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Cosa sono i BTP Green: un’analisi del nuovo strumento di investimento

Green Bond, ecco come funzionano e quali sono i vantaggi

I BTP Green ormai rappresentano una forma di investimento molto conosciuta e sempre più popolare. Non tutti sanno cosa sono i Btp Green, come funzionano e a chi sono rivolti. Sono sempre di più gli investitori che hanno deciso di unire il profitto alla sostenibilità. Sottoscrivendo questi Btp si decide di non rinunciare ai rendimenti offerti dai classici bond ma al contempo si finanziano quei progetti fondamentali per realizzare appieno la transizione ecologica. Capiamo meglio in cosa consistono

Green Bond, di cosa si tratta

Quando parliamo di green bond si tratta sostanzialmente di una sottocategoria dei classici Buoni del Tesoro Poliennali, ma con una finalità diversa. Sono titoli di debito, o obbligazioni, a medio-lungo termine (la cui scadenza oscilla tra i 5 e i 30 anni) emessi dal Dipartimento del Tesoro. A livello di caratteristiche, dal punto di vista finanziario, non presentano nessuna differenza rispetto a qualsiasi titolo di Stato. Anche chi sottoscrive questo tipo di strumento finanziario ha un rendimento fisso e una cedola pagata semestralmente, oltre al classico rimborso del valore nominale alla scadenza.

Le differenze rispetto ai BTP ordinari

Rispetto ai BTP ordinari, il BTP Green si differenzia solo per quanto concerne le finalità per le quali vengono emessi. I fondi che vengono racimolati non sono destinati a finanziare il debito pubblico, ma sono diretti a finanziare progetti di sostenibilità legati alla transizione ecologica e ai cambiamenti climatici. Attraverso questi fondi, il governo finanzia il settore delle fonti rinnovabili per renderlo sempre più solido ed efficiente e finanzia progetti finalizzati alla tutela dell’ambiente e alla ricerca. 

Un altro degli elementi che caratterizza il BTP Green è la tracciabilità. A differenza di ciò che avviene con i titoli di Stato, l’investitore viene sempre messo nella condizione di sapere quali progetti sta finanziando sottoscrivendo il buono poliennale e ha tutti gli strumenti in mano per verificare la destinazione dei fondi. A livello di rendimenti, rispetto ai classici bond tradizionali, non vi sono grandi differenze. Colui che investe in questi strumenti finanziari non fa altro che finanziare progetti che tutelano l’ambiente.

Gli obiettivi specifici dei BTP Green

Una volta compresa la natura e le caratteristiche di questi bond, occorre adesso focalizzarsi sugli obiettivi e sulle finalità specifiche. I bond servono a finanziare, come scritto in precedenza, iniziative di sostenibilità con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030 delle Nazioni Unite. Tra gli obiettivi da raggiungere vi sono l’acqua pulita e l’igiene, le città e le comunità sostenibili, il consumo e la produzione responsabile, la vita sott’acqua e sulla terra. 
Al fine di evitare che questi fondi vengano solo apparentemente destinati a finalità ambientali e che invece vengano dirottati sostanzialmente verso altri progetti, questi titoli vengono progettati e strutturati per conformarsi ad uno standard internazionale di riferimento: il Green Bond Principles dell’IMCA (International Capital Markets Association). Sono presenti in esso delle linee guida affinchè gli obiettivi risultino chiari e trasparenti, così come deve essere chiara e trasparente la gestione dei fondi.

I destinatari di questi investimenti

E’ piuttosto ampia e qualificata la platea dei soggetti che possono investire in BTP Green. Si tratta degli investitori istituzionali ma anche degli investitori retail che possono sottoscrivere i bond “ecosostenibili” attraverso il Mercato Telematico delle Obbligazioni e dei titoli di Stato, con sottoscrizione minima di 1.000 euro. Ad influenzare l’andamento di questi titoli, oltre agli immancabili tassi di interesse, vi è anche la forza economica del paese, il fisiologico incontro tra domanda e offerta e la durata dell’obbligazione. Come avviene per i Btp classici, è maggiore il rendimento delle obbligazioni quanto più lunga è la scadenza. 

Il calendario delle emissioni

I primi BTP Green sono stati messi all’asta nel mese di marzo del 2021. In totale i bandi sono stati tre: Marzo 2021, Settembre 2022 e Aprile 2023. Nel corso della prima asta sono stati racimolati 

523 miliardi di dollari di emissioni di “titoli verdi” a livello internazionale. Un vero e proprio boom che evidenzia quanto sia stimolante per molti investitori abbinare il profitto alla sostenibilità. Anche la tracciabilità dei propri investimenti ha rappresentato un ulteriore stimolo all’acquisto. Anche nel nostro paese i Btp Green stanno riscuotendo un discreto successo, finanziando concretamente la lotta ai cambiamenti climatici. 

L’Italia è fanalino di coda tra i grandi paesi europei

Dal 2014 è cresciuto a dismisura il novero delle aziende Italiane coinvolte nell’emissione di Green bond anche se il nostro paese ha evidenziato un certo ritardo rispetto ad altre realtà europee. Secondo i dati svelati dal Climate Bonds Iniziative, in Italia sono stati emessi Green Bond per 18,8 miliardi di dollari nel 2021. Un dato da far impallidire, tenuto conto che in Francia sono stati sottoscritti Green Bond per 124 miliardi e in Germania i miliardi racimolati sono stati 93. Perfino la Spagna con il 35,7 ha saputo fare molto meglio del nostro paese.

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