Il mercato dei mutui in Italia sta vivendo una fase di profonda trasformazione. Grazie ai recenti tagli operati dalla Banca Centrale Europea (BCE), che ha portato il tasso principale al 2,15% dopo otto riduzioni tra marzo 2024 e giugno 2025, si assiste a un marcato calo mutui tasso variabile. L’ultimo Bollettino ABI, infatti, ha evidenziato come il tasso medio sui nuovi mutui casa sia sceso significativamente, attestandosi a 3,25% a settembre, in netto contrasto con il 4,42% di fine 2023. Contestualmente, l’Euribor a 3 mesi, indice di riferimento per i variabili, si è stabilizzato intorno al 2,02%, offrendo un inatteso sollievo ai mutuatari.
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Questa dinamica genera una domanda cruciale: è il momento giusto per passare definitivamente al fisso per blindare la rata, oppure è più saggio aspettare ulteriori cali? La scelta dipende da una complessa analisi di variabili personali e finanziarie, che vanno dal profilo di rischio ai costi vivi dell’operazione.
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Quando conviene cambiare
Valutare il passaggio da un tasso variabile a un fisso, o l’utilizzo della surroga, è strategico in questa fase di calo mutui tasso variabile, ma non è una scelta universale. La surroga del mutuo, introdotta in Italia dalla Legge Bersani (2007), è l’operazione che permette di trasferire gratuitamente il proprio mutuo (con lo stesso debito residuo) da una banca all’altra. Con il tasso variabile si gode di rate iniziali più leggere, mentre il fisso incorpora un costo maggiore iniziale come “assicurazione” contro futuri aumenti. La convenienza si stabilisce confrontando il rischio, lo spread offerto e le previsioni sugli scenari tassi.
La prudenza suggerisce di cogliere l’opportunità di un fisso a condizioni vantaggiose se l’obiettivo è la stabilità a lungo termine e si desidera evitare il rischio di una rata crescente. Viceversa, chi ha una propensione al rischio maggiore e crede in un ulteriore calo potrebbe decidere di mantenere il variabile per massimizzare il risparmio immediato. È fondamentale, in entrambi i casi, che la nuova rata non superi il 33% del reddito familiare netto.

Durata residua & LTV
Un fattore chiave è la durata residua e lo LTV (Loan-to-Value, rapporto tra debito residuo e valore dell’immobile). Se il mutuo ha una lunga durata residua (es. oltre 15-20 anni), anche una piccola riduzione del tasso (dovuta al calo mutui tasso variabile o a una surroga) si traduce in un risparmio complessivo enorme in termini di interessi.
In questo scenario, l’operazione di surroga o rinegoziazione è quasi sempre conveniente. Al contrario, con pochi anni residui, l’impatto del risparmio sulla rata è minore e difficilmente giustifica lo sforzo del cambio. Inoltre, un LTV basso (ad esempio, sotto il 50%) aumenta l’appetibilità del mutuatario per la nuova banca, facilitando l’ottenimento di uno spread più competitivo e, di conseguenza, di un tasso fisso più vantaggioso.
Differenziale tasso & spread offerto
Il secondo pilastro decisionale è l’analisi del differenziale tasso tra quello attuale e la nuova offerta. In presenza di un calo mutui a tasso variabile e IRS (indice per il fisso) ancora contenuto (attorno al 2,70% a 10 anni), la forbice tra i tassi è ridotta, il che rende il fisso particolarmente allettante in ottica di stabilità. Occorre analizzare con precisione lo spread offerto dalla nuova banca: anche un differenziale minimo può generare un risparmio significativo su capitali residui elevati. Un buon accordo di surroga non solo sfrutta il calo a proprio vantaggio, ma offre anche uno spread nettamente migliore rispetto a quello sottoscritto anni fa, quando i tassi di mercato erano diversi.

Costi vivi: perizia, notaio?
Sebbene la surroga, grazie al Decreto Bersani, sia a costo zero per il mutuatario, è fondamentale non dimenticare i potenziali costi legati a eventuali penali e spese istruttoria per altre operazioni non convenzionali, o le spese per una nuova polizza assicurativa (non obbligatoria, ma consigliata). Sebbene la banca subentrante si faccia carico delle spese notarili e di perizia, il calcolo del break even rata mutuo deve includere ogni potenziale esborso “una tantum” per evitare spiacevoli sorprese. È essenziale richiedere alla banca la massima trasparenza su tutti gli oneri accessori.

Surroga VS rinegoziazione
Di fronte al calo mutui tasso variabile, il mutuatario ha due opzioni principali per modificare le condizioni del proprio finanziamento: la surroga e la rinegoziazione.
La surroga, come abbiamo visto, è il trasferimento gratuito del mutuo (stesso debito residuo) senza sostenere spese notarili, di perizia o istruttoria, a un’altra banca che offre condizioni più vantaggiose in termini di tasso (passaggio da variabile a fisso e viceversa), durata e spread. È un’operazione completamente gratuita per il cliente, interamente a carico della nuova banca.
La rinegoziazione, invece, è una trattativa con l’attuale istituto di credito per modificare le condizioni del contratto (tasso, durata). Sebbene sia più rapida, la banca non ha l’obbligo di accettare e potrebbe non offrire le migliori condizioni che si trovano sul mercato, sfruttando il fatto che il calo mutui tasso variabile le ha già garantito un margine di manovra. La rinegoziazione, tuttavia, non richiede il passaggio di documentazione complessa ad un nuovo istituto ed è generalmente più veloce.
Tempi, documenti, rischi di rigetto
Il processo di surroga mutuo quando conviene è formalmente semplice, ma può richiedere tempi, documenti e rischi di rigetto da non sottovalutare. In media, la surroga si perfeziona in 60-90 giorni. La nuova banca richiede una documentazione reddituale e relativa all’immobile molto dettagliata e, sebbene l’ABI segnali una crescita dell’erogazione dei prestiti (+1,8% annuo a settembre), il rischio di rigetto esiste se il profilo reddituale del mutuatario non è più solido come un tempo, o se il rapporto LTV è eccessivamente sbilanciato (ad esempio, se il valore dell’immobile è calato drasticamente). È cruciale presentare una situazione finanziaria impeccabile per cogliere l’opportunità offerta dal calo mutui tasso variabile e assicurarsi il tasso desiderato.

Break-even della rata
Il concetto di break-even della rata (punto di pareggio) è il cuore della decisione finanziaria. Indica il numero di mesi necessari affinché il risparmio sulla rata (ottenuto grazie al calo mutui tasso variabile e/o alla surroga) pareggi i costi “una tantum” sostenuti per l’operazione (seppur minimi o azzerati nella surroga, ma potenziali nella rinegoziazione o per costi assicurativi accessori).
Formula Rapida
Una formula semplice da applicare è: differenza annuale della rata dovuta al tasso minore meno i costi una tantum, divisa per i mesi residui del mutuo. Questo indica quanti mesi occorreranno per vedere un reale vantaggio. Se il risultato è troppo elevato rispetto ai mesi residui, potrebbe non convenire. Questa valutazione assume che il calo mutui tasso variabile sia duraturo, ma bisogna considerare anche possibili scenari a rialzo. Il calcolo è semplice: si dividono i costi una tantum che si devono affrontare per il risparmio mensile sulla rata (Δrata). Ad esempio, se l’operazione costa 1.000 € (perizia + assicurazione) e il risparmio mensile è di 50 €, il break-even è a 20 mesi. Dopo 20 mesi, l’operazione inizia a generare un guadagno effettivo.

Tabella di esempi
Per comprendere l’impatto del calo mutui tasso variabile, analizziamo come il break-even (ipotizzando un costo “una tantum” di 1.500 € per spese accessorie) cambi in base a capitale residuo, LTV (che incide sullo spread) e differenziale di tasso (Δtasso).
| Capitale Residuo | LTV | Δ Tasso (differenza) | Risparmio Mensile (circa) | Break-Even (mesi) |
| 150.000 € | 50% | 1,5% | 75 € | 20 mesi |
| 250.000 € | 70% | 1,0% | 105 € | 14 mesi |
| 350.000 € | 90% | 0,5% | 75 € | 20 mesi |
Come si vede, anche con un modesto calo mutui tasso variabile, se il capitale residuo è alto, il risparmio mensile è significativo e il break-even è molto rapido, rendendo l’operazione immediatamente conveniente.
Metodo rapido
Il metodo rapido consiste nello stimare il risparmio annuo lordo moltiplicando il capitale residuo per il differenziale di tasso e confrontando tale cifra con i costi vivi dell’operazione. Se il risparmio annuo copre i costi in meno di 2 anni, l’operazione è quasi sicuramente vantaggiosa, specialmente se la durata residua è lunga.
| Profilo | Residuo Capitale | Durata Residua | Δ Tasso | Costi Vivi | Risparmio Annuo Lordo | Break-Even (mesi) |
| A | 150.000 € | 20 anni | 1,0% | 1.000 € | 1.500 € | 8 mesi |
| B | 250.000 € | 15 anni | 0,5% | 1.500 € | 1.250 € | 14.4 mesi |
| C | 350.000 € | 25 anni | 1,5% | 0 € | 5.250 € | 0 mesi |
Il Profilo C (surroga a costo zero) è immediatamente in attivo. Il calo mutui tasso variabile in atto, unito alla possibilità di ottenere uno spread ridotto, rende queste operazioni estremamente vantaggiose, a patto di aver esaminato correttamente gli scenari tassi futuri.

Checklist 10 minuti prima di firmare
Con i tassi variabili che continuano a calare e l’aumento della disponibilità bancaria a concedere prestiti, il 2025 si conferma un momento ideale per rivalutare il proprio mutuo e sfruttare il calo mutui tasso variabile per ottimizzare il bilancio familiare, sia passando a un fisso più conveniente, sia restando nel variabile con uno spread ribassato. Tuttavia, rima di procedere con la surroga o la rinegoziazione in risposta al calo mutui tasso variabile, è essenziale eseguire una verifica finale delle condizioni:
- Confronto TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale): non bisogna confrontare solo il TAN (Tasso Annuo Nominale), ma il TAEG, che include tutte le spese (istruttoria, perizia, ecc.). Il TAEG più basso vince.
- Verifica zero costi: accertarsi che la surroga sia veramente a costo zero e non preveda costi occulti o penali e spese istruttoria camuffate in oneri accessori.
- Clausole aggiuntive: controllare l’assenza di clausole che leghino alla nuova banca con obblighi non desiderati (es. apertura conto corrente con costi elevati).
- Simulazione stress test: anche passando al fisso, è meglio simulare cosa accadrebbe al variabile della nuova offerta (se variabile) in caso di risalita dei tassi (per valutare la surroga mutuo quando conviene davvero).
- Durata/rata: assicurarsi che la nuova durata e la rata siano sostenibili nel tempo, in linea con i propri obiettivi finanziari.