In data 9 dicembre 2022 le azioni del gigante italiano delle infrastrutture Atlantia sono state revocate, dopo aver registrato un prezzo (l’ultimo della loro storia) di 22,99. Ma che cosa succede ora che i Benetton hanno deciso di privare Piazza Affari di Atlantia dopo ben 35 anni? Quali saranno le conseguenze per chi deteneva questi titoli? Vediamo insieme le prospettive future per gli azionisti, cosa converrà fare e quali decisioni sarà necessario prendere.
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Atlantia: un po’ di contesto storico
Le storia di Atlantia prende il via nel 1950, con la creazione della Società Concessioni e Costruzioni Autostrade S.p.A., che si è occupata a lungo delle autostrade italiane, ampliando nel corso degli anni la sua presenza anche a livello di altre infrastrutture chiave come gli aeroporti e i ponti. Nel 1956 venne firmata la Convenzione tra ANAS e Autostrade, in base alla quale quest’ultima si impegnò a cofinanziare, costruire e gestire l’Autostrada del Sole tra Milano e Napoli, che sarebbe stata inaugurata nel 1964. Tra il 1962 e nel 1968 la Società ricevette inoltre il via libera per la costruzione e l’esercizio di ulteriori arterie autostradali in giro per il Belpaese
Gli ultimi anni sono stati particolarmente intensi e ricchi di eventi. A partire dal 2005 l’azienda ha infatti acquisito circa 2.500 km di strade in giro per il mondo, tra il 2013 e il 2016 il gruppo Atlantia è poi entrato anche nel settore aeroportuale prendendo in gestione i due scali di Roma di Fiumicino e Ciampino. Un biennio chiave è stato quello tra il 2017-2018, quando Atlantia ha acquisito Albertis diventando il leader mondiale nelle infrastrutture di trasporto e nei servizi per la mobilità con una presenza in ben 23 Paesi.
La prima, vera battuta d’arresto per l’azienda dopo anni di crescita e di espansione sarebbe però arrivata molto presto, a partire dall’agosto del 2018, in seguito al crollo del ponte Morandi di Genova, una tragedia inattesa dove hanno purtroppo perso la vita 43 persone. L’utile netto registrato dall’azienda nei primi mesi di quell’anno sarebbe infatti stato in calo del 15% a 733 milioni di euro, proprio a causa dell’appostamento di circa 350 milioni di euro legati agli oneri direttamente collegati al crollo di una sezione del Viadotto.
Nonostante le difficoltà, negli anni successivi l’azienda sarebbe non soltanto riuscita a stare a galla ma anche ad espandersi ulteriormente, acquisendo nuovi business chiave. Il 17 gennaio 2022 Atlantia ha infatti sottoscritto con il gruppo Siemens il contratto per l’acquisizione di Yunex Traffic, importantissimo operatore globale attivo nel settore dell’Intelligent Transport Systems (ITS): tale traguardo ha portato Atlantia ha un’ulteriore espansione, con nuove infrastrutture e piattaforme di gestione dei flussi di traffico e di mobilità urbana installate in oltre 600 città in 4 continenti e con l’aggiunta di 3.000 nuovi dipendenti alla sua forza lavoro.
Dopo il ritiro dalla Borsa per volere della famiglia Benetton (che ne possiede il 30%) Atlantia cambia nome e diventa ufficialmente Mundys a marzo del 2023. Principale obiettivo della nuova realtà è quello di proseguire nella crescita e nella modernizzazione del gruppo, con ingenti investimenti in infrastrutture sostenibili e innovazione tecnologica. In occasione della presentazione del gruppo, il vice presidente di Mundys Alessandro Benetton ha commentato:
L’ambizione, che nasce in Italia per competere in tutto il mondo, è quella di gestire e realizzare infrastrutture sostenibili e innovative, migliorando l’attrattività dei territori e semplificando la vita delle persone in movimento. È questo lo spirito più vero della nuova realtà che abbiamo creato insieme alle lavoratrici e ai lavoratori che, ogni giorno, operano al servizio di milioni di viaggiatori
Cosa succede ora con le azioni Atlantia delistate?
Il delisting di Atlantia dalla Borsa è avvenuto dopo l’esito dell’opa di Schema Alfa, la società veicolo partecipata da Edizione e Blackstone, che deteneva il 95,9333% di Atlantia. In base a quanto comunicato da parte di questi ultimi, resteranno ancora diversi titoli in circolazione, pari al 4,067% del capitale sociale di Atlantia il cui valore è di 23 euro per azione (ovvero quello dell’opa). Tutti i titolari delle relative quote delistate riceveranno il controvalore da parte delle proprie banche.
Per quanto riguarda il neonato gruppo Mundys nato dalle ceneri di Atlantia, secondo Refinitiv le prospettive di mercato sono piuttosto positive. Marketscreener ha infatti sottolineato come negli ultimi dodici mesi il giudizio degli analisti sia stato ampiamente rivisto al rialzo per l’azienda, nonostante in passato il gruppo abbia sovente deluso le speranze degli analisti generando cifre al di sotto delle aspettative.
Il gruppo, al momento, vanta un totale di 6 società al suo interno (Aeroporti di Roma, Aeroports de la Cote d’Azur, Abertis, Gruppo Costanera, Telepass e Yunex Trafic) tutte in fase di crescita e con importanti progetti in cantiere. Alla luce dei risultati finanziari del gruppo e delle sue prospettive future, investire in azioni Mundys, oggi, sembra dunque essere una buona idea.