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Rinnovo passaporto negato a causa di Equitalia? Scopri cosa fare in questa situazione

Passaporto negato da Equitalia

Una legge molto datata, la numero 1185 del 21 novembre 1967, nega il rinnovo o il rilascio del passaporto a quei soggetti che devono ancora espiare una pena restrittiva o che devono ancora ottemperare al pagamento di un’ammenda. Mentre nel primo caso il diniego è tassativo, per chi deve pagare un’ammenda è possibile richiedere (e ottenere) il nullaosta da parte dell’autorità giudiziaria.

In ossequio alle disposizioni contenute nella legge 1185, coloro che non hanno pagato una cartella esattoriale originata dall’omesso pagamento di un’ammenda, non possono rinnovare il passaporto senza richiedere il nullaosta all’autorità giudiziaria cui compete l’esecuzione della sentenza. Se invece risultano sospese delle cartelle esattoriali a nome di colui che richiede il rinnovo del passaporto, che scaturiscono dal mancato pagamento di sanzioni amministrative come, ad esempio, le violazioni del codice della strada, il rinnovo del passaporto può essere ottenuto in ogni caso. 

Pertanto, le pendenze che impediscono il rilascio o il rinnovo del passaporto sono quelle che derivano esclusivamente da condanne penali, che possono essere multe o ammende. Le ammende sono solitamente comminate dal giudice per la commissione di un reato e prevedono il pagamento di una somma di denaro, il cui beneficiario è lo Stato. 

La distinzione tra multa e ammenda

Va fatta una doverosa distinzione tra multa e ammenda. Le multe possono avere un valore che oscilla tra 50 e 50 mila euro e scaturiscono dalla commutazione, da parte della magistratura, di una pena restrittiva nel pagamento di una somma di denaro. Nel caso di mancato pagamento della multa, la sanzione viene convertita in una pena restrittiva.

L’ammenda si applica invece a coloro che hanno commesso dei reati più lievi (le contravvenzioni). Anche in questo caso siamo in presenza di una sanzione amministrativa che sostituisce l’arresto. Per alcune tipologie di reato, l’unica pena che il giudice può comminare è solo una contravvenzione. Coloro che hanno ancora una posizione debitoria aperta nei confronti dello Stato, non possono ottenere il rilascio o il rinnovo del Passaporto per viaggiare. 

La gestione delle posizioni debitorie, nel nostro paese, è affidata ad Equitalia Giustizia. Va anche ricordato che la Legge di bilancio 2023, ha previsto la cancellazione per le cartelle dell’importo massimo di 1.000 euro. E’ stata prevista anche la cancellazione per le cartelle emesse dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015, quindi vecchie di 7 anni rispetto al 2023. In questo modo, la nuova legge di Bilancio ha archiviato vecchi debiti che non possono più essere più riscossi dagli enti preposti. 

Cosa fare per ottenere il rilascio del passaporto

Il rilascio del passaporto o il suo rinnovo non sono impossibili per chi non ha pagato la sanzione. Ovviamente la via più breve per il rilascio del passaporto è quella di pagare l’ammenda e tagliare la testa al toro. Vi sono dei casi in cui è possibile ottenere il rilascio del passaporto anche senza aver pagato la pena pecuniaria. Ad esempio nei casi in cui il reato è stato depenalizzato o si è estinto per applicazione dell’indulto. 

Anche nei casi in cui l’esecuzione della sentenza è caduta in prescrizione, non vi sono ostacoli alla richiesta di rinnovo o di rilascio del passaporto. La legge prevede che anche nei casi in cui la conversione della pena determina una condanna inferiore a 1 mese di reclusione o 2 mesi di arresto, è possibile richiedere e ottenere il rilascio del documento per espatriare. 

Se la multa è prescritta perchè sono trascorsi 10 anni dal giorno in cui la sentenza è diventata irrevocabile, è possibile presentare una richiesta al giudice al fine di accertare l’estinzione dell’obbligo di dover pagare la sanzione pecuniaria. I tempi di prescrizione dell’ammenda sono inferiori (5 anni). La legge prevede anche casi particolari in cui il giudice può comunque rilasciare il nulla osta al rinnovo o al rilascio del passaporto ma limitatamente ai casi comprovata necessità

Cos’è il contributo amministrativo per passaporto?

Per ottenere il rilascio del passaporto, il richiedente dovrà versare un contributo di euro 73,50 sotto forma di contrassegno telematico che si può acquistare presso una attività di rivendita di valori bollati. Si dovrà poi versare un ulteriore costo di 42,50 euro per il rilascio del libretto. Tutta la documentazione dovrà essere poi presentata all’Ufficio competente. Generalmente, per ottenere il rilascio del passaporto occorre attendere un arco di tempo che varia dai 15 ai 30 giorni. 

Si tratta di tempi tecnici che la pubblica amministrazione richiede per effettuare tutte le verifiche sul soggetto richiedente e sul possesso dei requisiti per espatriare. Il divieto di espatrio è previsto e disciplinato dall’art. 280 comma 1, c.p.p e viene applicato a chi ha  delitti per i quali è prevista la pena dell’ergastolo o la reclusione per più di 3 anni.

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