L’IRPEF, acronimo di imposta sul reddito delle persone fisiche, grava su tutti coloro che percepiscono un reddito, senza alcuna eccezione. E’ una tassa, dunque, che accomuna tutte le persone che in qualche modo traggono un profitto dal proprio lavoro e non solo. E’ certamente una delle tasse storiche dell’ordinamento tributario italiano, nonché una delle più importanti, proprio per il suo ampio gettito fiscale che risulta pari ad un terzo del gettito fiscale complessivo del nostro paese. Si tratta di un’imposta diretta, personale, progressiva e generale.
Approfondimenti
Cos’è l’IRPEF?
L’Irpef è una tassa che viene applicata indistintamente a tutti coloro che hanno un reddito, sia come lavoratore dipendente, sia come lavoratore autonomo. Questa tassa grava anche sui soci di impresa. Il requisito fondamentale per essere soggetti al pagamento dell’Irpef è essere residenti in Italia o aver conseguito una qualche forma di reddito nel nostro paese. La base imponibile dell’Irpef si calcola sul complesso dei redditi che il contribuente ha conseguito durante l’anno solare.
Per chi percepisce un reddito soltanto, calcolare l’Irpef è una operazione abbastanza elementare, ma per chi percepisce il reddito da più fonti, il calcolo potrebbe diventare più complesso. Esistono infatti differenti tipi di reddito. Esiste il reddito da lavoro dipendente, quello da lavoro autonomo e i redditi derivanti da impresa, da capitale, le rendite fondiarie e le plusvalenze.
Insomma, chi in Italia percepisce un reddito, deve sapere che una percentuale dei propri guadagni dovrà finire nelle casse dello Stato. La base imponibile è differente e varia a seconda della fonte del reddito. Per chi ha un lavoro e percepisce un regolare stipendio, l’Irpef viene calcolata sul totale dello stipendio, esclusi gli oneri sociali Inps e Inail. Nel caso dei dividendi da capitale, il calcolo dell’Irpef si effettua solo sul 58,14 % della somma.
Le fasce di tassazione
Trattandosi di un’imposta progressiva, le aliquote possono variare in base alla tipologia e alla quantità del reddito. Le aliquote vengono applicate in base alla fascia di reddito, detta anche scaglione, di cui esiste un valore minimo e un valore massimo. Tra il valore minimo e il valore massimo verrà calcolata una adeguata aliquota percentuale. Per i redditi fino a 15 mila euro, l’aliquota applicata è del 23%. Per i redditi da 15 mila a 28 mila euro, l’aliquota è del 27%, mentre per i redditi da 28.001 a 55 mila euro, l’aliquota applicata sarà del 38%. Il quarto scaglione prevede la fascia di reddito tra 55.001 e 75 mila euro, alla quale viene applicata un’aliquota del 41%. Infine per le fasce di reddito che superano i 75 mila euro, l’aliquota applicata è del 43%. L’intento del governo, con la nuova riforma fiscale, è quello di semplificare il regime di tassazione riducendo a tre gli scaglioni di reddito, per poi procedere verso il sentiero della tassazione unica (la flat tax), per autonomi e dipendenti.
Il Conguaglio Irpef
Coloro che svolgono un lavoro dipendente e i pensionati possono sfruttare i vantaggi offerti dalla presentazione del modello 730 per dichiarare i propri redditi. Si tratta di un modello semplificato che ha il vantaggio di far ottenere il rimborso dei crediti fiscali direttamente in busta paga e di poter pagare le trattenute fiscali (e il conguaglio), sempre direttamente sulla busta paga. Il conguaglio Irpef deriva dal pagamento di imposte dovute alla presentazione del modello 730. Attraverso il modello 730 il contribuente dichiara in modo semplice la propria situazione reddituale, per l’anno precedente. In seguito alla presentazione del modello occorre attendere che arrivi il momento in cui si conoscerà l’eventuale saldo del credito o del debito.
Il modello 730 precompilato, ai fini della presentazione, in genere è disponibile dalla seconda settimana di maggio e fino al 30 settembre. Una volta che il modello dichiarativo viene presentato, è possibile conoscere i tempi entro i quali verranno erogati i pagamenti o i tempi degli eventuali rimborsi. Generalmente i rimborsi vengono corrisposti già nel mese di luglio per chi ha presentato il modello 730 tempestivamente, mentre i conguagli verranno erogati per i pensionati nel mese di agosto, ma solo se il modello 730 viene presentato entro la fine di giugno. Altrimenti, i tempi per ottenere il rimborso si prolungheranno.
Come calcolare il conguaglio
Per calcolare il conguaglio occorre sommare l’Irpef che viene trattenuta dal datore di lavoro mensilmente e confrontare il risultato ottenuto con l’imposta netta ottenuta dalle operazioni di conguaglio che viene calcolata sulla retribuzione annua effettiva. Una volta che viene effettuata questa operazione, si otterrà l’importo dell’imposta netta che il dipendente dovrà versare nelle casse dell’erario.
Si avrà un conguaglio IRPEF a credito se il lavoratore ha subito una tassazione superiore a quella effettivamente dovuta. Il rimborso in busta paga, nel caso dei dipendenti, verrà effettuato dall’erario il mese successivo alla presentazione della dichiarazione dei redditi, mentre i pensionati dovranno attendere due mesi. Il contribuente potrà sempre controllare il proprio rimborso IRPEF recandosi presso un ufficio dell’Agenzia delle Entrate. In alternativa si possono ricevere informazioni chiamando il numero verde 848.800.444 (dalle 9 alle 17 dal lunedì al venerdì, e dalle 9 alle 13 il sabato).