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Quando è obbligatorio ristrutturare casa? Scopri le normative e i casi in cui è obbligatorio intervenire

Pannelli solari sul tetto

Da diversi anni l’Unione europea sta portando avanti un’agenda strategica per affrontare il cambiamento climatico e il tema cruciale della sostenibilità con l’intenzione di trasformare l’UE in una società climaticamente neutra, verde ed equa. La legge europea sul clima del 2021 è stata il primo pilastro di questa agenda. La nuova normativa sul clima ha imposto entro il 2023 la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (GHG) di almeno il 55% nei paesi dell’Ue. Per raggiungere questo obiettivo, sono state introdotte una serie di misure per rivedere e aggiornare la legislazione dell’UE attraverso il pacchetto “Fit for 55“.

Considerando la gravità e l’urgenza imposta dai cambiamenti climatici in atto, la legislazione è stata proposta in 12 diversi settori politici, dall’uso del suolo e la silvicoltura al trasporto aereo e marittimo. Uno dei punti nodali è stata la direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia (EPBD)..

L’ultima revisione della EPBD risaliva al 2018 e imponeva l’adozione di un piano di ristrutturazione degli immobili a lungo termine per gli Stati membri. L’obiettivo rimane sempre quello di agevolare la riduzione delle emissioni in quanto gli edifici rappresentano il 40% dell’energia consumata e il 36% delle emissioni dirette e indirette di gas serra (GHG) legate all’energia.

L’obiettivo zero emissioni 

Le ristrutturazioni che vengono effettuate attualmente sugli immobili nei 27 paesi dell’Ue sono insufficienti per centrare l’obiettivo delle zero emissioni, anche perché il tasso annuo di rinnovamento energetico è fermo all’1%. Seguendo questi ritmi così lenti, per ricostruire e migliorare il patrimonio edilizio europeo, serviranno moltissimi anni. Si tratta di tempi che l’Ue non può permettersi se vuole davvero centrare l’obiettivo delle zero emissioni. 

La revisione della direttiva EPBD è considerata fondamentale per aggiornare il patrimonio edilizio europeo e avvicinarsi all’obiettivo delle zero emissioni entro il 2050. In virtù delle nuove direttive,   circa il 75% del patrimonio edilizio, considerato inefficiente, dovrà essere ristrutturato nei prossimi 25 anni.

La direttiva Case Green

Efficientare le abitazioni dal punto di vista energetico è l’obiettivo che dovrà essere centrato entro il 2030 per gli immobili sia residenziali che non residenziali con classe energetica E. L’obbligo di ristrutturazione si applicherà a tutte le case e gli edifici di classe inferiore a E. Entro la fine di quest’anno, tutti gli edifici e le case di classe energetica inferiore a E, cioè F e G, dovranno migliorare la propria classe energetica, senza alcuna deroga o eccezione. 

Si tratta della nota direttiva Case Green che rientra nell’ambito del vasto pacchetto FIT 55, con cui l’UE punta a ridurre del 55% l’emissione di CO2 entro il 2030 e di neutralità climatica entro il 2050. Il testo della direttiva mira a far sì che gli edifici residenziali raggiungano almeno la classe energetica “E” entro il 2030 e “D” entro il 2033. La direttiva non si applicherà a tutti gli immobili in maniera indistinta. L’obbligo di ristrutturazione non riguarderà le abitazioni unifamiliari di superficie inferiore a 50 metri quadri. 

Non saranno obbligate ad efficientare la propria classe energetica neanche gli edifici vincolati dai Beni Culturali, quelli ricadenti nei centri storici, le chiese, gli edifici di culto e le seconde case che sono utilizzate per un periodo inferiore ai 4 mesi l’anno. L’obbligo di ristrutturazione non riguarderà neanche gli edifici del Governo e quelli di proprietà delle forze armate. 

In tutto si stima che l’esonero riguarderà circa 4 milioni di edifici in Italia. Al momento la direttiva non prevede l’applicazione di sanzioni in caso di mancata ristrutturazione degli immobili. I governi nazionali, però, potrebbero applicare delle penalizzazioni o delle multe. 

La situazione in Italia

Secondo una recente stima, in Italia il 74% delle abitazioni (11 milioni) appartiene ad una classe energetica E, F o G, e quindi non rientrerebbe nei parametri imposti dalla nuova Direttiva. L’ipotesi più accreditata è quella secondo la quale, nel 2025, questa direttiva diventerà operativa. Se così fosse, un gran parte del patrimonio edilizio italiano rischierebbe di perdere l’attuale valore di mercato, qualora non venisse ristrutturata secondo i dettami della direttiva Green. 

Chi possiede una casa che non rientra nelle classi energetiche “green”, dovrebbe valutare l’ipotesi di intervenire tempestivamente per non farsi cogliere impreparato. Anche la semplice installazione di impianti solari, contribuirebbe in maniera decisa al miglioramento della classe energetica dell’immobile. 

I bonus a disposizione

Attualmente gli italiani hanno a disposizione un bonus per l’acquisto di una casa green che si sostanzia in una detrazione al 50% dell’IVA. Una agevolazione che scadrà il 31 dicembre 2023 e che sarà appannaggio solo dei proprietari di immobili rientranti nelle classi energetiche A e B. Gli immobili che rientrano nel beneficio devono essere comprati direttamente dal costruttore o da OICR immobiliari. 

La detrazione IVA del 50% potrà essere tradotta in una detrazione IRPEF da spalmare in 10 anni. Questa agevolazione introdotta dal governo varrà per le persone fisiche (i soggetti IRPEF), che potranno così portare in detrazione la metà dell’Iva corrisposta. Il beneficio non si potrà applicare alle società di capitali e agli enti non commerciali (soggetti IRES).