
Le mance sono una vera e propria manna dal cielo per molti degli operatori del comparto turistico, come camerieri, facchini, baristi, concierge, addetti alla reception di strutture ricettive e altre figure a contatto diretto con il pubblico. Ma come vengono trattate fiscalmente queste somme? La tassazione delle mance è stata a lungo un tema poco normato e spesso lasciato a interpretazioni o consuetudini. Tuttavia, recenti sviluppi normativi in Italia hanno chiarito, almeno in parte, la disciplina fiscale e contributiva delle mance corrisposte ai lavoratori del settore turistico. Ecco tutto quello che è necessario sapere nel merito della questione, anche per non incorrere in eventuali multe da parte dell’Agenzia delle Entrate.
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Tutto sulle mance

Le mance, per definizione, sono somme di denaro date spontaneamente dai clienti a un lavoratore per esprimere gratitudine o apprezzamento per un servizio ricevuto. In molti Paesi, soprattutto anglosassoni (pensiamo agli Stati Uniti) sono parte integrante della retribuzione, tanto che in alcuni casi sono attese e praticamente obbligatorie. In Italia, invece, il sistema retributivo non prevede strutturalmente le mance, ma è consueto riceverle in determinati contesti lavorativi, in particolare nel settore della ristorazione e dell’hospitality.
Le mance possono essere corrisposte:
- in contanti, direttamente dal cliente al lavoratore;
- tramite pagamento elettronico, ad esempio come extra inserito nello scontrino finale o pagamento digitale;
- sotto forma di suddivisione di mance cumulative, ad esempio quelle raccolte in cassa comune e poi redistribuite tra lo staff.
Fino a poco tempo fa, le mance ricevute direttamente in contanti dai lavoratori erano spesso non dichiarate, rendendole di fatto esenti da tassazione. Tuttavia, ciò poneva problemi di equità fiscale e trasparenza, oltre a creare ambiguità nella gestione retributiva e contributiva.
La riforma fiscale sulle mance: il nuovo quadro normativo
Una svolta importante è arrivata con la Legge di Bilancio 2023, che ha introdotto una disciplina più chiara e trasparente sulla tassazione delle mance nel settore turistico. In particolare, la legge ha previsto che le mance possono essere inserite nella busta paga del lavoratore, con un regime fiscale agevolato.
Tassazione delle mance in busta paga: come funziona
Il nuovo regime stabilisce che le mance, se versate al datore di lavoro e da questo redistribuite ai lavoratori, non concorrono alla formazione del reddito imponibile ai fini contributivi, ma sono comunque soggette a un’imposta sostitutiva dell’IRPEF al 5%.
Ecco i punti principali:
- Mance tracciate: per beneficiare del regime agevolato, le mance devono essere corrisposte con strumenti tracciabili (carte, POS, bonifici, ecc.) e versate al datore di lavoro;
- Inserimento in busta paga: il datore di lavoro inserisce le mance nella busta paga mensile, con una voce separata rispetto alla retribuzione ordinaria del suo sottoposto;
- Imposta sostitutiva al 5%: sulle mance si applica un’imposta sostitutiva dell’IRPEF pari al 5%, rendendole quindi molto più convenienti rispetto alla tassazione ordinaria;
- Esenzione contributiva: le mance non sono soggette a contributi INPS e INAIL, né a carico del lavoratore né del datore di lavoro;
- Limite reddituale: il regime agevolato si applica solo ai lavoratori con un reddito da lavoro dipendente non superiore a 25.000 euro annui.
Questo nuovo sistema ha l’obiettivo di favorire la tracciabilità delle mance, tutelare i lavoratori e ridurre il lavoro nero, oltre a permettere un riconoscimento formale del valore economico delle mance nel reddito del lavoratore.
Tutto sul nuovo sistema: pregi e difetti
Il nuovo sistema presenta al contempo aspetti positivi ma anche qualche lato critico che vale la pena di approfondire.
Vantaggi
- Trasparenza: con questi nuovi meccanismi le mance diventano ufficiali, tracciate e regolarmente registrate;
- Convenienza fiscale: con l’aliquota al 5%, il lavoratore paga meno tasse rispetto alla tassazione IRPEF ordinaria, che parte dal 23%;
- Tutela previdenziale indiretta: anche se non soggette a contributi, le mance documentate possono essere considerate nei conteggi di reddito per accesso a prestazioni sociali, mutui, affitti, ecc.
- Legalità e semplificazione: le aziende evitano problemi legati a pagamenti in nero o pratiche non dichiarate.
Criticità
- Non obbligatorietà: il sistema non impone alle aziende di adottare il regime, e nemmeno ai lavoratori di dichiarare le mance;
- Solo mance tracciabili: le mance in contanti, ancora molto diffuse, restano ovviamente fuori dal regime agevolato.
- Limite di reddito: i lavoratori che superano i 25.000 euro lordi annui non possono beneficiare dell’imposta sostitutiva al 5%, e le mance rientrano nel reddito ordinario;
- Distribuzione interna: in caso di mance collettive, può essere complesso gestire una distribuzione equa e trasparente tra i lavoratori.
Implicazioni per datori di lavoro e consulenti
Per i datori di lavoro, il nuovo sistema implica un ruolo attivo nella gestione delle mance: devono raccogliere i dati, redistribuire correttamente le somme e inserirle in busta paga con le opportune voci. È fondamentale dotarsi di sistemi contabili in grado di distinguere le mance dalla retribuzione ordinaria, così da evitare errori fiscali o sanzioni.
I consulenti del lavoro e i commercialisti sono chiamati a fornire supporto nella gestione operativa del regime agevolato, nella corretta applicazione della tassazione, e nella consulenza sia alle aziende che ai dipendenti per evitare fraintendimenti o problemi con l’AdE.
Cosa cambia per i lavoratori del turismo

Per i lavoratori, soprattutto stagionali o giovani dipendenti del settore turistico, la possibilità di avere le mance in busta paga rappresenta un meritato riconoscimento del proprio lavoro e un’opportunità concreta di aumentare il proprio reddito netto. Con l’esenzione contributiva e l’imposta agevolata, le mance possono pesare meno fiscalmente, senza compromettere la regolarità dei rapporti lavorativi.
Chi riceve regolarmente mance digitali può quindi considerare vantaggioso aderire al sistema tracciato, mentre chi riceve mance in contanti potrebbe valutare la possibilità di versarle comunque al datore di lavoro per godere dei benefici fiscali (ove previsto).