NBP) che si trova in Gran Bretagna. Si tratta dei due mercati che gli operatori ritengono essere più liquidi e trasparenti. Gli altri hub che godono di un buon prestigio sono l’hub austriaco Virtual Trading Point (VTP), gli hub belgi Zeebrugge Beach (ZEE) e ZTP, l’hub spagnolo PVB, l’hub francese Point Exchange Gaz (PEG) e l’hub ceco VOB.
Nel 2021 la Germania ha creato un hub di scambio di gas a livello nazionale, il Trading Hub Europe (THE), frutto dell’unione dei due hub già esistenti, per aumentare la liquidità e semplificare l’amministrazione. Solo nel 2019 i volumi scambiati sul TTF hanno rappresentato il 79% del totale dei volumi scambiati in Europa. Il prezzo TTF è classificato come il prezzo di riferimento del gas europeo.
I titoli derivati legati al Gas
E’ improprio parlare di un prezzo unico del gas naturale presso il TTF o altri hub del gas. Esistono diversi contratti del gas: alcuni per la consegna immediata o a breve termine (noto come mercato spot o prompt) e altri per ore, mesi, anni o stagioni a venire. In questi mercati vengono anche scambiati altri strumenti finanziari legati al mercato del gas come futures, forward, opzioni e swap.
I futures sono accordi per l’acquisto o la vendita di gas per la consegna al TTF in un determinato momento futuro a un prezzo prestabilito e sono negoziati in borsa.
I contratti a termine sono anche accordi per l’acquisto o la vendita di TTF per la consegna in futuro, ma tendono ad essere accordi su misura, sono negoziati nei mercati OTC e non sono formalmente classificati come contratti derivati ai sensi delle regole di negoziazione azionaria dell’UE.
Le opzioni attribuiscono invece, al titolare, il diritto ma non l’obbligo di acquistare o vendere il contratto future TTF sottostante a una certa data a un certo prezzo.
Gli swap sono contratti regolati finanziariamente OTC che consentono a due parti di scambiarsi pagamenti relativi al prezzo del gas di mercato.
Quali prospettive per il prezzo del gas?
In seguito allo scoppio della guerra in Ucraina e con l’applicazione delle sanzioni da parte dell’Unione Europea alla Russia, le speculazioni sul prezzo del gas non hanno conosciuto soluzione di continuità. Mentre un tempo il prezzo del gas si aggirava attorno ai 20 euro per megawattora, oggi famiglie e imprese sono costrette a dover subire sonore batoste dal punto di vista economico per approvvigionarsi di gas.
Nonostante il prezzo del gas sulla piazza di Amsterdam si sia ridotto negli ultimi mesi, le previsioni di ulteriori aumenti nei prossimi mesi sono più che realistiche e potrebbero fruttare lauti profitti a coloro che vorranno investire sull’Indice TTF. Va ricordato che solamente l’anno scorso, in questo periodo, il prezzo del gas toccava valori mai registrati prima, superando addirittura i 300 euro al megawattora.
Come vengono negoziati i titoli legati al gas
La negoziazione dei titoli derivati sul gas può avvenire su mercati o borse regolamentati e mercati OTC. I veri attori “protagonisti” di questi mercati sono reti di acquirenti e venditori e broker che fungono da intermediari nell’attività di trading. La negoziazione OTC può avvenire anche bilateralmente, per cui le controparti contrattano direttamente tra loro.
Nel 2022, secondo i dati della Commissione europea, la quota di negoziazione eseguita in borsa sugli hub del gas europei è stata di circa il 62%. Un dato eloquente che dimostra come l’Europa sia il vero “motore” che determina il costo di questa preziosa fonte di energia.
Tra i veri protagonisti del TTF spiccano alcuni istituti di credito anglosassoni di grande spessore come Goldman Sachs e Morgan Stanley. Mentre tra i grandi trader che operano in questo settore spiccano Gunvor, Trafigura, Glencore e Vitol Shell.