La prescrizione tassa rifiuti è uno degli argomenti che abbiamo trattato più di frequente quando si parla di tasse. Infatti, oltre ai termini per la prescrizione Tari nel 2023 per i cittadini, è importante sapere tutte le strategie per risparmiare su questa tassa. Chi ha un’azienda deve compilare bene il registro di carico e scarico rifiuti per evitare che l’impresa paghi di più lo smaltimento degli scarti di manutenzione, mentre cerca di ottenere una gestione fiscale efficace sulle altre tasse. Invece, chi ha una casa ereditata deve fare i conti con le tasse non pagate in passato e deve pagare gli importi per la gestione dei rifiuti anche se non ne produce (perché non abita nella casa che ha appena ereditato).
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Non gestire questi aspetti vuol dire essere vittime di sanzioni per via dei mancati pagamenti e ritrovarsi con debiti che difficilmente dei soldi extra di una rendita finanziaria possono coprire. Per evitare di pagare sanzioni in più, ricorda di usare il metodo di pagamento indicato nei documenti relativi a questa tassa (al momento non puoi usare Skrill per pagare le tasse sulla spazzatura) e di verificare i termini di scadenza per i pagamenti. Ecco come fare con alcuni consigli pratici!
Quando va in prescrizione la spazzatura non pagata
Le tasse sulla spazzatura si basano sulla norma n.147/2013 della Legge di Stabilità 2014. Per quanto riguarda le utenze domestiche, il pagamento della tassa spetta al proprietario dell’immobile o a chi vive in affitto in quell’appartamento se il contratto di locazione supera i 6 mesi. Ogni ente comunale inserisce una scadenza che indica i termini di pagamento, superati i quali scattano le sanzioni. Sono sempre i Comuni a stabilire gli interessi legali da applicare e come pagarli. In genere il cittadino che vuole evitare le sanzioni può farlo pagando le tasse entro i termini previsti, oppure con gli interessi legali applicati se paga in ritardo di alcuni giorni.
Se non si paga per circa un anno, ecco che scattano gli avvisi bonari. L’avviso bonario consente di pagare gli importi dovuti con le relative sanzioni e gli interessi applicati. Anche in questo caso ci sono scadenze che non sono prorogabili. I documenti si possono pagare inserendo i dati presenti nei fogli per il pagamento – di solito si usano i CBILL o gli F24 per pagare in banca, oltre ai bollettini postali – oppure presentando queste carte in banca o all’ufficio postale portando contanti o carta di credito per completare l’operazione.
Infine, ci sono le cartelle esattoriali dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, che consentono di pagare con le sanzioni previste. Questa procedura è applicabile dagli enti di riscossione delle tasse sulla spazzatura solo se non ci sono stati precedenti pagamenti di quella tassa negli anni successivi. Se entro 5 anni dal pagamento dovuto l’ente non invia nessuna comunicazione per richiedere l’importo dovuto, allora si parla di prescrizione tassa rifiuti. Molti enti evitano questa situazione procedendo all’avviso qualche giorno prima della scadenza. Nei 5 anni previsti prima della prescrizione, il contribuente è comunque tenuto a calcolare le tasse sulla spazzatura e a pagarle anche se non riceve una comunicazione ufficiale per posta.
Verifica che l’ente non ti ha inviato una mail di posta elettronica certificata, perché anche se non la apri questo messaggio è valido come comunicazione ufficiale. Tradotto: vale come l’arrivo del plico cartaceo postale. Per le utenze aziendali, trascorsi 2 anni di mancati pagamenti, l’ente comunale per il pagamento della tassa sui rifiuti può richiedere il ravvedimento operoso e passare direttamente alla cartella esattoriale se non paghi.
Come si calcolano i 5 anni di prescrizione TARI
I 5 anni partono dall’anno indicato per il pagamento. Facciamo un esempio per fare chiarezza: supponiamo che la tassa sulla spazzatura è dell’anno 2023. La prescrizione della tassa sui rifiuti scatta nel 2028 solo se l’ente di riscossione non ti ha mai chiamato. In questo periodo, tu sei tenuto a contattare l’ente comunale per poter pagare e in questi 5 anni se l’ente ti invia la documentazione per pagare anche per PEC la prescrizione non è più possibile.
Cosa succede se non pago la TARI per 5 anni
Purtroppo, se la documentazione di pagamento arriva entro il termine dei 5 anni sei costretto a pagare. Se l’importo è inferiore ai 30 mila euro, pagherai la cartella con le sanzioni e gli interessi stabiliti dall’Agenzia delle Entrate Riscossione. Se non riesci a pagare, il Comune può anche pignorare la casa se il tribunale lo concede. Se la somma da pagare supera questa cifra, puoi ritrovarti accusato di evasione fiscale e dovrai risponderne in sede penale. Sono casi limite, ma se i documenti per il pagamento risultano consegnati al diretto interessato e non paghi non puoi evitarlo. Per non ritrovarti con sanzioni carissime da pagare o con conseguenze ben più gravi, ti consigliamo di pagare la TARI quando si presenta, oppure di verificare sulla PEC o sul tuo profilo sul sito ufficiale del tuo Comune se risultano tasse non pagate, così da evitare cartelle e altri problemi.