Immaginate di aver accumulato dei risparmi nel corso di tutta la vostra vita e di averli assicurati all’interno di un libretto postale, con la prospettiva di maturare degli interessi: cosa succederebbe a questi soldi se, per un qualunque motivo, vi trovaste a dover affrontare un pignoramento? Insomma, Il libretto postale è pignorabile oppure no? Facciamo chiarezza nel merito della questione, spiegando nel dettaglio tutto quello che dovete sapere a riguardo.
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Quando è pignorabile (soggetti e titoli pignorabili)

Per quanto sia gestito da Poste Italiane (tramite CDP), questo strumento è equiparato a tutti gli effetti dalla legge italiana ai conti correnti bancari per quanto riguarda la procedura di pignoramento presso terzi.
Rispetto ai soggetti che possono dover affrontare un pignoramento, questi sono tutti i debitori che abbiano nei confronti di un creditore un debito che non è mai stato ripagato. I creditori possono dunque agire con questa misura esecutiva nei confronti del titolare del libretto (il debitore).
Il libretto postale può essere pignorato per ogni tipo di debito, a condizione che il creditore sia in possesso di un titolo esecutivo, come:
- Una sentenza definitiva di condanna;
- Un decreto ingiuntivo non opposto o concesso provvisoriamente esecutivo;
- Un assegno o una cambiale protestata;
- Una cartella esattoriale (per debiti verso l’Erario, Inps, eccetera).
Il pignoramento viene effettuato sul saldo disponibile del libretto.
Procedura e tempi: blocco, notifica, svincolo
ll pignoramento verso terzi (dove il terzo, in questo caso, è Poste Italiane) segue una precisa procedura, che possiamo sintetizzare negli step seguenti:
- Notifica dell’atto: il creditore provvede a informare Poste e debitore notificando l’atto di pignoramento;
- Blocco del saldo: dal momento della ricezione, Poste Italiane deve bloccare le somme presenti sul libretto fino a concorrenza del credito vantato (a cui si aggiungono le spese legali);
- Dichiarazione del terzo: Poste Italiane deve dichiarare al creditore (entro 10 giorni) le somme detenute;
- Udienza e assegnazione: il giudice convoca le parti. Se il pignoramento è legittimo, il giudice emette un’ordinanza con cui assegna le somme pignorate al creditore;
- Svincolo: solo dopo l’ordinanza e il versamento, il libretto viene svincolato o, se necessario, estinto.
Rispetto alle tempistiche, è necessario sapere che esse possono variare enormemente da uno scenario all’altro. Comunque sia, la fase di blocco inizia immediatamente dopo la notifica e può durare diversi mesi fino all’udienza di assegnazione.
Accrediti stipendio/pensione: quote impignorabili e cautele
La legge italiana, in ogni caso, ci tutela anche in caso di pignoramento, nel senso che esistono dei limiti precisi rispetto a ciò che può o non può essere pignorato: esistono infatti cautele e limiti quando il libretto postale viene usato per l’accredito di stipendi o pensioni, al fine di garantire i mezzi minimi di sussistenza al debitore (il cosiddetto “minimo vitale”).
L’INPS specifica in questo senso che la Legge n. 142 del 21 settembre 2022 (che ha convertito il Decreto Aiuti-bis) ha innalzato il limite di impignorabilità per le pensioni. In sostanza, il cosiddetto “minimo vitale” – la somma sotto la quale le pensioni non possono essere toccate – è stato elevato a un minimo garantito di 1.000 euro.
In altre parole, gli importi dovuti a titolo di pensione, indennità o assegni di quiescenza non sono pignorabili fino a un ammontare pari al doppio della misura massima mensile dell’assegno sociale, con la clausola che tale soglia non sia mai inferiore a 1.000 euro.
Ricordiamo inoltre che rispetto agli stipendi/le pensioni già accreditati/e le somme sono pignorabili solo per la parte che eccede il triplo dell‘assegno sociale (IAS). Per quanto concerne invece gli accrediti futuri, questi sono pignorabili nella misura massima di un quinto (1/5), proprio come se fossero pignorati direttamente in busta paga (su Affari e Finanza trovate qui un approfondimento sul tema).
Differenze tra libretto e conto base: la tracciabilità
Un aspetto fondamentale nella gestione del rischio di pignoramento è la tracciabilità delle somme.
- Il libretto postale standard funziona principalmente come deposito di risparmio e, sebbene consenta l’accredito di stipendi/pensioni, le somme depositate tendono a mischiarsi, rendendo più complessa la prova dell’origine (se non attraverso l’analisi puntuale e approfondita degli estratti conto);
- Il conto corrente base, previsto dalla normativa, offre servizi essenziali a costi ridotti ed è particolarmente tutelato. I titolari possono ottenere un conto Base con esenzione dal pignoramento per la parte destinata all’accredito di pensione o stipendio, guadagnandosi così una protezione rafforzata sul minimo vitale.
Per chi dipende da queste entrate, passare a un conto base tutelato può essere una strategia preventiva più efficace rispetto al classico libretto postale.
Tabella scenari e tutele
Vediamo a questo punto in forma schematica quali sono le diverse situazioni in cui ci si può ritrovare di fronte ad un pignoramento e quali sono le tutele a nostra disposizione.
| Scenario libretto postale | Rischio di pignoramento | Azione consigliata | Tempi tipici | Documenti essenziali |
| Solo risparmi | Alto (interamente pignorabile) | Spostare somme eccedenti le esigenze immediate. Valutare accordi col creditore | Più o meno 2-6 mesi (dalla notifica all’assegnazione) | Titolo esecutivo, Atto di pignoramento |
| Accrediti stipendio | Medio/Basso (solo eccedenza IAS e 1/5 dei futuri) | Separare stipendio su un conto dedicato e non movimentato. Verificare IAS | Più o meno 2-6 mesi (dalla notifica all’assegnazione) | Cedolino stipendio, Estratto conto, Atto di pignoramento |
| Accrediti pensione | Medio/Basso (massima tutela legale) | Richiedere a Poste un “Conto Base con pensione esente” per massimizzare la protezione del minimo vitale | Più o meno 2-6 mesi (dalla notifica all’assegnazione) | Certificazione pensione, Estratto conto |
| Morosità pregressa | Imminente (se c’è titolo esecutivo) | Agire immediatamente con un avvocato per opporsi al titolo o raggiungere un saldo e stralcio | Brevi, la fase di esecuzione può iniziare subito. | Cartella esattoriale, Sentenza di condanna |
Checklist tutele minime
Nel caso in cui temessimo di dover ricevere una notifica di pignoramento è assolutamente cruciale adottare le seguenti misure di prevenzione:
- La tracciabilità: utilizziamo il libretto solo per depositi/accrediti specifici. Non mescoliamolo con altre entrate non tutelate;
- Deleghe: sempre meglio non esagerare con le deleghe a terzi sul libretto, poiché in alcuni casi il giudice potrebbe considerare pignorabili anche le quote teoricamente spettanti al delegato;
- Fondo essenziale: cerchiamo di tenere sul libretto solo la somma minima necessaria per le spese mensili (sotto la soglia IAS);
- Comunicazioni scritte: se riceviamo l’atto, comunichiamo immediatamente a Poste (e al nostro avvocato) l’origine delle somme depositate (stipendio/pensione) per far valere i limiti legali;
- Valutiamo un conto base: se siamo pensionati o lavoratori dipendenti a basso reddito, consideriamo eventualmente l’apertura di un conto base tutelato per avere la garanzia dell’impignorabilità del minimo vitale.

FAQ
Posso chiudere il libretto durante il pignoramento?
Purtroppo no. Una volta che l’atto di pignoramento viene notificato a Poste Italiane, le somme sul libretto vengono immediatamente bloccate (vincolate) fino a concorrenza del debito.
Come verifico vincoli e blocchi?
Per verificare ufficialmente la presenza di un vincolo o un blocco per pignoramento sul tuo libretto, devi richiedere un estratto conto dettagliato o rivolgerti direttamente a un Ufficio Postale per chiedere informazioni sullo stato di giacenza e sui vincoli attivi.
Il libretto smart cambia qualcosa?
No, non cambia assolutamente nulla, si tratta soltanto di una versione digitale del classico libretto, ma non garantisce “privilegi” di sorta in materia di pignoramento.