
Il lavoro dipendente a tempo pieno è una soluzione che garantisce entrate fisse che di norma ci permettono di vivere con una certa tranquillità, pur impegnandoci gran parte della giornata. Ci sono però anche casi in cui, per esigenze aziendali o personali, si riesca a farsi assumere con dei contratti part time, che ci lasciano più tempo a disposizione (pur con un compenso ridotto). In questo articolo approfondiremo l’argomento evidenziando le principali differenze che sussistono tra lavoro part time verticale e orizzontale, con un focus sulle divergenze in termini di stipendio, contributi e ferie.
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Cosa sono un part time verticale e orizzontale

Il part-time orizzontale prevede una riduzione dell’orario di lavoro giornaliero rispetto al tempo pieno, con una distribuzione uniforme su tutti i giorni lavorativi della settimana. Ad esempio, un lavoratore con contratto part-time orizzontale potrebbe lavorare 4 ore al giorno per 5 giorni a settimana, totalizzando 20 ore settimanali. Ecco uno scenario possibile:
Part-time orizzontale:
Lun-Ven: 4 ore al giorno (es. 9:00-13:00)
Totale: 20 ore settimanali
Il part-time verticale, invece, concentra l’orario di lavoro in alcuni giorni specifici della settimana, con giornate lavorative a orario pieno e altre di riposo. Un esempio potrebbe essere un contratto di 20 ore settimanali distribuito su 3 giorni lavorativi, con 6-8 ore giornaliere. Questa potrebbe essere una situazione tipo:
Lun-Mar-Mer: 6,7 ore al giorno (es. 9:00-16:00)
Gio-Ven: riposo
Totale: 20 ore settimanali
Questa distinzione impatta ovviamente su stipendio, contributi e diritti accessori, come vedremo di seguito
Stipendio
Lo stipendio in un contratto part-time è proporzionale alle ore lavorate rispetto a un contratto full-time (generalmente 40 ore settimanali). Tuttavia, la struttura della busta paga varia leggermente tra part-time verticale e orizzontale a causa della diversa distribuzione delle ore.
Supponiamo a questo punto che un lavoratore percepisca una retribuzione lorda mensile full-time di 2.000 € (40 ore settimanali).
Tipologia | Ore settimanali | Stipendio lordo mensile | Stipendio netto mensile (es.) |
Part-time orizzontale | 20 ore | 1.000 € | ~750 € |
Part-time verticale | 20 ore | 1.000 € | ~750 € |
Ricordiamo, in ogni caso, che il netto finale dipenderà da detrazioni, trattenute IRPEF e altri fattori individuali.
Aliquote e contributi
I contributi previdenziali (INPS) sono calcolati in proporzione allo stipendio lordo, indipendentemente dalla tipologia di part-time. Per entrambi i contratti, l’aliquota contributiva è generalmente del 33% (di cui circa il 9% a carico del lavoratore e il 24% a carico del datore). Ad esempio, su uno stipendio lordo di 1.000 €, i contributi a carico del lavoratore sono circa 90 € mensili, sia per il part-time verticale che orizzontale. Tuttavia, il part-time verticale potrebbe comportare una diversa percezione del reddito, essendo concentrato in meno giorni, il che può influire sulla gestione finanziaria personale.
Ferie e permessi
Le ferie e i permessi nel part-time sono proporzionali alle ore lavorative rispetto al full-time, ma la modalità di fruizione varia. Ecco in che modo, a seconda dei casi:
- Part-time orizzontale: qui le ferie si maturano in giorni, ma il numero di ore giornaliere di ferie è ridotto. Ad esempio, un lavoratore full-time con 28 giorni di ferie annuali (4 settimane) avrà, con un part-time orizzontale al 50%, diritto a 28 giorni di ferie, ma ogni giorno di ferie corrisponderà a 4 ore di assenza retribuita (anziché 8);
- Part-time verticale: le ferie si calcolano in base ai giorni lavorativi effettivi. Se il lavoratore opera 3 giorni a settimana, matura ferie solo per i giorni lavorativi (circa 15-16 giorni di ferie all’anno, considerando 28 giorni per un full-time). Ogni giorno di ferie corrisponde però a un’intera giornata lavorativa (6-8 ore).
Permessi (es. le Riduzioni dell’orario di lavoro): funzionano in modo simile. Nel part-time orizzontale, i permessi sono proporzionali alle ore giornaliere; nel verticale, si conteggiano in base ai giorni lavorati. Ad esempio, con 80 ore annue di permessi per un full-time, un part-time orizzontale al 50% avrà 40 ore di permessi, mentre un part-time verticale avrà permessi calcolati solo sui giorni lavorativi effettivi.
Attenzione: in entrambi i casi, la maturazione di ferie e permessi è identica a parità di ore lavorative totali. Tuttavia, il part-time verticale può risultare meno flessibile per la fruizione, poiché i giorni di riposo sono già definiti.
Malattia, maternità e TFR
Le tutele per malattia, maternità e Trattamento di Fine Rapporto (TFR) seguono regole simili per entrambe le tipologie, ma con alcune differenze pratiche.
- Malattia: in caso di malattia, il lavoratore part-time riceve un’indennità INPS proporzionale al reddito medio giornaliero. Nel part-time orizzontale, l’indennità copre le giornate lavorative a orario ridotto, mentre nel verticale copre solo i giorni in cui il lavoratore sarebbe stato effettivamente in servizio. Ad esempio, un lavoratore verticale che lavora solo lunedì, mercoledì e venerdì non riceverà indennità per un giorno di malattia che cade il martedì;
- Maternità: l’indennità di maternità (80% dello stipendio medio giornaliero) è calcolata allo stesso modo per entrambe le tipologie, senza differenze significative. Tuttavia, nel part-time verticale, la lavoratrice deve coordinare l’astensione obbligatoria con i giorni lavorativi, il che può complicare la gestione;
- TFR: il TFR è proporzionale alle ore lavorate e non varia tra part-time orizzontale e verticale. Ad esempio, per una RAL di 24.000 €, un part-time da 20 ore matura circa il 50% del TFR di un full-time.
Clausole elastiche e trasformazione

Le clausole elastiche permettono di modificare temporaneamente l’orario o i giorni di lavoro, previa comunicazione scritta e accordo tra le parti. Sono più comuni nel part-time verticale, dove si può aumentare il numero di giorni lavorativi, o nell’orizzontale, dove si possono estendere le ore giornaliere.
Proviamo a questo punto a immaginare una situazione in cui un dipendente debba richiedere al proprio superiore la trasformazione del contratto di lavoro. Ecco quale potrebbe essere un esempio di comunicazione scritta adeguata.
Fac-simile richiesta di trasformazione (da part-time orizzontale a verticale o viceversa)
Spett.le [Nome Azienda],
Oggetto: Richiesta di trasformazione del contratto part-time Il sottoscritto [Nome Cognome], dipendente con contratto part-time [specificare tipologia, es. orizzontale, 20 ore settimanali], chiede la trasformazione del proprio contratto in part-time [specificare nuova tipologia, es. verticale, 24 ore settimanali], a partire dal [data].
La richiesta è motivata da [es. esigenze personali, maggiore flessibilità]. Rimango disponibile per un incontro per definire i dettagli organizzativi. Cordiali saluti,
Firma [Nome Cognome]
Nota bene: la trasformazione del contratto richiede il consenso del datore di lavoro, salvo casi specifici previsti dal CCNL o da normative (es. diritto alla trasformazione per genitori di figli piccoli ai sensi del D.Lgs. 81/2015). In caso di rifiuto, il lavoratore può valutare un ricorso, ma solo se sussistono motivi legittimi (es. discriminazione).