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Criptovalute e dichiarazione fiscale: cosa rischi se non dichiari i tuoi guadagni

moneta bitcoin che svanisce con effetto

Un binomio da non sottovalutare quello tra Criptovalute e fisco. Comprendere come avvenga in questa fattispecie la dichiarazione dei redditi è fondamentale. 

La non dichiarazione delle criptovalute potrebbe far incappare in alcune pesantissime sanzioni. In quale quadro della dichiarazione dovranno essere segnalate? Quali le conseguenze nella circostanza di un versamento tardivo? Domande opportune che meritano risposta. 

Cosa succede se non si dichiarano le criptovalute, prospettive

Cosa succede se non si dichiarano le criptovalute al fisco? Un quesito ormai frequente presso numerosissimi studi di commercialisti, poiché i cittadini italiani hanno cominciato ad acquisire sempre maggiore praticità con le criptovalute

Stando a un’inchiesta relativa alla conclusione del 2021, il 18% degli italiani se ne serve o le ha adoperate in passato, mentre il 44% avrebbe l’intenzione di utilizzarle in un prossimo futuro. Le ragioni possono essere molteplici. 

A prescindere dalle motivazioni che stimolano e convincono le persone ad approcciarsi a questa realtà, l’esito non cambia. Il fenomeno a cui si sta facendo riferimento non è riservato a una cerchia ristretta, e se proseguirà sul percorso intrapreso già da tempo, non potrà che convertirsi in un affare mainstream. Trattandosi di beni dalle svariate funzionalità tra i quali la speculazione, la prospettiva dei versamenti entra di diritto e senza scrupoli nel bel mezzo della questione. 

Occorrerà cedere la parola al fisco italiano. Cosa accade nella circostanza in cui non si effettui la dichiarazione delle criptovalute? 

Un nuovo binomio, criptovalute e fisco

La questione relativa alle criptovalute potrebbe essere osservata da differenti prospettive: dall’inquadramento in rendiconto aziendale alla determinazione delle imposte. Ovviamente, punto di vista essenziale è quello riguardante le ammende spettanti per quanti mancassero la compilazione del quadro RW della dichiarazione dei redditi. 

Quando si parla del quadro RW, a cosa ci sta riferendo? In pratica si tratta di un prospetto che il contribuente deve redigere per osservare le adempienze di monitoraggio fiscale. In sintesi i residenti in Italia sono chiamati doverosamente a includere in questa sede le operazioni estere di stampo finanziario

Dichiarazione dei redditi: le criptovalute alla pari di valute estere

Ma in cosa consiste la connessione tra le criptovalute e gli investimenti all’estero? Attualmente una disposizione dell’Agenzia delle Entrate del 2016 ritiene le criptovalute alla pari di valute estere; pertanto, meritevoli di essere incluse nel quadro RW. Ragion per cui il contribuente dovrebbe apporre in tale prospetto il controvalore in euro di ciascuna delle criptovalute possedute nel complessivo dei suoi wallet entro la data 31 dicembre. 

La domanda sorge spontanea, e se non dovesse farlo? Dunque, la trascurata o illegittima stesura del quadro RW mette in conto una ammenda dal 3% al 15% della stima dei possedimenti non resi in dichiarazione. Ciò nonostante, nella circostanza in cui la dichiarazione sia inoltrata entro un trimestre dalla conclusione, la sanzione prevista ammonterebbe a 258 euro

Potrebbe rendere chiara la circostanza un esempio concreto: il margine prefissato per il rilascio della dichiarazione 2023 sui redditi 2022 era il 30 novembre 2023; perciò il margine trimestrale avrà scadenza il 28 febbraio 2024.

In verità, se entro il 28/2/24 viene inoltrata la dichiarazione con il quadro RW esatto, sarà lecito beneficiare dell’istituto del ravvedimento operoso che garantisce il pagamento della sanzione di 258 euro decurtata a un nono: pertanto 28,67 euro. Si rammenta come la compilazione del quadro RW non faccia emergere reddito imponibile, ragion per cui la disponibilità di criptovalute dichiarate non sarà soggetta a imposizione fiscale.

Le criptovalute nella circostanza di plusvalenza

Le criptovalute potrebbero tuttavia essere sottoposte a tassazione nelle fattispecie di plusvalenza. In tale circostanza, ossia di plusvalenza da cessione di criptovalute soggetta a tassazione, il contesto non sarebbe lo stesso del precedente. Ci si troverebbe innanzi a una dichiarazione imprecisa che, se inquadrata entro un trimestre, avrebbe come effetto il versamento delle ammende segnalate a seguire:

  • 250 euro decurtabile a un nono (27,78 euro);
  • il pagamento delle imposte uguali al 26% delle plusvalenze;
  • gli interessi legali (1,25% dal primo gennaio 2022);
  • l’ammenda del 30% delle imposte tardivamente pagate, potenzialmente decurtabile a 1/8.

Cosa succede con un pagamento tardivo, prestare attenzione

Trascorso il trimestre, si avrà a disposizione ancora del tempo per la dichiarazione delle criptovalute mediante il quadro RW? 

Naturalmente la risposta è affermativa, ma in tale circostanza le sanzioni non si limiterebbero a pochi euro ma verranno applicate nella prospettiva del 3% o del 15% (potenzialmente decurtabili a 1/8) della stima delle criptovalute non sottoposte a dichiarazione.

In ultima istanza, la risposta al quesito “cosa potrebbe accadere se non si dichiarassero le criptovalute?” è piuttosto semplice: il rischio è quello di incappare in salatissime sanzioni.

Quello delle criptovalute si presenta pertanto come una questione in costante evoluzione, per cui il suggerimento è sempre quello di farsi sostenere e consigliare da professionisti competenti così da evitare ogni spiacevole sorpresa. 

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