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Contenzioso tributario: riduzione delle liti pendenti nel 2022

contenzioso tributario

Il contenzioso tributario in Italia ha registrato una significativa diminuzione nel 2022, secondo quanto comunicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. L’arretrato complessivo delle liti tributarie pendenti è diminuito dell’1,3%, mentre le controversie in attesa del giudizio in appello hanno subito una contrazione del 11,3% rispetto all’anno precedente. Questi dati emergono dalla Relazione sull’andamento del contenzioso tributario e sulle attività delle Commissioni tributarie relative al 2022, pubblicata dal Dipartimento delle Finanze – Direzione della Giustizia tributaria.

Cos’è il contenzioso tributario?

Il contenzioso tributario è un ambito legale che riguarda le controversie legali che sorgono tra i contribuenti (persone fisiche o giuridiche) e le autorità fiscali, solitamente riguardo all’applicazione, all’interpretazione o alla corretta determinazione delle norme fiscali e dei tributi da pagare. Questo tipo di contenzioso può verificarsi in diversi contesti, come ad esempio le dichiarazioni dei redditi, le imposte sulle società, l’IVA, le tasse locali e altre questioni fiscali.

Quando sorge una disputa tra un contribuente e un’autorità fiscale, entrambe le parti possono intraprendere azioni legali per far valere le proprie ragioni. Il contribuente può presentare ricorsi, impugnare decisioni o chiedere revisioni del proprio caso davanti alle istanze competenti, come le Commissioni tributarie o i tribunali amministrativi. Le autorità fiscali, d’altra parte, possono difendere le proprie posizioni e adottare misure per il recupero dei tributi contestati.

Il contenzioso tributario coinvolge aspetti legali, contabili e fiscali complessi. Spesso richiede l’intervento di professionisti specializzati, come avvocati tributaristi o consulenti fiscali, per fornire assistenza nella gestione della controversia e nella difesa dei diritti del contribuente.

Il contenzioso tributario riguarda le controversie legali che sorgono tra i contribuenti e le autorità fiscali

Durata giudizi di primo grado

Un dato significativo evidenziato nella relazione del Mef è la durata media dei giudizi di primo grado, che nel 2022 è stata di 1 anno e 7 mesi, il valore più basso nel periodo dal 2018 al 2022. Al contrario, la durata media dei giudizi di secondo grado è diminuita (2 anni e 8 mesi), contrariamente ai dati del biennio 2020-2021.

Riduzione della durata media

Per quanto riguarda le controversie complessivamente pervenute alle Corti di giustizia tributaria nel 2022, si è registrato un forte aumento dei ricorsi nel primo grado di giudizio (+88,2%), mentre si è verificato un lieve calo (-4,4%) dei nuovi appelli. Questo elevato numero di ricorsi presentati in primo grado è strettamente legato alla ripresa delle attività di riscossione e di controllo dei tributi da parte degli enti preposti, a seguito della fine del periodo legato all’emergenza Covid.

In termini di valore, le controversie definite nel 2022 ammontano complessivamente a circa 23,6 miliardi di euro, con una media di circa 124 mila euro per singola controversia.

Devoluzione e motivazione nel contenzioso tributario

Nel contesto del contenzioso tributario, due principi di diritto, derivati rispettivamente dal diritto penale e dal diritto amministrativo, sono oggetto di interpretazione e approfondimento per meglio chiarire la loro corretta applicazione. Si tratta della devoluzione e della motivazione.

La devoluzione, secondo l’articolo 597, comma 1, del codice di procedura penale, consiste nell’attribuzione al giudice di secondo grado della conoscenza della materia già oggetto di valutazione da parte del giudice di primo grado. Nel processo tributario, la devoluzione si verifica quando vengono riproposte in appello le stesse questioni sollevate in primo grado. È stato consolidato l’orientamento giurisprudenziale secondo cui l’appello nel processo tributario ha carattere devolutivo pieno, consentendo un riesame completo della causa nel merito. Pertanto, l’Amministrazione finanziaria può proporre un appello in cui ripropone le stesse ragioni e argomentazioni già esposte in primo grado.

La motivazione, disciplinata dal diritto amministrativo, richiede che gli atti dell’amministrazione finanziaria siano motivati indicando i motivi di fatto e di diritto su cui si basano le decisioni adottate. La motivazione costituisce un requisito fondamentale per garantire la trasparenza e la correttezza delle decisioni amministrative, comprese quelle nel campo del contenzioso tributario.

Contenzioso tributario in calo nel 2022, -1,3% arretrato e -11,3% liti in appello

Giustizia equa nel contenzioso tributario

La corretta applicazione di questi principi è fondamentale per assicurare una giustizia equa nel contenzioso tributario. La devoluzione permette di riesaminare completamente la causa nel merito, consentendo al giudice di secondo grado di valutare tutte le questioni sollevate e le prove presentate dalle parti. La motivazione, d’altra parte, garantisce che le decisioni siano basate su argomentazioni chiare e motivate, evitando l’arbitrarietà e permettendo alle parti di comprendere le ragioni alla base della decisione.

Come già spiegato, il contenzioso tributario può riguardare diverse questioni, come l’interpretazione delle norme fiscali, la valutazione dei redditi e delle imposte, l’applicazione delle sanzioni, e così via. Le decisioni prese nel contesto del contenzioso tributario possono avere un impatto significativo sui contribuenti e sulle finanze pubbliche, quindi è essenziale che vengano adottate in modo corretto e motivato.

Le istituzioni preposte, come le Commissioni tributarie e i tribunali competenti, svolgono un ruolo fondamentale nella gestione del contenzioso tributario e nell’interpretazione delle norme fiscali. Attraverso un’attenta valutazione delle prove e delle argomentazioni presentate dalle parti coinvolte, cercano di garantire una giustizia equa e imparziale.

Un dato positivo

I dati riportati nella relazione del Mef sul contenzioso tributario del 2022 mostrano una tendenza positiva nell’ambito della gestione delle controversie fiscali. La riduzione complessiva delle liti pendenti e dei tempi di attesa per le decisioni, insieme alla diminuzione della durata media dei giudizi di primo e secondo grado, indicano un progresso nella velocità e nell’efficienza del sistema di giustizia tributaria. Tuttavia, l’aumento dei ricorsi nel primo grado di giudizio richiede attenzione per garantire un adeguato equilibrio tra i diritti dei contribuenti e l’attività del sistema. In definitiva, una gestione efficace del contenzioso tributario è essenziale per promuovere un clima di fiducia e sicurezza giuridica nel rapporto tra contribuenti e autorità fiscali.

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