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Malattia: licenziamento dopo 10 giorni?

Malattia: licenziamento dopo 10 giorni?

Dopo quanti giorni di malattia si può essere licenziati? Se sei un dipendente devi dare conto al datore di lavoro per i giorni di malattia per diversi motivi. Infatti l’imprenditore deve riorganizzare il lavoro, dando disposizioni in tua assenza, chiamare qualcuno per sostituirti anche temporaneamente e effettuare il calcolo per l’indennità prevista per legge. In questa guida vediamo dopo quanti giorni di malattia si può essere licenziati per fare chiarezza.

Quanti giorni per non essere licenziato

Quanti giorni per non essere licenziato
Licenziamento

Licenziare ha dei costi e delle procedure per le aziende. La gestione delle spese aziendali costringe le attività a verificare ogni uscita, anche nel caso in cui il dipendente decide di mettersi in malattia. Infatti, se non stai bene devi informare il tuo datore di lavoro e ripresentarti al lavoro con il certificato medico valido.

Il certificato deve riportare le date della tua assenza, così da rendere più semplice la contabilità aziendale e il pagamento delle indennità previste per legge. In generale non puoi essere licenziato se non superi i 180 giorni di malattia in 12 mesi. Il datore di lavoro deve pagarti questi giorni nelle indennità e devi ritrovare questa voce nella tua busta paga.

Se non riesci a tornare al lavoro con il certificato medico pronto, sappi che hai tempo fino a 3 giorni dal tuo ritorno per portare il documento alle risorse umane. Se superi i tempi previsti rischi il licenziamento in tronco. Infatti il datore di lavoro può licenziarti per giusta causa, perché stai danneggiando l’attività con la tua assenza continuata.

Chi è in malattia può essere licenziato

Chi è in malattia può essere licenziato
Licenziamento

La Cassazione ha risposto a questa domanda con la sentenza n.22755 del 2023. Il caso riguarda un dipendente pubblico in malattia con un contratto che prevede un massimo di 18 mesi totali. L’uomo stava per superare questa soglia e ha chiesto un’aspettativa. L’azienda pubblica si è rifiutata di procedere e lo ha licenziato.

Così il dipendente si è rivolto alla Giustizia, ma le sentenze in primo e secondo grado gli hanno dato torto. Si è quindi rivolto in Cassazione, chiedendo che il licenziamento fosse annullato perché nessuno gli ha spiegato perché la sua richiesta di aspettativa è stata rifiutata.

La Suprema Corte gli ha dato ragione. In casi simili il datore di lavoro è obbligato a fornire altri 18 mesi di aspettativa per dare al dipendente modo di riprendersi, così ora la procedura non può più essere annullata. Questo è un caso particolare per dire che il datore di lavoro può licenziare per giusta causa, ma solo se questa è presente.

Se sei un dipendente che non supera i 180 giorni all’anno di malattia retribuita, allora non hai nulla da temere, ma per correttezza devi sempre informare il datore di lavoro, anche per assicurarti che gli importi delle indennità previste siano giusti.

Un discorso a parte va fatto per i contratti di lavoro. Ci sono contratti che prevedono un termine, anche se sei in malattia. Per esempio, se hai un contratto di sostituzione e ti ammali, allora hai diritto all’indennità fino al termine del contratto. Se rientri dopo, ormai il contratto è finito e non puoi lavorare per i giorni che ti sarebbero mancati, perché hai ottenuto l’indennità di malattia come rimborso.

Licenziato per malattia, ho diritto alla disoccupazione

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Licenziamento

Sì, hai diritto a richiedere la Naspi nei tempi previsti. Infatti, devi poter richiedere la Naspi perché la malattia è qualcosa di imprevedibile e che non dipende da te. Non superare i 180 giorni di malattia previsti, perché se superi questo limite allora darai la giusta causa al tuo datore di lavoro. I casi di licenziamento per giusta causa si possono risolvere in tribunale, ma l’esito può essere incerto.

In più, ci sono dei costi non da poco da gestire, come quelli di tribunale o di avvocato. La soluzione migliore resta sempre avere i documenti a portata di mano e rendicontare eventuali assenze per malattia, così si evitano problemi.

Ricorda di conservare una copia dei certificati medici che consegni al datore di lavoro o all’amministrazione per la contabilità. Infatti in caso di questioni legali potrai dimostrare di aver informato il datore di lavoro sul tuo stato di salute.

Se purtroppo le tue condizioni si dovessero aggravare e stai già pensando di fare domanda per la 104, allora ti consigliamo di informare preventivamente l’azienda così che sia pronta quando la pratica andrà a buon fine. Anche se ti presenterai con la documentazione valida, l’amministrazione potrebbe non essere pronta per aiutarti se non avvisi con un certo anticipo.

Che succede se si superano i 180 giorni di malattia

Che succede se si superano i 180 giorni di malattia
Licenziamento

Se il datore di lavoro può licenziarti per giusta causa superati i 180 giorni previsti, ricorda che ci sono delle situazioni dove è possibile avere ragione in tribunale. Infatti, se riesci a dimostrare con un avvocato che le assenze non dipendono dalla tua volontà e che hai fatto di tutto per curarti e per tornare al lavoro, allora potresti essere reintegrato nel lavoro.

In più, se sei un lavoratore in categoria protetta per la legge 104, allora hai diritto a dei giorni di assenza retribuiti in più per malattia che dipendono dalla patologia e dalle terapie che stai seguendo. In questo caso è un tuo diritto, così il datore di lavoro non può rifiutarsi né licenziarsi.

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