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Rating buy: cos’è e quali aspetti considerare

Andamento azionario su un tablet

Esistono attualmente cinque gradi di rating che una banca d’investimento o un broker possono esprimere relativamente ad un determinato mercato: sono nello specifico il rating neutral (anche chiamato hold), il buy, lo strong buy, il moderate sell e lo strong sell. In un primo momento gli analisti erano soliti assegnare agli asset solo le valutazioni buy, hold, o sell, ma con il passare del tempo ci si è resi conto della necessità di altre nuance che permettessero di dare agli investitori un quadro più completo e preciso.

Vediamo dunque nello specifico a cosa corrisponde il rating buy e quali aspetti vanno considerati.

Indice

I rating esistenti

Prima di scoprire più nel dettaglio gli elementi da prendere in considerazione quando ci riferiamo al rating buy vediamo in generale tutti i tipi di valutazione con le loro caratteristiche.

  • Rating strong buy: esprime la concreta probabilità che il titolo possa crescere in maniera notevole, anche oltre il 15% nel corso dei sei mesi successivi.
  • Rating buy (anche chiamato overweight o moderate buy): è una raccomandazione d’acquisto moderata e implica che è probabile che l’azione relativa generi rendimenti superiori rispetto al mercato nel complesso.
  • Rating hold/neutral: spesso chiamata anche “market perform” o “equal weight“, è una valutazione che indica che non ci sono motivi particolari né per acquistare l’azione, né per venderla.
  • Rating moderate sell: anche chiamata “underweight” o “underperform” significa che sarà probabile che un’azione abbia una performance leggermente peggiore rispetto al mercato nel suo complesso.
  • Rating sell (o strong sell): si tratta di un’opzione che si presenta in realtà piuttosto raramente. Di norma viene data solo se l’analista è estremamente pessimista rispetto ad un’azione. Questa valutazione implica che l’azione dovrebbe essere venduta o addirittura oggetto di una posizione “short” (che è per l’appunto quella che si assume quando si è convinti che il prezzo di un asset scenderà).

Cos’è il rating buy nello specifico

In finanza per quanto riguarda gli strumenti finanziari esistono vari tipi di rating: scopriamo qui insieme di cosa si tratta quello "buy".
Saldi al 30 e al 50%

Il giudizio buy, noto anche come “Acquisto” o “Consiglio d’acquisto“, è una delle raccomandazioni di base nel campo dell’analisi finanziaria. Gli analisti esprimono questo giudizio quando ritengono che le azioni di una società siano un’opportunità di investimento interessante. In altre parole, consigliano agli investitori di acquistare le azioni di una determinata società perché credono che il loro valore aumenterà nel tempo.

Questo tipo di valutazioni viene emesso indipendentemente da ciò che sta succedendo nel mercato azionario più ampio. Ad esempio, le azioni dei servizi pubblici tendono a performare bene in qualsiasi mercato poiché offrono qualcosa che è sempre richiesto dai consumatori e che di fatto non va mai in crisi. Allo stesso modo, le azioni difensive, come quelle delle catene di supermercati e delle aziende farmaceutiche, tendono a performare bene in qualsiasi mercato, compresi i mercati al ribasso. Nei mercati rialzisti, le azioni di crescita, come ad esempio le azioni tecnologiche, tenderanno a performare bene poiché gli investitori saranno più disposti a correre rischi nel loro portafoglio.

In che modo è formulato il rating buy

Sono numerosi i criteri che gli analisti prendono in considerazione per poter associare ad uno specifico asset la valutazione buy, invitando così gli investitori all’acquisto. Tra questi elementi vengono per esempio presi in considerazione:

  1. La valutazione della società: gli analisti studiano la salute finanziaria generale della società, inclusi tutti i vari indicatori come il bilancio, i flussi di cassa, il debito e l’andamento storico delle performance.
  2. Analisi del settore: gli analisti valutano il contesto in cui opera la società, inclusi fattori come la concorrenza, i trend di mercato e le possibili opportunità di crescita future.
  3. Rendimento passato delle azioni: l’andamento storico delle azioni viene analizzato per comprendere come si sono comportate nel passato e per trarre conclusioni sul loro potenziale futuro.
  4. Valutazione del potenziale di crescita: gli analisti cercano di valutare se la società potrebbe avere il potenziale per espandersi e generare profitti in futuro.
  5. Analisi delle strategie aziendali: l’analisi delle strategie aziendali, inclusi piani di sviluppo e strategie di marketing, è essenziale per capire le prospettive della società.
  6. Indicatori economici e di mercato: gli eventi economici globali e le fluttuazioni di mercato attuali influenzano le raccomandazioni degli analisti.
  7. Valutazione comparativa: Gli analisti confrontano la società con i suoi competitor diretti per determinare se è più o meno attraente dal punto di vista dell’investimento.

Una volta che gli analisti hanno considerato tutti questi fattori, emettono il loro giudizio Buy se ritengono che le azioni siano sottovalutate o abbiano un potenziale di crescita significativo. Questa raccomandazione viene quindi comunicata agli investitori attraverso report di ricerca, notizie finanziarie e altre fonti.

Le motivazioni che possono portare ad un rating buy, per il resto, sono solitamente legate a stime positive rispetto ai guadagni di un business, all’annuncio di un aumento dei dividendi, ad un cambiamento positivo delle policy di governance aziendale, allo sviluppo di un nuovo prodotto innovativo o in generale alla crescita della relativa azienda in un determinato settore.

Ma quanto è affidabile il rating buy e, in generale, quanto ci si può fidare di questo tipo di valutazioni?

Quanto è affidabile il rating buy?

Vediamo insieme a cosa corrispondono i vari rating per le azioni, con un focus particolare su quello buy (e su come va interpretato).
I dati di Tecdax

Parlando di finanza non ci potrebbe essere argomento più controverso di questo. Fino al 2000 molte delle società per cui lavoravano gli analisti non erano regolamentate, di conseguenza capitava con una certa frequenza che gli analisti stessi fornissero valutazioni che riflettevano un conflitto di interessi. Dopo l’esplosione della bolla tecnologica, il Sarbanes-Oxley Act del 2002 ha portato maggiore trasparenza nel settore ma, in ogni caso, non è detto che due distinti rating buy vogliano necessariamente dire la stessa cosa.

In generale gli esperti utilizzano un criterio relativo oppure uno assoluto per le loro valutazioni. In un sistema di valutazione assoluto, l’analista sta valutando se un’azione salirà o scenderà di una quantità specificata entro un periodo di tempo specificato. Questo periodo di tempo può essere di un anno o persino più lungo. Non è necessariamente un’indicazione che l’azione salirà il giorno successivo alla pubblicazione della valutazione dell’analista. In parallelo, in un sistema di valutazione relativa, l’analista sta valutando come si comporterà l’azione in relazione a un indice o ad altri benchmark di mercato. In questo contesto, un’azione che è prevista in calo del 20 percento in un settore che si prevede in calo del 50 percento sarebbe considerata un acquisto valido (e dunque riceverebbe un rating buy).

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, in conclusione, un buy rating non è un invito incondizionato all’acquisto: molto spesso tutto dipende dal settore specifico che stiamo prendendo in considerazione.

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