x

x

Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

Survey BCG: CEO europei ottimisti nonostante l’incertezza, focalizzati sulla gestione dei costi e l’innovazione

Logo BCG e sede del Ceo Outlook 2023

Anche se negli ultimi due anni non si sono registrati dati lusinghieri per l’economia mondiale, l’ottimismo non è venuto meno in seno al mondo imprenditoriale. E’ quanto emerso dall’Executive Perspective di BCG, CEO Outlook 2023: Caution, Optimism, and Navigating the Road Ahead, al quale hanno preso parte 759 dirigenti a livello globale provenienti da vari settori per individuare strategie nuove da mettere a punto in un contesto contrassegnato da grande incertezza, in cui lo spauracchio di una nuova recessione sembra non essere del tutto scongiurato. 

Nel corso dell’evento sono stati toccati alcuni temi caldi, come gli investimenti e la ricerca di elementi in grado di garantire una crescita nel tempo. Le sfide per i CEO delle grandi aziende mondiali non mancano. A causa dell’aumento dei tassi di interesse e delle tensioni geopolitiche, per non tralasciare gli effetti dell’instabilità finanziaria, il percorso verso il rafforzamento della competitività delle aziende è disseminato di insidie non facili da aggirare. 

Tre quarti degli amministratori delegati e dei top executive a livello globale si sono detti preoccupati per i tanti ostacoli che ogni giorno sono costretti a fronteggiare. Nonostante ciò, un sorprendente 79% si è detto fiducioso e ottimista relativamente alle prospettive delle proprie aziende nel 2023.

Le priorità per i CEO europei nel 2023

Giuseppe Farinacci, Partner and Director di BCG ha evidenziato come, anche in quadro di incertezza economica, “molti leader, proprio in questi momenti, restano concentrati sulla salute e la crescita della propria azienda, puntando a investimenti in aree chiave per l’innovazione come AI, sostenibilità e talenti, per rimanere competitivi ed essere pronti ad affrontare altri shock sistemici che potrebbero verificarsi in futuro”. 

Nonostante l’ottimismo per ciò che potrebbe accadere nel lungo periodo manifestato dai CEO europei, c’è molta più cautela e pragmatismo sulle prospettive legate all’anno in corso che non si preannuncia affatto facile. Secondo la visione dei CEO europei, la gestione dei costi deve assurgere al ruolo di massima priorità. Non è un caso che il 58% di essi si è detto disposto a riprogettare i processi o modelli operativi delle proprie aziende, rispetto al 51% dei CEO in Nord America e in Asia. 

Ancora una volta il clima e la sostenibilità continuano a rimanere al centro dell’interesse dei CEO. Ed è proprio su questo versante che le aziende mirano ad indirizzare investimenti corposi, soprattutto in Europa. Il 55% dei CEO europei continua a ritenere la sostenibilità una priorità assoluta, mentre in Nord America questa percentuale scende al 41% e in Asia al 45%. 

Per i CEO europei gli impegni in materia di clima e sostenibilità continuano a rimanere le opportunità migliori anche per l’anno in corso, mentre per i colleghi di Asia e Nord America le priorità sono l’intelligenza artificiale e il digitale. Sul tema scottante dei licenziamenti va rimarcato come solo il 7% dei CEO europei li ritenga prioritari, mentre tra i CEO del Nord America la percentuale sale al 12%. 

Languono invece in Europa gli investimenti per la crescita e la trasformazione aziendale che non rappresentano una priorità per il 20% dei CEO europei, per nulla intenzionati ad investire fondi su questo versante. I CEO asiatici hanno invece manifestato un maggiore interesse ad investire in azioni di sviluppo come dimostra il fatto che il 10% delle aziende si sono attivate per favorire la crescita, realizzando fusioni e innovazioni tecnologiche

Le priorità e le sfide future

La riduzione dei costi rimane in assoluto la priorità per la maggior parte dei dirigenti a livello globale. Il 72% di essi ha dichiarato di avere già intrapreso azioni decise per ridurre i costi agendo soprattutto sul miglioramento dell’efficienza dei processi, piuttosto che prediligere tagli diretti alle spese. La sfida per la competitività rende sempre necessario ricorrere a programmi di formazione per forgiare nuovi talenti, adattandoli alle tendenze del mercato in ottica futura, concentrandosi soprattutto sull’intelligenza artificiale e sul digitale, strizzando l’occhio al cambiamento climatico e alla sostenibilità.  

Soprattutto i dirigenti delle aziende dei settori industriali, di consumo, finanziarie, di trasporto e sanitarie sono orientati verso la razionalizzazione e il controllo dei costi. Un aspetto che interessa meno le aziende che operano nel settore tecnologico e delle comunicazioni, nonostante proprio in questi settori siano stati preannunciati recentemente molti tagli al personale. Sono i dirigenti del settore Tecnologia e Comunicazioni quelli che hanno concentrato la propria azione sullo sviluppo di nuovi talenti. Proprio la formazione rimane cruciale per il 70% dei CEO, mentre per il 60% l’innovazione rimane la via maestra verso la competitività sostenibile. 

Come investire le risorse risparmiate?

Una delle questioni cruciali è come dovranno essere investite le risorse che si libereranno grazie alla riduzione dei costi. Per il 60% dei CEO, i fondi risparmiati dovranno essere investiti nell’innovazione dei processi e dei prodotti. Ma non si esclude neanche la possibilità che queste risorse possano essere investite anche per reclutare nuovo personale, per innovare o per finanziare iniziative per la sostenibilità e per il clima.