In un periodo storico piuttosto complesso come quello in cui ci troviamo a vivere, caratterizzato da violenti conflitti in diverse parti del mondo e dagli strascichi della tragedia del Covid-19, sono in tantissimi i cittadini in difficoltà a chiedersi in che modo è possibile difendere i propri risparmi dall’inflazione, vale a dire da un aumento di prezzi che sembra essere quasi senza fine. Per quanto le grandi istituzioni finanziarie (pensiamo al lavoro di Christine Lagarde alla BCE) stiano facendo di tutto per riportare i prezzi di beni e servizi a livelli accettabili, è necessario (nell’attesa che tutto ritorni come prima) attivarsi per proteggere la propria stabilità finanziaria. Ma in che modo è possibile farlo? Per nostra fortuna esistono alcuni trucchetti che possono contribuire, se non a risolvere il problema, quantomeno a tamponare i suoi effetti negativi nel breve termine. Vediamo quali, più nel dettaglio.
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Come siamo arrivati ad un’inflazione così alta?
Vediamo innanzitutto tutti i motivi principali che ci hanno portato ad una situazione simile.
In primo luogo troviamo gli straschi della pandemia, e in particolar modo il duro impatto che la prolungata politica cinese del zero Covid ha avuto sulla catena di approviggionamento: le scelte del gigante orientale hanno pesantemente ostacolato l’attività manifatturiera e causato, come diretta conseguenza, un intasamento delle infrastrutture dedicate al trasporto. C’è poi stato l’aumento del prezzo delle materie prime legato strettamente all’invasione delle truppe russe di Vladimir Putin sul territorio ucraino di Volodymyr Zelensky. Infine vale la pena ricordare la rinascita del settore terziario: le attività nel settore dei servizi spesso necessitano di un elevato impiego di manodopera, il che significa che i prezzi saranno particolarmente influenzati dai costi dei salari.
Nonostante gli ultimi due anni non siano stati assolutamente semplici, c’è in ogni caso da dire che la situazione sembra essere in lento miglioramento: secondo quanto riporta Forbes, l’inflazione in Italia ha mostrato negli ultimi mesi un trend decrescente. In base agli ultimi dati dell’Istat, l’inflazione in Italia a dicembre 2023 ha registrato un aumento piuttosto modesto dello 0,6% su base annua, rispetto allo 0,7% del mese precedente. Questo dato appare notevolmente distante dall’11,6% registrato a dicembre 2022, quando si era registrato un picco che non si vedeva da quasi 40 anni, principalmente a causa di un rallentamento nei prezzi dell’energia.
I consigli per proteggere i risparmi dall’inflazione
A venirci incontro da questo punto di vista è Bankitalia, che ha fornito ai suoi clienti una serie di consigli molto interessanti che riportiamo qui di seguito.
Gli investimenti a scadenza in breve termine
In un periodo di alta inflazione l’istituzione finaziaria consiglia prima di tutto di investire parte dei propri risparmi in strumenti che abbiano scadenza a breve termine o a tasso variabile e in alternativa in titoli di Stato indicizzati all’inflazione. In questo modo si potranno reinvestire i fondi scaduti, o che sono destinati a scadere a breve, a tassi che nel frattempo saranno aumentati con l’inflazione.
L’importanza della diversificazione degli investimenti
Qualunque investimento, di per sé, comporta una determinata dose di rischio che un investitore deve essere disposto ad accettare. In un periodo di difficoltà economica sarebbe meglio puntare su diverse fonti di investimento: alcuni esempi sono rappresentati da strumenti quali titoli di Stato, i depositi ma anche le materie prime come l’oro.
Perché no, potrebbe essere possibile prendere in considerazione da questo punto di vista anche opzioni alternative, che possono includere le tanto chiacchierate criptovalute, nonché investimenti in opere d’arte, vini pregiati e altri beni di lusso. Tuttavia, è importante essere consapevoli dei rischi associati a questi investimenti alternativi e di quanto sia fondamentale condurre una ricerca puntuale prima di impegnare fondi significativi in tali asset (senza contare ovviamente che chi di norma possiede beni costosi non ha bisogno di risparmiare un granché).
Il ruolo dei rendimenti reali
C’è inoltre un altro elemento da considerare, vale a dire la consapevolezza rispetto ai rendimenti reali, cioè quelli che effettivamente consentono di accrescere nel corso del tempo il potere d’acquisto dei risparmi. Generalmente, quando parliamo di rendimenti come per esempio il tasso di interesse di un conto bancario o il ritorno di un investimento in titoli di Stato stiamo facendo riferimento ai rendimenti nominali, cioè al tasso di crescita del capitale investito.
È comunque importante ricordare che per determinare il tasso di crescita del potere d’acquisto del capitale dovremo andare a sottrarre ai rendimenti nominali il tasso previsto dell’inflazione. Ad esempio, se il rendimento di un investimento fosse fissato al 3% e l’inflazione fosse al 2%, il capitale investito crescerà effettivamente solo dell’1% in termini di beni e servizi che potranno essere acquistati. Sfortunatamente, di recente ci si è resi conto che per ottenere rendimenti reali attesi positivi è spesso necessario investire in strumenti relativamente rischiosi.