
Il passaggio generazionale dell’impresa rappresenta una delle sfide più complesse per le aziende familiari italiane. Spesso l’avvicendamento tra generazioni può causare conflitti tra eredi, incertezze gestionali e rischi fiscali rilevanti. Una soluzione giuridica pensata per prevenire queste problematiche è il patto di famiglia, uno strumento introdotto nel nostro ordinamento per agevolare la trasmissione dell’impresa ai discendenti in modo programmato e sicuro, sia dal punto di vista civilistico che fiscale.
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Cos’è il patto di famiglia e come funziona
Il patto di famiglia è un contratto disciplinato dall’art. 768-bis e seguenti del Codice Civile, che consente all’imprenditore di trasferire l’azienda o le quote societarie a uno o più discendenti, con il consenso di tutti gli altri legittimari. A differenza della successione tradizionale, che avviene solo dopo la morte, questo strumento permette di anticipare il passaggio durante la vita del disponente, garantendo maggiore stabilità e continuità gestionale all’impresa.
Il patto di famiglia ha effetti immediati, ma deve comunque rispettare l’equilibrio tra gli eredi, i quali, se non direttamente beneficiari, ricevono un conguaglio per compensare il valore della quota spettante. Si tratta quindi di uno strumento che mira a prevenire i contenziosi successori e a tutelare gli interessi di tutti i legittimari.

Quando conviene utilizzarlo nel passaggio d’azienda
Il patto di famiglia è particolarmente indicato per le imprese familiari di media e grande dimensione, dove la continuità aziendale è strategica e la figura del successore deve essere individuata con chiarezza in anticipo. È utile anche quando si vuole evitare la frammentazione del capitale aziendale, che può derivare da una divisione ereditaria classica.
Inoltre, rappresenta un’opzione vantaggiosa nei casi in cui vi siano più figli ma solo uno di essi è coinvolto direttamente nella gestione dell’impresa. Attraverso il patto è possibile designare quel figlio come successore, evitando conflitti e garantendo che l’azienda resti unita.

Vantaggi fiscali rispetto alla successione tradizionale
Uno degli aspetti più rilevanti del patto di famiglia è il trattamento fiscale di favore previsto dalla normativa vigente, recentemente confermato anche per il 2025. L’art. 3, comma 4-ter del D.lgs. 346/1990 stabilisce l’esenzione dall’imposta sulle donazioni per il trasferimento di aziende o partecipazioni, a condizione che il beneficiario continui l’attività per almeno cinque anni.
Questo significa che, rispetto a una donazione o a una successione ordinaria, il patto consente un notevole risparmio fiscale. Non vi è alcuna imposizione sull’atto se si rispettano i requisiti di legge, offrendo quindi un vantaggio concreto alle famiglie imprenditoriali. Questo è uno dei principali argomenti a favore nel dibattito tra patto di famiglia pro e contro.

Come si redige un patto di famiglia valido
Requisiti formali
Per avere validità, il patto di famiglia deve essere stipulato per atto pubblico davanti a un notaio, con la partecipazione di tutti i legittimari, i quali devono essere consenzienti al trasferimento. Il mancato coinvolgimento anche di un solo legittimario rende il contratto nullo. Inoltre, il bene oggetto del patto deve essere l’intera azienda o partecipazioni societarie che garantiscano il controllo, non semplici quote marginali.
Ruolo del notaio
Il notaio gioca un ruolo centrale nella redazione del patto. Non solo certifica la forma, ma verifica il consenso informato di tutti i partecipanti, l’equilibrio tra le quote e la congruità delle eventuali compensazioni. Inoltre, ha il compito di registrare l’atto e di informare le parti sulle conseguenze giuridiche e fiscali del contratto. In questo modo, il patto viene strutturato in modo da ridurre al minimo i rischi di future contestazioni.
Coinvolgimento degli eredi
Il coinvolgimento degli eredi è condizione necessaria per la validità del patto. Tutti i legittimari devono acconsentire esplicitamente all’assegnazione dell’impresa al discendente designato e accettare le eventuali liquidazioni delle proprie quote. Questo passaggio è fondamentale per evitare l’insorgere di controversie successorie e per garantire la tenuta patrimoniale e gestionale dell’azienda.
Nel caso di patto di famiglia tra fratelli, la questione può essere particolarmente delicata: il figlio imprenditore riceve l’azienda, mentre agli altri fratelli viene riconosciuto un indennizzo. La trasparenza e il dialogo nella fase di stesura sono essenziali per garantire un equilibrio e preservare i rapporti familiari.

Cosa succede se il patto viene contestato
Nonostante il patto di famiglia sia concepito per evitare controversie, può comunque essere oggetto di impugnazione. Le cause principali sono l’esclusione di un legittimario, la sproporzione delle quote di liquidazione o la mancanza di consenso libero e consapevole. In questi casi, si può arrivare alla nullità o revoca del patto, con conseguente riapertura della successione.
La legge, tuttavia, offre strumenti per la tutela degli equilibri familiari, come la possibilità di rivedere gli accordi in caso di mutamenti significativi oppure la stipula di un nuovo patto con il consenso di tutte le parti. Questo rende il patto uno strumento flessibile ma strutturato, capace di adattarsi a cambiamenti futuri.

Differenza tra patto di famiglia e donazione d’azienda
Caratteristica | Patto di famiglia | Donazione d’azienda |
---|---|---|
Base normativa | Art. 768-bis e ss. Codice Civile | Art. 769 e ss. Codice Civile |
Coinvolgimento degli eredi | Obbligatorio, con consenso esplicito | Non richiesto |
Finalità | Trasferire l’impresa a un discendente con accordo tra legittimari | Atto unilaterale di liberalità |
Effetti fiscali | Esenzione da imposta se rispettati i requisiti | Tendenzialmente tassabile |
Rischi di contenzioso futuro | Ridotti grazie alla partecipazione di tutti i legittimari | Elevati in caso di lesione delle quote legittime |
Flessibilità e reversibilità | Più strutturato, ma modificabile con nuovo accordo | Meno rigido, ma più esposto a contestazioni |
Il patto di famiglia, quindi, si configura come un mezzo efficace per assicurare la continuità dell’impresa, proteggere l’equilibrio tra eredi e ottimizzare il carico fiscale. Benché non sia privo di aspetti critici, come l’obbligo del consenso di tutti i legittimari e l’impossibilità di modifiche unilaterali, i vantaggi in termini di stabilità, chiarezza e risparmio fiscale lo rendono una scelta strategica per molte famiglie imprenditoriali. Tra i molti strumenti giuridici a disposizione, è senz’altro tra quelli più adatti a garantire un passaggio generazionale ordinato e senza rischi.